Bologna, giugno  2024 – I Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna presentano la mostra dossier Ludovico e Annibale Carracci. Storie antiche per due camini bolognesi nella collezione Michelangelo Poletti, a cura di Angelo Mazza.

Allestita nella Sala Urbana delle Collezioni Comunali d’Arte a Palazzo d’Accursio, l’esposizione che ha avuto l’apertura straordinaria fino alle ore 24.00 in occasione della Notte Europea dei Musei e della Giornata Internazionale dei Musei, rimane aperta fino al 22 settembre 2024. Nucleo centrale del progetto espositivo sono i due affreschi con Alessandro Magno e Taide incendiano Persepoli, di Ludovico Carracci (Bologna, 1555 – 1619), e la Morte di Didone, di Annibale Carracci (Bologna, 1560 – Roma, 1609), che furono eseguiti attorno al 1592 per due camini di Palazzo Lucchini (poi Angelelli, poi Zambeccari) in Piazza Calderini a Bologna. Le pitture sono ricordate da Carlo Cesare Malvasia nella Felsina pittrice (1678) e ne Le pitture di Bologna (1686), e in seguito in tutte le guida antiche sulla città scritte tra Sette e Ottocento. Staccati dal muro e riportati su tela per ragioni conservative, i due affreschi sono stati posti in vendita presso una casa d’aste di Firenze nel settembre 2022 e aggiudicati dall’imprenditore Michelangelo Poletti, la cui collezione specializzata nella pittura bolognese ed emiliana tra Cinque e Settecento arreda il castello di San Martino in Soverzano, nel comune di Minerbio.

L’affresco di Annibale Carracci con la Morte di Didone non è mai stato esposto al pubblico, mentre quello di Ludovico Carracci Alessandro Magno e Taide incendiano Persepoli lo è solo una volta, nel 1993, per la monografica sull’artista curata da Andrea Emiliani e allestita tra il Museo Civico Archeologico e la Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Grazie alla generosità dell’attuale proprietario è possibile presentare al pubblico queste straordinarie testimonianze della civiltà artistica bolognese, dopo l’intervento conservativo di restauro eseguito tra il 2023 e il 2024 da Giovanni Giannelli del Laboratorio di Restauro Ottorino Nonfarmale. Accanto agli affreschi sono esposte anche le incisioni tratte da essi, che circolarono numerose nel XVII secolo e contribuirono alla fama di questi dipinti.
I soggetti mitologici erano prediletti per la decorazione di soffitti, sopracamini e fregi nei palazzi privati, come documenta anche un affresco proveniente da Casa Paleotti, parte di un ciclo con Storie di Apollo realizzato da Ludovico e dalla sua equipe nei primi anni del XVII secolo, che viene esposto in questa occasione. Sono inoltre presentati alcuni dipinti dei celeberrimi cugini e delle loro botteghe conservati alle Collezioni Comunali d’Arte, realizzati per contesti diversi e su vari supporti.
L’esposizione è accompagnata da una omonima pubblicazione, a cura di Angelo Mazza con la collaborazione di Silvia Battistini, che rievoca la storia dei dipinti, ne approfondisce l’iconografia e rende conto della travagliata vicenda conservativa, oltre che del più recente intervento di restauro (Bologna, Bologna University Press, 2024).

Carlo Franza

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