Fino al 15 gennaio 2023, Palazzo dei Pio ospita la mostra L’eterno ritorno. Al di là del bene e del male che chiude la trilogia di rassegne dedicate a pellicole come Galileo (2020) e Il portiere di notte (2021) con l’intento di valorizzare il fondo che la regista ha donato al Comune di Carpi. La rassegna, curata da Francesca Brignoli, ideata e prodotta dal Comune di Carpi – Archivio Storico Comunale, in collaborazione con i Musei di Palazzo dei Pio di Carpi, col contributo di Fondazione Cassa Risparmio di Carpi, si concentra su Al di là del bene e del male (1977) uno dei film più audaci e visionari di Liliana Cavani che racconta l’esperienza limite vissuta da Lou Salomè, Friedrich (Fritz) Nietzsche e Paul Rée e presenta materiali di lavorazione, foto di scena, bozzetti, musiche, manifesti, articoli di stampa ma anche significative installazioni ispirate alle scene del film, tutti provenienti dall’archivio Cavani. La mostra racconta il film più audace e visionario di Liliana Cavani, Al di là del bene e del male (1977), dedicato all’esperienza limite vissuta da Lou Salomè, Friedrich (Fritz) Nietzsche e Paul Rée. Complesso e spettacolare, il film (intitolato inizialmente, e sempre nietzschianamente, L’eterno ritorno) è ispirato al pensiero e all’opera del filosofo tedesco (ritenuta ai tempi ancora scomoda) e narra dell’esperimento della “trinità”: esperienza deflagrante di una relazione a tre in cui la donna è al vertice di una geometria intellettuale, psichica e sensuale. Esperienza antiretorica, appassionata, crudele e rischiosa che segna i protagonisti, obbligando Fritz e Paul a un ritorno esiziale alla linea di partenza, mentre Lou ne esce indenne, aderendo a un’idea di giustizia che esige per sè libertà, autonomia, appagamento di ogni desiderio. Libera da convenzioni, oltre le categorie epiche di bene e male, la donna, vero superuomo nietzschiano, lascia alle spalle l’Ottocento e i due uomini amati, entrando con curiosità ed energia nel nuovo secolo: tempo carico di aspettative (e tragedie) su cui densamente riverbera il pensiero di Nietzsche.
Il percorso espositivo è un vero e proprio viaggio nel tunnel della storia, un racconto che partendo dal film (con l’ausilio di materiali di lavorazione, foto di scena, bozzetti, musiche, manifesti, articoli di stampa ma anche significative installazioni ispirate a scene della pellicola), al film ritorna per restituire l’esperienza straordinaria di una storia oltre ogni schema diventata grande cinema. La mostra finalmente rende giustizia a un film di grande impegno culturale e di suggestivo impatto visivo, con cui Liliana Cavani conferma a livello internazionale la sua piena maturità di regista, stimolando dibattiti intellettuali e scatenando crude reazioni. Tra gli eventi collaterali si segnala, tra gli altri, la proiezione della pellicola, in collaborazione con il Cinema Eden, una serie di visite guidate alla mostra e una tavola rotonda sul Fondo Cavani, anche in confronto con analoghe esperienze archivistiche di attori e registi quali Ugo Tognazzi, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni.

Carlo Franza

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