La mostra “Il segno della camera rossa” celebra i novant’anni di Sandro Trotti, artista marchigiano di nascita e romano d’adozione, che ha realizzato importanti esposizioni in tutto il mondo, riscuotendo un eccezionale successo in Cina. L’esposizione, curata da Daniela Simoni e da Nunzio Giustozzi, è allestita nella Casa Museo Licini e nelle sale espositive del Centro Studi Osvaldo Licini fino al 1 settembre 2024. Tema di fondo e

trait-d’union con l’arte liciniana è l’erotismo che in Trotti si esprime attraverso la sensualità della linea e la carnalità della materia. In mostra circa quaranta opere, in prevalenza olii, dedicati al nudo femminile e a scene erotiche, dipinti dagli anni Settanta ad oggi, la maggior parte inediti. Il titolo della mostra “Il segno della camera rossa” deriva da quello di un volume sull’arte erotica di Trotti pubblicato nel 2017 da Grafiche Fioroni, presentato al pubblico per la prima volta in questa occasione. Evidente è l’assonanza con il romanzo settecentesco “Il sogno della camera rossa” di Cao Xuequin, una delle più importanti opere letterarie della letteratura cinese, fondato su una trama labirintica che ha al centro una complessa storia d’amore raccontata con acuto realismo ma anche con fervida fantasia. Il libro di Trotti comprende una selezione di opere di carattere erotico corredate da pensieri e riflessioni dell’artista che si racconta con assoluta immediatezza. Vi compare anche la ristampa anastatica di un testo del 1981 intitolato “Moravia e il segno erotico di Sandro Trotti” nel quale Alberto Moravia così commentava l’arte del maestro marchigiano: “È un segno “continuo”, come se l’ispirazione fosse una matassa e si tira il filo, la matassa si srotola e immediatamente disegna nello spazio l’oggetto che Trotti intende rappresentare. Ma avviene che quest’oggetto è il nudo femminile; di conseguenza l’ispirazione si potrebbe anche chiamare ossessione”.  Nell’artista è innata una straordinaria gestione del segno in funzione espressiva: il ductus è in alcune opere asciutto, essenziale e insieme fortemente evocativo, mentre in altre diventa complesso, torna su se stesso, creando un’atmosfera che rende l’erotismo un’aura palpabile. Il colore non si fa plastico attraverso il chiaroscuro ma fa vibrare la superficie pittorica attraverso le modulazioni degli impasti – ora grumosi, ora fluidi, ora compatti, ora raschiati – che tendono a disfare la forma senza mai negarla. Non è un’arte descrittiva ma trasfigurata dal dominio della materia e da una sorta di estasi segnica: protagonista è la donna ma ancor più lo è la pittura, la sua essenza misteriosa, con la quale l’artista non smette di dialogare con sensualità, sensibilità, rapimento.
Trotti è nato a Monte Urano nel 1934 e dal 1949 vive a Roma dove si è formato e ha    insegnato all’Accademia di Belle Arti dapprima come assistente di Montanarini e poi come titolare della cattedra di pittura. Ha frequentato l’ambiente romano, intessuto rapporti amicali con Domenico Purificato, allora assistente di Capogrossi, Pericle Fazzini, Sante Monachesi. Ha viaggiato molto, soprattutto in Oriente, in Thailandia e in India, in Egitto, in Medio Oriente, alimentando la sua ricerca pittorica con nuove suggestioni. Numerosissime sono le mostre che ha tenuto in Italia e all’estero. Sandro Trotti è attualmente considerato in Cina uno dei maggiori testimoni della cultura artistica italiana, nominato professore onorario presso le Accademie di Hubei, Guangzhou, Pechino.
“La pittura di Trotti – afferma Daniela Simoni – è tutta intrisa di eros, di desiderio palpitante, distillato in un tessuto cromatico e segnico guidato da un ritmo orgiastico che a tratti concede varchi all’informale. I ritratti e i nudi immortalati nelle tele esposte sono espressione dell’eterno femminino scaturito dall’immaginario dell’artista: vi si coagula la metamorfizzazione del sinuoso paesaggio marchigiano  – di ascendenza  liciniana  – con la ricercatezza dell’arte erotica orientale e la suntuosità del colore proprio della tradizione pittorica italiana”.
Scrive Nunzio Giustozzi, che tante mostre di Trotti ha curato: “La modella è stata sempre nell’empireo di uno dei più profondi interpreti della seduzione femminile per cui la voluttà della pittura vuol dire passione per la vita. Alla frenetica energia del segno si intreccia la felicità dei ritratti, dove l’emozione proviene dal colore, per risolversi nell’audace carnalità dei nudi in pose di un erotismo viscerale eppure sublimato, sofisticato.” Promossa dalla Regione Marche, organizzata dal Comune di Monte Vidon Corrado in collaborazione con il Centro Studi Licini, supportata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, l’esposizione si inserisce nel contesto della rassegna dedicata al segno nell’arte del Novecento ed è fruibile non solo da studiosi, storici dell’arte, artisti ma anche dal grande pubblico. La mostra è visitabile il venerdì dalle 21 alle 24 e il sabato e la domenica dalle 16.30 alle 19.30.

Carlo Franza

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