Presentate le attività e la programmazione 2024-2025 della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala. “Siamo arrivati finalmente a presentare un progetto formato e definito per il valore artistico e culturale di questa città” – esordisce il Sindaco di Siena Nicoletta Fabio alla conferenza stampa per il rilancio della Fondazione Santa Maria della Scala.

Un evento di rilievo è parso subito fin quando il Sindaco ha invitato dunque i presenti ad ascoltare “la nostra idea di museo, sapientemente e con coraggio, costruita dal presidente Cristiano Leone, dalla direttrice Chiara Valdambrini e dal CdA della Fondazione tutto”.

Oltre all’importanza della conservazione del sito e del suo immenso patrimonio storico e artistico, priorità della Fondazione, il Sindaco ha sottolineato l’importanza della valorizzazione del Complesso museale, che ambisce a tornare ad essere punto di riferimento per l’intera cittadinanza e per i turisti.

«Nessuna opera d’arte è stata creata per essere solo conservata» – aggiunge il Sindaco. «È sacrosanto e doveroso dare alle generazioni future la possibilità di stare con questi oggetti e godere della loro presenza come facciamo noi, ma intanto la responsabilità più immediata è quella di coinvolgere e nutrire le persone del presente. Ovvero essere veramente contemporanei».

Il Presidente Cristiano Leone prende la parola con un triplo ringraziamento, all’Amministrazione, ai membri del CdA – Niccolò Fiorini, vicepresidente; Viviana Castelli, Francesco Piroli, e Massimiliana Quartesan – presentati per la prima volta in quest’occasione pubblica, e alla Direttrice Chiara Valdambrini – e con lei all’intera squadra della Fondazione.

Segue l’esposizione della visione del nuovo Santa Maria della Scala – «Una nuova Scala di grandezza», recita la slide di apertura della presentazione.

“Per rilanciare il Santa Maria della Scala” – spiega il Presidente Cristiano Leone « abbiamo deciso di intervenire immediatamente con quattro azioni che riteniamo fondamentali per il futuro dell’istituzione: 1) strutturazione manageriale della Fondazione e intenzione di ampliare la compagine sociale, con la proposta di ingresso formulata nei confronti del Ministero della Cultura e della Regione Toscana; 2) ridefinizione e rifunzionalizzazione del cantiere monumentale, con l’invito a quattro archistar di fama mondiale – Barozzi Veiga, Odile Decq, Studio LAN, Hannes Peer – a prendere parte a una serie di incontri, che avverranno sin da questo mese e che condurranno a un concorso di idee per stabilire un Masterplan architettonico, urbanistico e museografico, per ripensare le ingenti opere, tutt’ora in corso, di rifunzionalizzazione degli spazi dell’Antico Ospedale; 3) una programmazione artistica e culturale ambiziosa, coerente e di respiro internazionale, con un’alternanza di mostre patrimoniali e contemporanee, un festival performativo dal titolo “Xenos”, per rendere Santa Maria un luogo di ricerca, studio, innovazione, diffusione artistica e culturale: una nuova agorà, in sintesi, in cui l’idea di Benessere collegata alla fruizione culturale diventerà il fil rouge di ogni azione intrapresa dalla Fondazione; 4) una comunicazione strutturata e all’avanguardia, a partire dalla costruzione dell’identità grafica della fondazione al racconto dell’istituzione sui social media, passando per un nuovo sito internet e l’estensione dell’app-audioguida progettata insieme al Comune grazie ai fondi di un bando PNRR ».

Impegno manageriale, estensione della compagine sociale, campagna sponsorizzazioni, apertura di due posti. Si sottolinea infatti che un complesso museale di rilievo eccezionale, come il SMS, necessita del sostegno congiunto di molte forze tra i suoi soci pubblici: oltre al grande impegno dimostrato dal socio fondatore, il Comune di Siena, si è immediatamente sollecitato il coinvolgimento del MiC, con cui si sono già aperte delle riunioni tecniche, ma anche della Regione e, auspicabilmente, delle due Università della città, che si auspica possano assumere un ruolo sempre più decisivo nel futuro dell’istituzione.

Oltre alla compagine sociale, la Fondazione aprirà sin dai prossimi mesi, una campagna di adesione di partner e sponsor privati, che potranno contribuire a sostenere la Fondazione attraverso progetti concreti. La Fondazione intende anche porsi come un luogo in cui i cittadini, e i migliori studenti delle due università della città, possano anche trovare lavoro. È per questo che il Consiglio d’Amministrazione ha voluto lanciare un segnale forte, aprendo subito due posti, di “Addetto alla segreteria istituzionale, alla promozione culturale, al coordinamento della comunicazione e social media specialist” e di “Assistente alla didattica e all’educazione museale”.

Masterplan. Si passa poi alla presentazione dei primi passi per costruire il futuro architettonico e museografico dell’istituzione. L’unicità della vicenda architettonica del Santa Maria della Scala è riflessa nella stratificazione dei suoi spazi, ammirabile per chi si affacci sulla piazza, ma anche per chi percorra il retrostante ‘fosso di Sant’Ansano’. Sono almeno sette i diversi livelli architettonici che dalle pendici della collina della Cattedrale si innalzano racchiudendo corti, spazi assistenziali, funzionali, culturali di rappresentanza. Una progressione edilizia che ha portato in un lasso di tempo relativamente breve, tra la fine del XII secolo e la metà del Quattrocento, ad un’articolata ripartizione ed organizzazione degli spazi interni.

A inizio degli anni ’90, il Santa Maria della Scala termina la sua funzione ospedaliera e inizia la sua trasformazione nel 1996 ad opera dell’architetto Guido Canali, vincitore nel 1992 di un Concorso Internazionale ad inviti, che ha iniziato, senza completarla, la metamorfosi dell’intero complesso.

Il progetto generale di Guido Canali mirò a sottolineare la grande complessità dell’organismo edilizio e prevedeva pertanto la presenza di una altrettanta complessità di funzioni e di attività interrelate tra loro. In particolare, Musei Permanenti (realizzati in parte); Sale per Esposizioni Temporanee (realizzate in parte); Sale per Convegni (completata la Italo Calvino, da 300 posti); Laboratori/ Biblioteche (realizzati in parte); Attività Connesse e di Servizio. Il progetto vincitore prevedeva anche un Auditorium, non ancora realizzato.

Dalla fine degli Anni ‘90 ad oggi la stessa idea di Museo è profondamente mutata. Si è pertanto riconosciuta l’importanza di una nuova riflessione che, a partire proprio dal progetto Canali, identifichi le nuove priorità e i bisogni, oggi, nella fruizione dello spazio museale. Primo fra tutti, si pone un problema di accessibilità e inclusività che impone di riconfigurare gran parte del percorso di visita, che per via della complessa struttura architettonica ma anche della varietà di enti culturali accolti all’interno del Santa Maria della Scala, risulta attualmente non leggibile e spesso fonte di fraintendimenti interpretativi nonché di difficoltà di accesso per alcune categorie di pubblico.

Si sono dunque individuate alcune figure di architetti mondialmente riconosciuti che hanno accolto l’invito della Fondazione per iniziare un cammino in tre tappe: la prima, avverrà proprio questo 17 giugno, con un primo sopralluogo. Seguirà poi una restituzione in occasione del Convegno ISOCARP, che si terrà presso il Santa Maria della Scala (9-12 ottobre).

Si aprirà quindi un concorso di idee, che consentirà a una giuria internazionale di selezionare un vincitore tra i quattro studi invitati, al quale sarà affidata la realizzazione di un Masterplan generale che trasformerà il Santa Maria della Scala rendendolo un luogo aperto alla città, attraverso un nuovo percorso museografico che includerà, tra le varie novità, anche una sala dedicata alla storia dell’Ospedale. Essa sarà realizzata congiuntamente con l’Università degli Studi di Siena; tale progetto sarà discusso in anteprima durante la Bright Night il 27 settembre.

I quattro studi di architettura selezionati sono: Barozzi Veiga, Odile Decq, Hannes Peer, e Studio LAN.

Mostre triennio 2024-2026 – Il Presidente Leone e la Direttrice Valdambrini hanno poi presentato le linee di azione della programmazione artistica e culturale della Fondazione. Il programma di mostre per il triennio a venire intende gettare un ponte tra generazioni, culture, epoche e luoghi diversi, per ricostruire i frammenti del passato, attraverso l’oggi, per creare nuove memorie condivise proiettate al domani.

Pertanto, ogni anno si alterneranno due grandi mostre, una di impronta patrimoniale, ma con incursioni di contemporaneità, e una d’arte contemporanea costruita per celebrare alcuni aspetti del patrimonio storico artistico e culturale dell’istituzione.

L’identità artistica della Fondazione sarà plasmata per rievocare la storia secolare dell’ospedale, in cui la cura e l’attenzione all’altro, diventano il perno concettuale nella trasformazione attuale del complesso museale, che diventa terreno per sperimentare l’equazione fondamentale Patrimonio culturale = Benessere, che sarà declinata in tutte le azioni che verranno promosse.

Dialogo tra i tempi, dunque, attraverso un fil rouge che connetterà il passato al futuro, all’insegna dell’interazione e partecipazione tra il pubblico, il Santa Maria della Scala in quanto architettura complessa, contenitore di capolavori, e spazio aperto alla sperimentazione, alla ricerca, all’innovazione e alla diffusione e condivisione culturale.

“Il programma artistico e culturale della Fondazione va a rompere gli schemi consueti e compie voli sperimentali, mantenendo un filo rosso sempre presente: quello del valore del passato, delle radici che alimentano ciò che oggi è ancora il Santa Maria della Scala, ma che è anche capace di creare nuove memorie, caleidoscopiche, partecipate e proiettate al futuro” – chiosa la Direttrice. E infine aggiungo, in attesa di dar voce a tutte le mostre in programma, che gestire così un museo, e con un Presidente illuminante, è altamente da incorniciare una gestione così culturalmente viva e ancor più managerialmente oculata. 

Carlo Franza

 

 

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