L’universo di Nicola Bolla dalla Vanitas al Gioco. La mostra ad ARTiglieria Con/temporary Art Center a Torino
La mostra museale “Senza Titolo!” ad ARTiglieria Con/temporary Art Center a Torino, visitabile fino al 16 ottobre 2022 compie un percorso di rilettura degli ultimi 25 anni di attività artistica da parte di una figura singolare e ancora in parte celata come Nicola Bolla. Nella mostra mi sovviene il “Memento Mori” e il “memento homo quia pulvis es et in pulverem reverteris (in latino “ricorda, uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai”), parole tratte dalla Bibbia (Genesi III, 19).
L’artista ha raggiunto la celebrità negli anni Duemila grazie ad una serie di installazioni iconiche (Vanitas) fondate su opere scultoree che, attraverso l’utilizzo esclusivo di un materiale estremamente riflettente come il cristallo Swarovski, rileggevano la storia della scultura invertendo i fattori costitutivi della stessa, da sempre fondata su materiali pesanti, duri, poco propensi alla riflessione della luce. Nella storia della scultura, ma anche in quella della installazione del tardo Novecento, la proposta di Bolla si insinua come una novità visivamente sorprendente e concettualmente sfuggente.
A conferma di ciò contribuisce anche un’altra serie iconica e coeva a quella sopra citata, ovvero la serie Playing Cards: sculture eseguite con le carte da gioco (da ramino, salisburghesi, ecc.). In questi decenni, molti sono stati gli esegeti del lavoro di Bolla. Rispetto all’interpretazione più immediata del lavoro di Bolla, quella che ravvisa nell’operazione pop ed ironico concettuale la sua radice più evidente, l’artista e il curatore Nicola Davide Angerame hanno voluto costruire ipotesi espositive e tesi interpretative nuove, volte a considerare più seriamente, e come “fuori dal proprio tempo”, la proposta artistica di Bolla. Per far ciò, ad entrambi è sembrato doveroso e indispensabile mettere in relazione la copiosa opera pittorica di Bolla, sconosciuta ai più, con le sue opere scultoree più popolari, offrendo molte opere inedite.
La mostra, in forte dialogo con lo spazio espositivo storico e stratificato del Galoppatoio e delle Scuderie Reali (disposte dietro il Teatro Regio di Torino), è progettata dai suoi autori come una polifonia visiva, sensoriale e concettuale finalizzata ad introdurre il visitatore dentro un mondo coerente e sfaccettato costruito in serie di lavori che hanno una radice comune: un gusto tutto contemporaneo per fenomeni e stili che comprendono il Rinascimento come il Barocco, il moderno come l’ancestrale. La mostra propone alcune importanti e grandi installazioni inedite e site-specific capaci di costruire dimensioni spazio temporali che, a causa degli eventi tragici di questi ultimi mesi, assumono il senso di un vaticinio, di una infausta preveggenza da parte di un artista amletico, da sempre impegnato a riflettere sulla caducità della vita e sul senso dell’esistenza, seppure attraverso un linguaggio artistico elegante, ironico, a volte apparentemente svagato ed a tratti grottesco.
Nicola Bolla è un artista che fino ad oggi può considerarsi conosciuto soltanto a metà. Questa mostra rappresenta l’occasione per accedere ai lavori più noti, in dialogo con i molti cicli pittorici.
“Il mazzo di carte è propriamente un complesso e completo insieme di immagini che ambisce a rappresentare e a racchiudere il cosmo e l’uomo in un sistema di segni. Esso partecipa inoltre della natura del gioco contro il disordine del mondo. Bolla procede ad una trasfigurazione della materia e della forma in una grande illusione che ci convince e seduce. D’altra parte, non è l’arte inganno? non è finzione?” (Vittorio Sgarbi).
In un certo senso, già in precedenza, l’uso da parte dell’autore del cristallo e delle carte da gioco rappresentava l’idea di azzardo esistenziale e di vanitas, dunque l’ossimoro visivo tra il senso d’inutilità e la pulsione creativa, tra la rappresentazione dell’opulenza e la miseria umana, tra l’eternità dell’arte e la caducità terrena. Opere frutto di grande virtuosismo e leggerezza che perdono il peso specifico tipico dell’opera plastica. La sua lettura dissacratoria e ludica della realtà sottolinea con forte accento post-surrealista la trasfigurazione simbolica del materiale e dell’oggetto in icona contemporanea, attraverso un processo di alchimia visiva. Mantenendosi distante dall’aura glamour che circonda molti artisti suoi coetanei, Nicola Bolla, soprattutto con le sue opere realizzate con gli Swarovski, ha anche anticipato una profonda riflessione sulla nostra società sempre più dipendente dalla moda e dall’aspirazione al lusso ed ai suoi status symbols e sul rapporto ambiguo e promiscuo tra sistema dell’arte e fashion system.
NICOLA BOLLA nasce a Saluzzo nel 1963, figlio di un noto e versatile pittore che lo introduce al mondo dell’arte antica e moderna e di una madre creativa con esperienze da scenografa e pittrice. Subito affascinato dal mondo del collezionismo e dalle Wunderkammer ha sempre raccolto oggetti antichi e curiosi e la sua opera è sempre stata ispirata da una ricostruzione parallela della realtà attraverso gli strumenti della pittura, della scultura e delle installazioni. Dopo alcune importanti personali in gallerie private a Milano e New York fra il 2000 ed il 2007, anno della mostra da Sperone Westwater a cura di Luca Beatrice, nel 2008 espone alla Goss Foundation di Dallas. L’universo onirico e parallelo alla realtà dell’artista era già approdato alla Biennale Veneziana del 1995 per tornarvi nell’edizione del 2009 (Padiglione Italia). Recentemente invece ha esposto al MART di Rovereto le sue installazioni e sculture di grande formato realizzate con carte da gioco, mentre altre opere basate sull’uso sistematico di cristalli Swarovski e di carte da gioco sono attualmente a Palazzo Reale di Torino nella collettiva “ANIMALIA. Animali a corte”, ed alla Reggia di Venaria nell’ambito della mostra “PLAY.Dalle piazze alle corti” sono presenti nuove opere realizzate con carte da gioco salisburghesi e da ramino. La sua poetica affascinante ed indipendente ha condotto l’autore all’affermazione in Italia ed in Europa, nonché all’apprezzamento a livello globale negli ultimi 10 anni, con la partecipazione ad esposizioni personali e collettive negli USA ed in Cina. Sue opere figurano in importanti collezioni istituzionali e private.
Carlo Franza