135423986-4e0033fc-23b7-42a5-875a-0ee65b9746f4Il giurista e costituzionalista  Sabino Cassese, ex membro della Corte Costituzionale fa a pezzi Giuseppe Conte, anzi lo affonda, lo fa uscendo allo scoperto   in una intervista a Il Dubbio. A firmare l’intervista è stato Paolo Armaroli, 79 anni, ex deputato di An, docente di diritto pubblico comparato all’Università di Genova, che dà del tu all’intervistato fin dalla prima domanda: “Caro Sabino, se siamo in guerra, sia pure anomala, allora vale quaSchermata-04-2456399-alle-15.48.20nto meno per analogia l’articolo 78 della Costituzione: le Camere confermano al governo i poteri necessari. E non, si badi, i pieni poteri. È così ?”. Risposta: “Nell’interpretazione della Costituzione non si può giocare con le parole. Una pandemia non è una guerra. Non si può quindi ricorrere all’articolo 78 della Costituzione”. Più avanti: “La Corte Costituzionale, con un’abbondante giurisprudenza, ha definito i modi di esercizio del potere di ordinanza ‘contingibile e urgente’, cioè per eventi non prevedibili e che richiedono interventi immediati. La definizioni della Corte sono state rispettate a metà”. Cassese, riporta anche ItaliaOggi, esamina i vari dpcm del premier e attacca: “Il primo decreto era fuori legge. Poi è stato corretto il tiro con il secondo decreto legge, che smentiva il primo, abrogandolo quasi interamente. Questa non è responsabilità della politica, ma di chi è incaricato degli affari giuridici e legislativi. C’ è taluno che ha persino dubitato che abbiano fatto studi di giurisprudenza”.

Sabino Cassese non manca di muovere dura  critica nei confronti del premier Giuseppe Conte. “Il primo decreto – evidenzia il giudice emerito – era fuori legge”. E’ lo stesso giurista a sottolineare come si sia successivamente arrivati ad abrogarlo completamente, a suo avviso per riparare all’errore fatto in precedenza.

sabino-cassese-foto-di-bacco-2-1151014L’articolo è durissimo, pesante, sostanziale  già dal titolo: “La pandemia non è una guerra. I pieni poteri al governo sono illegittimi”. E a dirlo è un giurista che, da sempre, è europeista e anti-sovranista, un costituzionalista che dà consigli al Quirinale fin dai tempi di Carlo Azeglio Ciampi ed ha continuato a farlo con Giorgio Napolitano e con Sergio Mattarella.

Infine la bordata di fuoco: “A Palazzo Chigi c’è un professore di diritto (Conte ndr): avrebbSabino_Cassese_-_Festival_Economia_2014e dovuto bocciare chi gli portava alla firma un provvedimento di quel tipo. Poi si è rimediato. Ma continua la serie di norme incomprensibili, scritte male, contraddittorie, piene di rinvii ad altre norme. Non c’è fretta che spieghi questo pessimo andamento, tutto imputabile agli uffici di palazzo Chigi incaricati dell’ attività normativa”.  Cassese spiega che il premier ha scavalcato il Quirinale, e compiuto un mezzo golpe. “Perché evocare il Consiglio supremo di difesa se non c’è l’ evento bellico, e specialmente se c’è lo strumento per fare intervenire uno dei tre organi di garanzia, il presidente della Repubblica? (gli altri due sono il Parlamento e la Corte costituzionale, ndr). Invece di abusare dei decreti del presidente del Consiglio, bastava ricorrere, almeno per i più importanti, a decreti presidenziali”. Nell’intervista di Armaroli a Sabino Cassese su Il Dubbio molti si sono chiesti come mai, per criticare il premier Conte, Cassese ha rilasciato un’intervista a un giornale dalla diffusione limitata? Perché non  con un editoriale a sua firma sul Corriere della Sera, di cui è da anni autorevole collaboratore? Temeva forse, il professor Cassese, di entrare in urto con la linea filogovernativa del Corriere? Quasi ironicamente il giudice emerito della Corte Costituzionale racconta come qualcuno avrebbe potuto dubitare che i decreti fossero stati siglati da personalità che hanno un curriculum come quello del Presidente del Consiglio. O addirittura pensare  a una fake news. Ma la cosiddetta «task force contro le fake news», insediata dal sottosegretario Andrea Martella a Palazzo Chigi, poteva  esimersi dal mettere sotto indagine proprio l’inquilino numero uno dello stesso palazzo, il premier Giuseppe Conte?  Secondo il giurista Cassese, Conte avrebbe dovuto avere ben presente il fatto che quel primo decreto fosse illegittimo poiché “senza termini, tipizzazioni dei poteri e con una elencazione semplificativa che consentiva l’adozione di atti innominati”. E proprio per essere un professore di Diritto -secondo Cassese–  Conte aveva  conoscenze idonee a bocciare i documenti che gli venivano sottoposti alla firma. E ancora col dito puntato Cassese aggiunge: “Continua la serie di norme incomprensibili, scritte male, contraddittorie, piene di rinvii ad altre norme”. Secondo Cassese sarebbe stato più opportuno servirsi di decreti del Presidente della Repubblica, invece di abusare di quelli del Presidente del Consiglio. A ciò Cassese ha aggiunto la considerazione secondo la quale, in virtù della legge del 1978 sul Servizio Sanitario Nazionale, più della metà degli atti sarebbero potuti essere emanati dal Ministro della Salute. Tutto ciò  a detta di  Cassese, ha determinato due aspetti: la centralizzazione di un potere che doveva essere di un altro Ministro nelle mani del Presidente del Consiglio e la sottrazione di poteri al capo dello Stato. Non è eccessivo parlare di usurpazione di poteri, di impreparazione, di leggerezza, di abuso mediatico delle tv, in sostanza il premier Conte dovrebbe immediatamente dimettersi.

Carlo Franza

 

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