Pirelli in 100 immagini. La bellezza, l’innovazione, la produzione, in mostra a Settimo Torinese.
La Biblioteca Archimede di Settimo Torinese ha ospitato la mostra “Pirelli in cento immagini. La bellezza, l’innovazione, la produzione”. Ed è quindi mia cura non lasciar passare inosservata una mostra di grandissimo impegno volta a significare la storia dell’industria italiana, a significare le famiglie degli industriali che hanno fatto relazionare pragmaticità e idealità, industria e bellezza. L’esposizione – curata dalla Fondazione Pirelli – è stata promossa e organizzata dal Comune di Settimo Torinese con il contributo di Pirelli e della Fondazione ECM (Esperienze di Cultura Metropolitana) e ha ricevuto il patrocinio della Regione Piemonte, oltre che della Città Metropolitana di Torino. Settimo Torinese si è mossa perchè mirava a diventare capitale italiana della cultura 2018 e a battere le altre nove città candidate. Così non è stato ma resta la mostra storica in questione e una mostra soprattutto, che ha preso di mira, esaltandola, la bellezza.
Il percorso ha raccontato anche attraverso i materiali dell’Archivio Storico conservati in Fondazione Pirelli, gli oltre 140 anni di storia dell’azienda attraverso i molti aspetti del suo mondo: dalle persone che vi lavorano alla fabbrica e alla tecnologia, dalla ricerca alla nascita dei prodotti, dal rapporto con l’arte alle forme più innovative di comunicazione, dal mondo delle corse al celebre Calendario. Fino alla presentazione al pubblico della prima delle immagini scattate all’interno del Polo industriale Pirelli di Settimo Torinese dal grande fotografo tedesco Peter Lindbergh, autore del Calendario Pirelli 2017, destinate alla realizzazione di un nuovo progetto.
La mostra si snoda attraverso 6 sezioni. “Una P lunga oltre 140 anni” percorre la storia aziendale con le immagini delle sue fabbriche e dei suoi prodotti: dal primo stabilimento alla periferia di Milano alle prime esposizioni internazionali, dai cataloghi illustrati alle copertine della rivista “Pirelli”; “La fabbrica degli artisti” presenta alcune delle innumerevoli occasioni in cui pittori e fotografi affermati hanno usato la propria arte per raccontare il mondo delle fabbriche e della produzione; “Si va che è un incanto” documenta le sfide che quotidianamente, fin dal 1907, Pirelli affronta nel mondo delle corse; “Una Musa tra le ruote” ricostruisce il rapporto tra Pirelli e il mondo dell’arte, che risale fin agli inizi della sua storia, dalle prime campagne pubblicitarie d’artista alle illustrazioni; “Elogio della Bellezza” è un racconto delle icone femminili che accompagna il visitatore all’ultima sezione dedicata al mondo del Calendario Pirelli, dal 1964 a oggi affidato ai più grandi nomi del mondo della fotografia. Ultimo tra questi il grande maestro tedesco Peter Lindbergh, che proprio a Settimo, nell’ambito del progetto che ha portato alla creazione del Calendario Pirelli 2017, ha scattato una serie di foto all’interno della fabbrica così suggestive e potenti da essere state destinate alla realizzazione di un progetto autonomo sul mondo della fabbrica di cui la mostra “Pirelli in cento immagini. La bellezza, l’innovazione, la produzione” presenta al pubblico la prima immagine in anteprima.
La mostra “Pirelli in cento immagini. La bellezza, l’innovazione, la produzione” testimonia ancora una volta il ruolo attribuito da Settimo Torinese alla cultura come motore di sviluppo, di coesione sociale, di integrazione, oltre a ribadire il legame esistente tra i luoghi della cultura e i luoghi del lavoro. Per Pirelli, in particolare, l’esposizione segue le iniziative già organizzate o sostenute sul territorio di Settimo dall’azienda e dalla Fondazione Pirelli. 140 anni di storia dell’azienda (una delle sedi principali è a Settimo, Renzo Piano ha progettato la parte centrale) dagli inizi nel 1872 a oggi, passando dal lavoro quotidiano in fabbrica al rapporto con l’arte, da quello con le corse automobilistiche al calendario Pirelli, che dal 1964 ritrae le donne più belle del mondo (tutti i calendari sono esposti alla mostra). A rapire l’occhio è l’ultima sezione, l’Elogio della bellezza, che ripropone le pubblicità che hanno fatto la storia del brand e del costume italiano insieme al Calendario Pirelli (dal 1964 al 2017): un viaggio quest’ultimo di rara bellezza tra icone femminili immortalate dai più grandi nomi della fotografia internazionale. Tra gli autori degli scatti ci sono Bruce Weber, Helmut Newton, Herb Ritts, Annie Leibovitz, Richard Avedon, Patrick Demarchelier, Peter Beard, Steve McCurry, e anche Peter Lindbergh autore di tre calendari tra cui quello di quest’anno.
Ma la ricerca e l’esaltazione della bellezza hanno fatto sempre parte del Dna di Pirelli attirando sempre grandi artisti finalizzati a raccontare i suoi prodotti. E’ facile ricordare gli anni Cinquanta e le ragazze che viaggiavano su motociclette Bianchi gommate Pirelli mentre l’insuperata Marilyn Monroe si offriva in costume rosa Lastex. E il cinema italiano non era da meno con Marisa Allasio, Sofia Loren, Claudia Cardinale, e altre dive. E ancora viene a memoria l’illustratrice svizzera Lora Lamm che disegnava ragazze libere in sella a uno scooter, mentre il designer Massimo Vignelli le proponeva in bicicletta, e a braccia alzate; e sempre sempre in evidenza pneumatici rigorosamente Pirelli. Poi nella storia del brand italiano irrompe nel 1966 il fotografo Ugo Mulas, che meditava il da farsi nel Giamaica di Via Brera: realizza una serie di scatti dedicati ai “grandi nomi” dell’epoca: Cinturato, Sempione, Rolle. C’è il pneumatico, certo. C’è l’automobile, naturalmente. E poi c’è la ragazza, ed è una ragazza nuova, lo sguardo attento su un libro per la ragazza del Cinturato. E da ultimo la Sharon Stone che scende dall’aereo e conquista il volante, mette i brividi ai giovani che impazzano per la corsa con il Cinturato Pirelli. La bellezza regna sovrana, sorpassa date e tempi, donne e motori sono un binomio inesauribile.
Carlo Franza