i__id4881_mw600__1xÈ stata l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sedepalazzo, e il suo Ambasciatore Pietro Sebastiani,  ad accogliere la presentazione ufficiale del volume “I Sacri Monti. Un patrimonio UNESCO tra Piemonte e Lombardia” edito da Silvana Editoriale. L’opera, realizzata dall’Ente regionale di Gestione dei Sacri Monti del Piemonte con finanziamento della Regione Piemonte e in accordo con la Regione Lombardia, illustra, attraverso le spettacolari immagini appositamente realizzate da Marco Beck Peccoz, i testi storici di Elena De Filippis e l’autorevole introduzione di Antonio Paolucci, i sette Sacri Monti piemontesi (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo) e i due lombardi (Varese ed Ossuccio).
L’importanza dell’affollatissimo incontro è stata sottolineata dal benvenuto dell’ambasciatore, sebastiani_5Pietro Sebastiani, un appassionato estimatore dei Sacri Monti,
che ha voluto e promosso questa iniziativa insieme a Franco Bernabè (Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO) che ne ha sottolineato gli elementi di unicità che hanno conquistato loro il riconoscimento UNESCO. Sono seguiti gli interventi di Simona Martino, Dirigente Responsabile del Settore Pro­grammazione e Valorizzazione culturale della Regione Lombardia che ha parlato a nome dell’Assessore all’Autonomia e Cultura della Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli, di 4-lo-sposalizio-di-maria-e-giuseppeVittoria Poggio (Assessore alla Cultura, al Turismo e al Commercio della Regione Piemonte), Salvatore Settis (Professore emerito della Scuola Normale Superiore) e dello storico dell’arte Claudio Strinati. L’intervento conclusivo è stato affidato al Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Conunnamedsiglio della Cultura.  Nel suo intervento, Vittoria Poggio, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte, ha evidenziato come il volume sia frutto dalla stretta collaborazione tra Regione Piemonte e Regione Lombardia.
“Questa buona pratica supportata da un Protocollo di intesa siglato tra le due Regioni e il MIBACT nel 2014, riflette – ha sottolineato l’Assessore – un metodo di lavoro ritenuto strategicamente valido sul lungo periodo nell’ambito della valorizzazione dei Sacri Monti. Che non sono solamente un patrimonio comune a due territori limitrofi che hanno condiviso e condividono storie, tradizioni spirituali e 640px-varallo_sesia_sacro_monte_di_varallo_018saperi, ma sono anche un patrimonio di tutta l’umanità che ancor più richiede una valorizzazione aperta e condivisa”. “Questi pregevoli esempi di architettura del paesaggio sono sorti – ha ricordato l’Assessore – sotto la spinta della fede cattolica delle comunità locali e raccolgono, al loro interno, sintesi estremamente significative di aspetti devozionali, artistici, culturali e naturalistici”. “I Sacri Monti rappresentano per il Piemonte una rete di 7 complessi monumentali e altrettanti santuari di richiamo ben distribuiti sul territorio, che l’amministrazione considera Sacri-monti-Varallocome un faro per lo sviluppo e la rivitalizzazione dei territori in chiave culturale e turistica, senza trascurare le comunità locCappella-1°-08.ali”. Lo sviluppo dei Sacri Monti, fiorito nell’età della Controriforma secondo intendimenti comuni, ma preceduto da rilevanti esperienze sin dal Quattrocento, fu promosso e gestito da religiosi, non solo francescani, e da ecclesiastici con il coinvolgimento dei rispettivi ambienti territoriali e di soggetti di vario rango sociale e politico. “Una gemma” nella collana dei diversi riconoscimenti UNESCO (Patrimonio Mondiale, Patrimonio Immateriale, Riserve della biosfera, Geoparco, Città creative e Cattedre di ricerca UNESCO) di cui il Piemonte si può fregiare, ma che ha soprattutto la responsabilità di fare conoscere. “I Sacri Monti. Un patrimonio  UNESCO  tra Piemonte e Lombardia” è dunque una fondamentale iniziativa di promozione della conoscenza di un patrimonio complesso e straordinario che ancora necessita di azioni che lo conducano ad essere anche maggiormente Sacri-monti-Varallo-4riconosciuto. Nel libro, le fotografie di Marco Beck Peccoz, accompagnate da brevi testi storici e da un’introduzione di Antonio Paolucci, guidano alla scoperta di nove itinerari posti in luoghi di grande fascino paesaggistico, su cui si snodano teorie di cappelle che raccontano, con statue e affreschi, temi cari alla devozione cattolica. Il più antico Sacro Monte, quello di Varallo, iniziato nel tardo Quattrocento per volontà di un frate francescano, voleva condurre in una sorta di viaggio virtuale in Terra Santa quei visitatori che non potevano andarci in pellegrinaggio, riproducendo i luoghi storici legati alla vita di Cristo e popolandoli con immagini che mostravano quel che era avvenuto al loro interno. Grazie a Gaudenzio Ferrari, che vi lavorò nel primo Cinquecento, gli episodi del Vangelo vennero illustrati in scene di intenso naturalismo, con figure tridimensionali in tutto simili a persone vere, per fisionomia e sentimenti, con il fine di coinvolgere emotivamente i fedeli. A questo modello si ispirarono i Sacri Monti costruiti dopo il Concilio di Trento a Orta, Crea, Varese, Oropa, Ossuccio, Ghiffa, Domodossola e Belmonte, che sperimentarono questa nuova ed efficace forma di comunicazione religiosa. Nei Sacri Monti operarono artisti importanti come Gaudenzio Ferrari, i pittori Fiammenghini, Morazzone, Tanzio da Varallo, Moncalvo, gli scultori Tabacchetti e Prestinari, Giovanni d’Enrico, Dionigi Bussola, Giuseppe Rusnati, Antonio Busca, che sovente si alternarono nei diversi complessi costruendo scene vive e reali, coinvolgenti e ricche di pathos, attuali oggi come allora per i fedeli e i cultori di arte. Oggi – ha concluso l’Assessore – attraverso le immagini fotografiche è possibile raggiungere la finalità di rendere maggiormente riconoscibili i tratti di questi magnifici complessi, assecondando altresì quella che è una caratteristica peculiare del patrimonio dei Sacri Monti, ovvero la capacità di suscitare emozione e intimo coinvolgimento in chi guarda”. Da parte sua, Simona Martino ha sottolineato il grande clima di collaborazione istituzionale che anima le due Regioni nella valorizzazione dei Sacri Monti che è alla base della pubblicazione del volume e anche i costanti investimenti della Regione nella cura dei complessi di Varese e Ossuccio.  Salvatore Settis ha parlato dei Sacri Monti come rinnovato rapporto fra costruito e il paesaggio agricolo riportando la loro origine all’interno del fenomeno più ampio, che percorre l’Europa dal IX secolo, della riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Claudio Strinati ha ricordato l’identità comune, ma anche la varietà artistiche e paesaggistiche dei Sacri Monti e il loro legame con la cultura Borromaica. Ha chiuso la mattinata il cardinale Mons. Gianfranco Ravasi con una riflessione sul legame fra il monte e il soprannaturale nelle diverse religioni e quindi sulla salita al monte come ascesa verso il divino. Ha concluso citando Albert Camus, agnostico, ma interessato ai temi della spiritualità, che osservava come l’orizzonte sia ininterrottamente segnato dai monti che sono stati disegnati apposta come punti interrogativi perché ciascuno possa alzare lo sguardo dalla polvere della valle verso l’alto, verso l’eterno e il mistero che ci avvolge.

Carlo Franza

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