Affascinante questa mostra del norvegese Fredrik Vaerslev (Moss-Norvegia  1979) messa in piedi a Milano da Giò Marconi,  e vive come un “non progetto pittorico” in quanto lascia vedere come l’artista abbia catturato  dei segni particolari, dei “segni del mondo” svelandone varianti diverse, destabilizzanti, di cambiamento, espressione anche del tattile, di un contingente  che  cambia di forme e di toni. La mostra ha per titolo “Choppy Times” e si caratterizza proprio per il lavorio esterno e interno delle “muffe”, ovvero quel processo che si conforma a seguito di fermentazione, deterioramento, avvio a morte. Tele grezze preparate con dell’imprimitura mescolata a pigmenti, […]