L’invasione turca del 1480 a Otranto raccontata da navi e croci incise in una grotta scoperta nella valle dell’Idro.
Eccezionale scoperta a Otranto, per via di strani graffiti leggibili in una grotta nascosta lungo la valle dell’Idro. Infatti dai graffiti si possono identificare croci e navi incise sulle pareti e che danno subito idea di quella terribile invasione che subì Otranto con i suoi ottocento martiri. Da allora il detto “mamma li turchi” a sottolineare la loro ferocia verso gli abitanti della cittadina salentina che rifiutarono di convertirsi all’islam. Lungo la valle dell’Idro ecco scoperta una cavità artificiale di cui ancora non si era avuta notizia. Nascosta da un fitto canneto, si compone di due ambienti principali divisi da un setto litoide. Il primo ambiente adibito a stalla vede due mangiatoie alle estremità di un sedile a “L” e alcune nicchie. Il secondo ambiente, probabilmente adibito a
deposito o abitazione, presenta due ambienti minori satelliti scavati uno all’ingresso e l’altro sul fondo. Il tetto nei pressi dell’ingresso è parzialmente collassato e il materiale di risulta occupa il livello di calpestio. La grotta pare localizzata lungo la diramazione Carlo Magno dell’Idro subito dopo il ponte. Cosa vi leggiamo sulle pareti? Un graffito descrive una nave mono albero con vele e timone. Sopra un crocefisso stilizzato, certo una rappresentazione degli eventi del 1480. A leggere meglio una nave capovolta, un nome e una data e poi proprio uno strano graffito che sembra un crocefisso capovolto. L’ingresso della grotta è totalmente coperto dal canneto, la volta è in parte crollata, anche se in data recente. Tutto ciò lascia leggere una parte della storia cristiana d’Europa, che già allora in quel lontano 1480 non si piegò all’Islam.
Carlo Franza