E’ il vincitore del Premio alla Carriera al Premium International Florence Seven Stars  2023 con la seguente motivazione: “La magica trasparenza del fare, unitamente a una storia febbrile che ha argomentato   e lavorato con materie e colori e dunque scena dell’internazionalità, immagini e opere fortemente carichi di memorie e inconscio, hanno portato Luciano Bonetti a vivere il suo presente artistico con soluzioni ideali e tangibili e a farne una figura di significante genialità e di poetante vocazione.  Le sue opere apprezzate dai collezionisti e dalla critica, capitoli e racconti preziosi e ancor più attuali, quotidiana memoria che riaffiora con originalità e fervida narrazione, tutto ciò è  base  sicura per questo meritevole  premio”. Non è poco per un artista come Luciano Bonetti, artista di pregante rilevanza per il fatto di aver sempre dato un peso significante alla sua ricerca, ai capitoli dell’intero suo percorso pittorico, ossequioso agli svolgimenti più vivi e vivaci dell’arte contemporanea.

La storia più autentica di Luciano Bonetti prende il via dai lavori che si sono andati a concretizzare in questi ultimi anni, costituendo un passaggio fondamentale nel cammino di edificazione di una propria identità artistica. I lavori scelti per questa mostra a Firenze rilevano l’assunzione della poetica del muro, assai tipica dell’area informale, come residua zona di raccolta e rimando dei labili segni dell’esistere. La gestazione della superficie dei dipinti, nel suo grado primario di fisicità, testimonia non solo l’elemento minimo dell’immagine e del colore, talora monocromo, ma lo spazio vitalistico e lirico nei dipinti si dilata scopertamente romantico, ad indicare non solo uno spazio che è scavo della propria interiorità, ma il telero rettangolare che diviene spazio si proietta annegandosi dentro una totalità. Questa ricerca continua passa attraverso quelle che si potrebbero definire esercitazioni “à la manière de” Chighine e de Stael, con reiterati ritorni e slanci, svolte nuove sulla nozione di natura, un rapportarsi all’inconoscibile immanenza del mistero dell’esistente. Tutto passa attraverso il filtro della memoria, per un aggancio con le cose, per approdare a una nuova dimensione cosmica in cui l’uomo, lacerato dalla moderna condizione esistenziale possa ritrovare la propria integrità spirituale. Non meno interessante il portato, l’apparire, il   nuovo consistere di presenze del figurabile, racchiuse come in una finestra e appena segnate, tutto pare come in bilico tra astrazione pura e permanenza di indicazioni figurative; opere di respiro grandioso, con risonanze di vibrazioni del colore e della luce che veicolano con un richiamo alla essenzialità degli spazi ipnotici di Rothko, quella spoliazione estrema del linguaggio centrata sulla definizione di un colore evocativo. La corporeità della materia-colore è compatta, fa appello ad un atteggiamento di contemplazione, fa pensare alla visione attraverso un vetro stabilendo il senso della lontananza che è della malinconia e del ricordo. La sua pittura che oggi unisce segno e colore in una magica luminescenza, orchestra e movimenta non solo una sorta di allegorie dello spazio ma diviene dettato interiore di una coscienza in perenne fibrillazione; e vorrei per finire osservare come questo diario pittorico di Luciano Bonetti sia un sismografo delle idee immediate.

Luciano Bonetti nasce a Varese nel 1946, dove risiede attualmente. Nella sua lunga esperienza, la scelta dei materiali e dei colori si fonde con il suo attento sguardo alle persone e alla società. Attraverso le opere Bonetti esprime la sua empatia verso l’Uomo, con i suoi timori, le incertezze e i condizionamenti di un mondo che corre verso un difficile orizzonte. Luciano Bonetti ha partecipato a diverse mostre internazionali in America e in Europa, le principali sono: 2016 – “Mediterraneo e Figuranti” – InArte Werkkunst Gallery – Berlino/Bergamo;“From Picasso and Mirò to contemporary artists” Museo Oud Sint-Jan – Bruges;  2017 – “Viva la vida” – Centro culturale Montjuic – Barcellona; “Italia creativa” – Rathaus – Stoccarda; 2018 – “Mediterraneo: ponte o abisso” – Cappella Orsini – Roma; “Art Paris, Grand palais” –  Parigi,  “L’azione inconsapevole del gesto” Museo Scalvini – Villa Cusani Traversi Tittoni – Desio;  2019 – “Window on time” – Jelmoni studio gallery – Piacenza, “Finestra sul tempo” – Galleria Arianna  Sartori – Mantova; “Memoria di Presenze” – Museo MIIT – Torino;  2020 – “Fluxus Now” – Oratorio della Passione – Basilica Sant’Ambrogio – Milano; “Festival Internazionale del Mediterraneo di Arte Contemporanea” – Castello Ruffo di Calabria – Scilla;   2021 – “Vicine Lontananze” – Galleria Arianna Sartori – Mantova; 2022 – “Vicine Lontananze” – Made4Art Gallery – Brera District – Milano; 2023 – The Act – a cura di Jelmoni studio Gallery – Centro Culturale – Milano. Nel 2023 è l’illustre Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza ad invitarlo nel Progetto “Scenari” con una mostra personale dal titolo “Allegorie dello spazio” al Plus Florence di Firenze. Del suo lavoro hanno scritto vari critici tra cui lo Storico dell’Arte Carlo Franza.

Carlo Franza

 

 

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