Il Museo Civico “Amedeo Lia” della Spezia presenta, dal 19 febbraio al 26 giugno 2022, un approfondimento dedicato a “La Madonna Lia. Gli allievi di Leonardo a Milano”, a cura di Andrea Marmori e Francesca Giorgi. L’esposizione, promossa dal Comune della Spezia, si focalizza sul celebre dipinto eseguito da Francesco Galli, detto Napoletano, per il duca Ludovico Sforza. L’opera, donata dal collezionista Amedeo Lia alla Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano nel 2007, fa ritorno alla Spezia, nell’ambito di una mostra che raccoglie anche altri capolavori, tanto provenienti da Milano quanto facenti parte della Collezione Lia, ad illustrare l’ambiente culturale che Leonardo trova al suo arrivo a Milano e a dimostrazione degli esiti del suo straordinario, illuminante insegnamento.

La “Madonna Lia”, al pari di altri dipinti di piccole dimensioni raffiguranti il medesimo soggetto, fa parte di un gruppo di opere eseguite nello studio milanese di Leonardo negli anni Novanta del XV secolo. Leonardo era difatti giunto a Milano nel 1482, e anche se pare improbabile che sia entrato subito al servizio del duca Ludovico Sforza, viene da subito impiegato in numerosi incarichi per la corte. Il suo multiforme operato prevedeva in primo luogo il progetto e la preparazione per il monumento equestre a Francesco, padre di Ludovico, e la decorazione della Sala delle Asse in Castello. Contemporaneamente lavorava all'”Ultima cena” e dipingeva i ritratti delle amanti del duca – tra i quali il più celebre è quello di Cecilia Gallerani, la “Dama con l’ermellino” – e ancora progettava costumi e scenari per le feste di corte. Se a questo si aggiungono i compiti come ingegnere ducale sia per la costruzione di canali che per le opere militari, è facile comprendere come al maestro restasse poco tempo da dedicare all’esecuzione di piccoli dipinti devozionali: l’incapacità di esaudire tali richieste fu pertanto in parte colmata dalla presenza di numerosi allievi presenti nel suo studio.

Leonardo, prima di giungere a Milano, aveva già eseguito due piccole Madonne devozionali, che ebbero un immediato e meritato successo: la cosiddetta “Madonna del garofano”, oggi a Monaco, e la celebre “Madonna Benois”, attualmente conservata all’Ermitage di San Pietroburgo.
Gli allievi presenti nella bottega di Leonardo erano organizzati in due gruppi distinti: gli apprendisti Salaì e Melzi che, come principianti, erano vincolati al maestro e rimasero al suo servizio più a lungo del normale periodo di tutela, e un gran numero di assistenti che, a giudicare dall’età e dalle capacità, dovevano essere più o meno formati. Di questo gruppo facevano parte Marco d’Oggiono e Giovanni Boltraffio, autori di numerose opere compiute a contatto con Leonardo, e anche un pittore per noi anonimo chiamato convenzionalmente il Maestro della Pala Sforzesca per via della sua opera più celebre. È stato notato che per tutti questi artisti l’ingresso e la permanenza nello studio di Leonardo abbiano costituito il momento di maggiore qualità nell’intero arco della loro carriera, come se il contatto con il maestro annullasse qualsiasi esperienza maturata prima di allora.
La mostra del Museo Lia intende pertanto celebrare questo momento così altamente significativo e dirimente per l’arte italiana, e non solo, quando il genio di Leonardo immette un rivoluzionario vento di novità alla corte di Ludovico il Moro, cambiandone per sempre gli orizzonti artistici.

Carlo Franza

 

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