Screenshot_20190517_073924_com.android.gallery3dMercoledì 15 giugno  2018 alle ore 18.00  si è inaugurato  presso lo Studio ZeccScreenshot_20190517_074031_com.android.gallery3d(1)hillo – Ex Studio di Piero Manzoni di Via Fiori Chiari 16 il quinto  degli eventi del ciclo “Vetrate Manzoni”; evento singolarissimo e di portata internazionale che si contraddistingue non poco tra le banalità di eventi e mostre di cui siamo circondati e che ci propinano ogni giorno come fossimo emeriti inesperti. Dunque, evento capitale. Un’iniziativa questa  che viaggia da qualche tempo e che ha visto la partecipazione di un eccezionale gruppo di artisti, fra cui anche docenti dell’Accademia di Brera, alla realizzazione di un corpus di nuove opere su vetro che viene così ad arricchire la collezione già esistente di vetrate, eseguite a loro tempo dagli amici e colleghi dello stesso Piero Manzoni, e tuttora in loco. Dopo la morte di Manzoni, avvenuta il 6 febbraio 1963, l’amico e d’allora proprietario dello studio, il baritono  Giuseppe  Zecchillo, artefice della cosidScreenshot_20190517_074205_com.android.gallery3ddetta “città di Brera”           di cui era vivace  sindaco,  chiese la collaborazione di alcuni artisti della cerchia del pittore per onorarne il ricordo con un’esposizione che si rivelerà poi permanente, dal momento che le opere su vetro eseguite nello stesso studio in cui Piero Manzoni visse, operò e morì, si trovano ancora esposte (quasi tutte) nella loro sede originaria. Nell’autunno del 1963, infatti, numerosi furono i nomi di coloro che presero parte al progetto, offrendo così la propria testimonianza di stima e affetto: Enrico Baj, Agostino Bonalumi, Arturo Vermi, Fernando De Filippi, Mario Bardi, Costantino Guenzi, Lino Tiné, Pasquale D’Orlando, Angelo Verga, Gustavo Boldrini e Renato Fiorillo. Oggi lo Studio Zecchillo è ancora quel luogo fulcro di eccezionali energie e relazioScreenshot_20190517_074008_com.android.gallery3dni, animato costantemente della presenza di artisti, maestri e non,  e da illustri storici dell’arte che perseguono la vocazione creativa e relazionale di questo spazio internazionalmente conosciuto. Dopo Nino Attinà, che qui ha eseguito la prima delle nuove vetrate, è stata la volta di Stefano Pizzi (Pavia, 1955), attivo sul panorama contemporaneo dagli anni ‘70 e attualmente titolare della cattedra di Pittura nella vicina Accademia di Brera; poi seguito dall’evento-vetrata di Gaetano Grillo già ornicola-1-1024x745dinario di pittura e Direttore del dipartimento di pittura dell’Accademia di Brera; e ancora Attilio Forgioli. Adesso è stata la volta di Nicola Salvatore già Ordinario e titolare di una Cattedra di Pittura nella Accademia di Belle Arti di Brera. Figura singolarissima dell’arte italiana ed europea,  è nato Casalbore (Av) nel 1951, ma vive e lavora a Como. Ha partecipato  alle edizioni X e XVI della Quadriennale di Roma, alla Biennale di Parigi e alla 53ª e 54ª Biennale di Venezia. Dal 1996 ha promosso il progetto didattico “Trattoria da Salvatore” nell’aula 8 dell’Accademia di Brera, sede della sua cattedra: un connubio inedito tra arte e cibo, che ha unito  studenti e personaggi della scena artistica ed intellettuale italiana. È stato curatore per l’arte sulle navi della compagnia Costa Crociere. Attraverso l’attività degli artisti coinvolti, il progetto “VetrateScreenshot_20190517_074152_com.android.gallery3d Manzoni” intende quindi connettere passato e presente della storia artistica dell’Ex-Studio, riattualizzando l’aspetto della parete in vetro con opere inedite, novelle,  che si vanno ad affiancare alle esistenti e facendone così una sorta di altare dell’arte, parti di un tutto di un’opera autonoma e in formazione. Ebbene la vetrata di Nicola Salvatore fa leggere una balena, antica simbologia presente nei capitoli del percorso salvatoriano, divenendo  emblema del mondo, della natura che ci avvolge, dell’esistente, e tangibile discorso ambientale visto che l’arte e gli artisti devono farsi carico di leggere i drammi del presente, attualizzando e storicizzando  il vivere e la quotidianità. La balena, grande cetaceo, sospinta fra cieche onde, grigie e minacciose dell’oceano ormai più che  inquinato, poi sudario di una vita scomposta e lacerata,  è diventata nella produzione artistica di  Nicola Salvastore il leit motiv di una sacrosante lezione creativa che intercetta la filiera naturale e alimentare. Riprendendo il progetto avviato nelle lezioni accademiche in Accademia a Brera, dal titolo “Trattoria da Salvatore”, all’inaugurazione accompagnato dal cuoco comasco Stefano Visini, è stata proposta un’interessante esperienza di gusti legatio all’operato artistico del visionario artista milanese Piero Manzoni,che ripedrcorrono alcuni dei più importanti e rivoluzionari concetti  e testimonianze artistiche del secondo novecento. E non da meno da Piero Manzoni, Nicola Salvatore ha fatto servire questi piatti: 1 GOCCE DI MILANO. L’aperitivo milanese per eccellenza. L’americano. 2 UOVO DA MARE. Uovo che sa di mare con impronta digitale in nero di seppia. 3 RAMEN DA CHEF. Ramen rivisitato dello chef, servito in un barattolo numerato. 4 ROSETTE DI MERINGA. Mini rosetta di meringa dentro una scatoletta trasparente.  E per finire, mi è naturale dire che Nicola Salvatore con questo evento si pone come “artista dell’anno 2019”.

Carlo Franza

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