Carlo Ciussi e le geometrie del mondo. Alla Galleria Arte Invernizzi di Milano le opere di un artista filosofo.
Alla galleria A arte Invernizzi una mostra personale di Carlo Ciussi in occasione della quale sono state presentate opere degli anni Sessanta e Settanta in dialogo con lavori degli anni Novanta. Il percorso espositivo, visitabile fino al 4 aprile 2018, comprende anche una selezione di opere realizzate nel 1965 recentemente esposte presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia nell’ambito di “Postwar Era. Una storia recente”.
Carlo Ciussi sfoglia il mondo, entra nel vivo e nell’essenziale della sua composizione e impaginazione naturale, interpretandolo con segni e geometrie, vivendo così l’arte come visione e funzione attiva del mondo, e ciò non è poca cosa. Il suo è stato un pensiero che si è fatto corpo, lontano da ogni estetica fine a se stessa o solamente decorativa, ma propositiva di una ricreazione espressiva capace di organizzarne la struttura di quanto visto e amato. Artista e filosofo del nostro tempo, Carlo Ciussi non ha inseguito movimenti o stili, semmai ha trovato conferma nel suo credo assoluto, segnando e disegnando geometrie, linee e punti , neri o colorati, in oggettive installazioni pannellari, tubolari o anche teleri, quasi dando nuovamente vita a una ricostruzione originale del mondo. E se l’organizzazione di un artista vive tra il vitale e il mentale, la sua scelta è stata da subito orientata al mentale.
Nelle opere appartenenti alla seconda metà degli anni Sessanta esposte al primo piano della galleria l’artista, attraverso intrecci tra elementi geometrici primari, suggerisce le forme del cerchio e del quadrato seguendo traiettorie che occupano solo in parte lo spazio della tela. In altri lavori, realizzati negli anni immediatamente successivi, le stesse forme si sviluppano in profondità, si sovrappongono in diverse aree di colore sino a giungere ad inserirsi le une nelle altre. Nella visione d’insieme proprio l’utilizzo che Carlo Ciussi fa delle cromie diviene una chiave elementare di lettura ed esse costruiscono, ritmandolo, l’equilibrio della struttura stessa dell’immagine. Questa stessa geometria connaturata al colore, che muta pur rimanendo sempre fedele a se stessa, diviene negli anni Novanta segno lineare, che si staglia su tutta la superficie in un all over senza soluzione di continuità. Opere tridimensionali quali Colonne e Struttura a cinque elementi (210×700 cm), le cui superfici vengono attraversate da una pluralità di linee rette spezzate che si intrecciano e si sovrappongono, si ergono nello spazio al piano inferiore della galleria e si ridefiniscono alla luce di una fisicità più marcata, acuendo in modo più evidente il dialogo con l’ambiente architettonico circostante.
Questa mostra coincide anche con la scomparsa -di questi giorni- dell’avvocato Carlo Invernizzi, uomo di legge, amico, ma poeta e collezionista di tutto rilievo; la mostra è locata proprio nello spazio in cui i figli hanno costruito un riferimento illuminato per l’arte italiana e internazionale.
Carlo Ciussi nasce a Udine nel 1930 e compie le prime esperienze artistiche nell’atelier di Fred Pittino (1943). Tra il 1945 e il 1949 frequenta il liceo artistico a Venezia e studia con De Luigi e Maioli. Il contatto con l’ambiente veneziano lo avvicina alle esperienze artistiche di Vedova, Santomaso, Pizzinato, Viani. Nel 1948 ha altresì modo di visitare la Biennale e rimane positivamente impressionato dalle novità delle opere in essa contenute. Nel 1952 partecipa alla Biennale Internazionale dei Giovani di Gorizia, mentre nel 1953 tiene la sua prima mostra personale a Palazzo Barberini, a Roma. Nel 1954 partecipa al Premio di pittura Città di Pordenone e nel 1955 alla VII Quadriennale d’Arte Contemporanea Italiana al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Tra il 1957 e il 1959 è al Caffè Formentini di Monfalcone, alla Galleria Girasole di Udine (1958 e 1959), e alla Galleria Il Camino di Pordenone. Negli anni Cinquanta Carlo Ciussi lavora presso la tipografia del padre e intanto lascia che giungano a maturazione gli influssi su di lui esercitati dai pittori prima citati e dagli strali dell’ambiente veneziano. I primi esperimenti artistici di Carlo Ciussi sono di matrice cubista ed espressionista. Nel 1960 alcune nature morte rappresentano una svolta nel suo lavoro, gradualmente traghettato dalla figurazione all’astrazione.
Nei primi anni Sessanta frequenta inoltre assiduamente il critico Giuseppe Marchiori e Afro; è influenzato dalla pittura di quest’ultimo per poi prenderne le distanze. Al termine della stagione informale, Carlo Ciussi ha quindi già elaborato un suo linguaggio che lo porta ad interpretare il mezzo pittorico in maniera sempre più personale. In questo periodo tiene alcune mostre personali di dipinti e disegni e partecipa anche ad alcuni premi (vince il Premio Marche del 1963). Nel 1964 espone alla XXXII Biennale di Venezia, invitato da Afro che era membro della Sottocommissione per le Arti Figurative della Biennale. Esporrà insieme a Mario Nigro (a sua volta invitato da Lucio Fontana) in una sala personale nella quale i due artisti espongono cinque opere a testa.
Nell’aprile-maggio 1965 Carlo Ciussi espone a Milano in una personale alla Galleria Stendhal con la quale inizierà un buon rapporto di collaborazione. In seguito prende anche uno studio in piazza S. Alessandro. Lo stesso anno partecipa alla Biennale di San Marino, ai Premi Trento e Silvestro Lega di Modigliana (al quale viene premiato). Ancora nel 1966 tiene una personale alla Galleria Stendhal di Milano, e altre personali alla Galleria Il Camino di Pordenone, alla Galleria L’Arco di Macerata, al centro Proposte Feltrinelli di Firenze. Nel 1967, presentato in catalogo da Seuphor e Marchiori, espone per la prima volta alla Galerie Paul Facchetti di Parigi, partecipa al Premio Marche, alla IX Bienal de São Paulo, ed è premiato alla Biennale Nazionale di Pittura e Scultura di Bolzano. Nel 1968 tiene una personale alla Galleria Stendhal di Milano e una alla Galleria del Cavallino di Venezia, presentato in catalogo da Giulio Carlo Argan. Partecipa inoltre al XXIII Salon des Réalités Nouvelles, Parigi, alla I Biennale degli Artisti della Regione Friuli e al XIII Premio Spoleto.
Nel 1971 tiene due personali alla Galerie Paul Facchetti di Parigi e Zurigo e una personale alla Galleria Martano 2 di Torino e partecipa alla Biennale di Alessandria d’Egitto. Nel 1972 riceve un premio partecipando al Morgan’s Paint di Ravenna, mentre nel 1973 tiene un’altra personale alla Galleria Stendhal di Milano e riceve altri riconoscimenti al Premio Sperticano di Bologna e al Michetti di Francavilla a Mare e partecipa anche al Premio Teramo. Nel 1974 tiene una personale in cui espone i lavori degli ultimi dieci anni, cioè dal 1964 al 1974, a Palazzo Torriani di Gradisca d’Isonzo, partecipa alla XXVIII Biennale Città di Milano, allestita al Palazzo della Permanente, al Premio Gallarate e alla IX Biennale Internazionale d’Arte di Campione d’Italia. Nel 1976 Carlo Ciussi tiene due personali: una alla Galleria Stendhal, che lo presenta anche al FIAC di Parigi, e una alla Galleria Ghelfi di Vicenza. Nel 1977 tiene una doppia personale alle gallerie Plurima e Girasole di Udine, presentato da Tito Mamacco. Dello stesso anno è anche l’Antologica al Padiglione d’Arte Contemporanea di Palazzo Massari a Ferrara. Nel 1980 tiene la sua personale da Lorenzelli Arte, Milano, esponendo opere dal 1975 al 1979, tiene altre due personali, una alla Studio la Città di Verona e una in coppia con Igino Legnaghi alla Galleria Torbandena di Trieste, partecipa al Premio Biella per l’incisione e ad alcune mostre collettive e tematiche in Friuli. Nel 1982 tiene altre due personali, una alla Galleria Plurima di Udine e una all’Antra Studio di Milano, che lo espone anche alla Fiera di Basilea. Lo stesso anno realizza una scultura monumentale in acciaio inox di circa due metri e mezzo a Gibellina. Tra il 1983 e il 1985 Carlo Ciussi partecipa a diverse mostre collettive e tematiche e tiene alcune personali. Nel gennaio 1986 inaugura una nuova personale alla Galleria Plurima di Udine e partecipa alla XLII Biennale di Venezia. Espone la scultura in ferro II. Sempre nel 1986 realizza un’altra scultura in ferro alta quattro metri poi installata sul prato di fronte alla sede della Manifattura Goriziana. Sul finire degli anni Ottanta si susseguono altre personali e collettive in varie gallerie a Udine e alla Galleria Fioretto di Padova. Nel 1989 realizza inoltre un lavoro a parete per la Banca Rurale e Artigiana di Azzano Decimo.
Nel 1990, tra le mostre, tiene una personale al Museo Civico d’Arte Contemporanea di Gibellina, mentre nel gennaio-febbraio 1991 tiene una nuova personale da Lorenzelli Arte, Milano, esponendo diciassette grandi oli su tela e un’ antologica con opere scelte dal 1964 al 1991 alla Galleria Plurima di Udine. Negli anni Novanta si susseguono mostre personali e collettive a Udine e in altre città del Friuli. Nel 1996, nella sala congressi dello Stabilimento Fantoni di Osoppo, Ciussi realizza una pittura per il soffitto ellittico. All’estero il lavoro di Ciussi è esposto in importanti fiere internazionali come Colonia, Basilea, Francoforte. Nel 1997 realizza una personale da Lorenzelli Arte intitolata “Armonico Percorso”, con esposte venti pitture datate 1996 e partecipa inoltre alla grande antologica “Gefühle Der Konstruktion. Künstler in Italien seit 1945” allestita al Museum Rabalderhaus di Schwaz. Nel 1998 tiene una personale alla Esslinger Kunstvereins di Esslingen: “Carlo Ciussi: verso la geometria”, mentre nel 1999 tiene una personale alla fondazione Ado Furlan di Pordenone e partecipa a numerose collettive e antologiche organizzate in Italia. L’ultima mostra tenuta da Carlo Ciussi nei locali di Lorenzelli Arte è del 2005, e precisamente dal 15 settembre al 15 ottobre, tenutasi in contemporanea anche presso la Galleria A arte Studio Invernizzi, Milano, e a Palazzo Isimbardi, Milano, davanti al cui ingresso viene installata una scultura monumentale in ferro. Carlo Ciussi muore il 24 aprile 2012.
Carlo Franza