Due preziose occasioni coronano l’ascesa artistica di Anna Addamiano, acclamata dalla critica italiana ed estera fra le pittrici italiane più vitali e innovative della contemporaneità. Le occasioni sono la consegna del Premio alla Carriera che ha ricevuto a Firenze in occasione del Premium International Florence Seven Stars 2024 e la mostra personale dal titolo “I colori del sogno” che sta tenendo sempre a Firenze al Plus Florence nel famosissimo Progetto Scenari da me curato. Tutto ciò lascia emergere in profondità  l’originale universo poetico dell’artista, che conduce sul versante fiabesco ed ermetico  la sua pittura  preziosamente calata in un mondo fuor dal comune,   intrisa di una leggera magia, di campiture mitiche e fiabesche, che evocano e richiamano gelosamente lontane reminiscenze, in cui si mischiano echi fanciulleschi e circensi, quelle scenografie pascoliane che sanno di fanciullezza, teatro di marionette e cartoni animati. Il linguaggio visivo di Anna Addamiano, con le sue delicate suggestioni simboliche, che cattura e apparenta l’immaginario fantastico fino a Picasso, a Chagall, a Baj, a Collodi, a Emanuele Luzzati, e perfino a certo Fellini, si svela all’osservatore anche con  bozzetti e dipinti, costumi teatrali, sculture di diverse dimensioni che consentono di ripercorrere tutta  la sua produzione, dagli esordi sino ai nuovi orizzonti espressivi che caratterizzano il suo lavoro attuale, mettendo in luce il composito tessuto di riferimenti creativi che animano l’immaginario fantastico.  Ecco la preziosa motivazione che la giuria internazionale ha riservato ad Anna Addamiano per la consegna del Premio alla Carriera  a Firenze: “Una intera vita spesa nell’arte per declinare una pittura mirabile, umana, poetica, preziosa, capace di declinare memoria, quotidianità e cultura visiva. Per tutto ciò ad Anna Addamiano va questa singolare premialità, perché la sua pittura svela e rivela un traguardo europeo raggiunto con singolare forza e creatività passionale, nutrita ancora di colori e radici europee, in cui la poesia del racconto pittorico si fa certezza del mestiere di vivere”.  

Ecco cosa dicevamo presentando la sua mostra fiorentina: “Un discorso su Anna Addamiano ci riporta a quelle che potrebbero essere state le fonti di gusto dell’artista, a quell’excursus di Scuola Romana, a quegli echi di un certo gusto del primitivo, a quelle radici goyesche caldeggiate da Oppo, che precedettero l’avvento di Scipione e Mafai, imperniate di irrazionalità metafisica e surrealista. Da questi miti, pittorici e letterari, la sua visione spesso risultava surreale, diciamo animata da fantasmi e miracoli. La sua è una poetica di evocazione, i suoi insetti, le sue farfalle, le sue macerie, le sue donne, le sue bambole, i suoi desolati istantanei fantasmi, il suo racconto visionario; animali, uomini e cose assumono nel gran moto della creatività un’eccitazione nervosa con qualcosa di spiritico e fantastico. Opere tese, espressive, che trovano ascendenza soprattutto in Scipione e Stradone, specie in quella certa scelta di temi di fondo popolaresco e istrionesco, dove compaiono diseredati e maschere, disperazioni mimetiche e balletti, popolane e componenti romantiche che lasciano individuare il suo diario interiore. La pittrice va ad estri, lasciando emergere in questo racconto gli incontri, gli abbracci, le occasioni, i volti, le donne, una esistenzialità, un costume ridotto a maschera, tra il freddo e il caldo, conferisce moto a una realtà disfatta nel tempo, fantasie, visioni, sogni o capricci. Spesso è una realtà notturna che avvolge le figure umane, l’artista fa affiorare  dal  buio  lampeggiato  nuovi  verdi,   e  rossastri  bellissimi,  in  uno  spazio  vago e approfondito. Anna Addamiano seguita a movimentare la sua inventiva con fervore psicologico, il suo racconto pittorico è un moto di liberazione dell’esistenza vissuta, un dipingere la vita con i colori del sogno”.

Anna Addamiano è nata a Roma dove è rientrata dopo un lungo periodo all’estero. Incontra nel 1976 a Venezia Emilio Vedova che la vuole come assistente all’Accademia di Belle Arti. Decide, invece, di vivere e lavorare a Roma, dapprima nei mezzi di comunicazioni e poi esclusivamente nell’arte. Nel 1981 illustra il libro di poesia “Giulia o il Teatro degli occhi” di Virgilio Guidi, nel 1988 espone nella Sala d’Armi di Castel Sant’Angelo a Roma, nel 1993 all’Università di Camerino, nel 1998 ne Palazzo delle Esposizioni di Roma, nel 2001 nel Castello Cinquecentesco  de L’Aquila, nel 2002 all’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma (la mostra viene poi ripetuta a Parigi, Cairo, Alessandria d’Egitto, Tel Aviv), nel 2004 al Museo Nazionale  Luigi Pigorini  di Roma, nel 2005 nel Museo  d’Arte delle Generazioni Italiane del ‘900 a Pieve di Cento, nel 2008 nel Palazzo Rospigliosi di Zagarolo, presentata di volta in volta da Carlo Belli, Renato Civello, Ennio Calabria, Carlo Fabrizio Carli, Arnaldo Romani Brizzi, Mario Lunetta, Ida Mitrano, Giorgio Di Genova, Carmine Siniscalco. Ha realizzato sigle televisive, manifesti per il cinema, copertine e illustrazioni di libri, costumi e scenografie teatrali. Il suo “Presepe-Teatro”, esposto nelle principali Chiese di Roma, oggi fa parte del Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller” a Castronuovo di Sant’Andrea provincia di Potenza. Nel 2023 ha vinto a Milano il Premio delle Arti Premio della Cultura per la Pittura. Nell’aprile 2024 è l’illustre Storico dell’Arte Prof. Carlo Franza, a campionare una mostra personale dal titolo “I colori del sogno” al Plus Florence di Firenze nel Progetto “Scenari” e a consegnarle il Premio alla Carriera del Premium International Florence Seven Stars 2024.

Carlo Franza

 

 

 

 

 

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