A Palazzo Bonaparte di Roma arriva per la prima volta una mostra dedicata alla scultura iperrealista, in cui sono esposte 43 mega-installazioni dei più grandi artisti contemporanei. Le sculture sono impressionanti, è difficile distinguere un corpo vero da un’opera d’arte tanto i dettagli sono realistici, fin nei minimi dettagli.

Gli artisti esposti, 29 in tutto, sono i più importanti protagonisti a livello internazionale: da Maurizio Cattelan (presente con opere iconiche quali i piccioni dell’installazione “Ghosts”  esposti due anni fa all’Hangar Bicocca a Milano o la famosa banana, meglio detta “Comedian” da poco mangiata da qualcuno) a Ron Muech che espone anche una gigantesca testa di uomo “Dark Place”, fino a George Segal con le monocrome figure in gesso,  le donne lucenti di Carole Feuerman, Duane Hanson e molti altri ancora.

La mostra è ideata dall’Institut für Kulturaustausch, Germany, curata da Maximilian Letze in collaborazione con Nicolas Ballario ed è prodotta e organizzata da Arthemisia. La mostra sarà aperta negli spazi di Piazza Venezia fino all’8 ottobre 2023. Un progetto provocatorio, quello proposto da Arthemisia a ridosso della mostra appena aperta a Milano di Leandro Erlich,    che non diversamente dal percorso milanese espone qui una serie di opere apparentemente familiari ma che se viste da vicino diventano profondamente stranianti, come una versione alterata della realtà.

Una mostra che provoca, interroga e riunisce gli artisti che più di tanti altri hanno fatto discutere: cosa ha portato le sculture iperrealiste a creare un cortocircuito nella mente dei visitatori? Sappiamo che non sono reali, eppure quella pelle, i capelli, le barbe, le dita ci dicono il contrario. I corpi nudi ci scandalizzano, gli occhi ci ipnotizzano e quelle dimensioni a volte perfettamente in scala e a volte sbagliate ci confondono: Sembra vivo! Lo è davvero?

Carlo Franza

 

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