Oltre alla malasanità, da sempre diciamo che in Italia c’è la malacultura. E già, perchè non si fa nulla, il ministero preposto men che meno, quel poco che si fa appartiene a quel capitolo del cosiddetto
mostrificio italiano che vede progettate mostre-cassetta di bassissimo livello  con l’inserimento di un qualche  capolavoro, e poi di quell’artista poche cose dozzinali.  Ma sentite cosa è successo poco più di un mese fa ad Assisi,  e la notizia non solo è sfuggita a tv e giornali ma neppure il Ministero dei Beni e delle Attività culturali s’è degnato di posizionarla sul suo sito dove invece impèrano  sciocchezze di mostre in bella fila. Veniamo al dunque.  Ad Assisi nell’agosto 2013 viene messa in piedi una mostra su “Canova” con tanto di comitato scientifico in cui figurano direttori generali MIBAC e Sovrintendenti. Occorre il reperimento delle opere, sicchè dal muro dell’Accademia di Belle Arti di Perugia viene staccato un capolavoro, bassorilievo in gesso di Canova,  per essere trasportato a 24 chilometri di distanza. Operazione affidata alla ditta trasporti  Alessandro Maggi di Pietrasanta; ma tale operazione è stata fatale perchè il gesso(staccato il 2 agosto) cadendo si è ridotto in mille pezzi. Opera irrecuperabile, non c ‘è restauro che tenga. Danno per l’intera nazione. Pensate che l’opera era uno dei pochi esemplari noti dell’Uccisione di Priamo, episodio omerico  che unitamente a tante altre scene della letteratura classica, ispirarono a Canova una delle sue più celebri  serie di bassorilievi. L’importanza è dettata dal fatto che come il bronzo, il gesso  consente di moltiplicare gli originali e questo capolavoro era stato donato all’Accademia dagli eredi dello stesso Canova. L’unico ad aver dato notizia del triste evento è stato lo storico dell’arte Francesco Federico Mancini -oggi doverosamente ci affianchiamo noi- sul Corriere dell’Umbria  osservando trattarsi di  “ una gravissima perdita per il nostro patrimonio”e che “suscita sconcerto e indignazione”. L’assicurazione dovrebbe ripagare 700.000 euro, ma sono poca cosa in confronto al capolavoro andato per sempre distrutto. Mi è venuto  da ridere quando ho saputo che la scelta di Assisi-Perugia per la mostra del Canova partiva dalla non storica affermazione del Direttore dell’Accademia sulle affinità  armoniche tra le forme neoclassiche di Canova  e i versi medioevali di San Francesco. Ma questo signore la conosce la storia dell’arte, prima di fare simili affermazioni? Questo grave fatto, anzi delitto culturale, mi ha richiamato alla mente che Giancarlo Galan, presidente della Fondazione Gipsoteca Canoviana di Possagno, già Ministro dei Beni Culturali, fece realizzare  nel novembre 2012, e dunque sotto il Governo Monti,  un catalogo di “Intimissimi” -ripeto un catalogo dell’intimo  nella Gipsoteca del Canova, con il beneplacito del sottosegretario ai Beni Culturali Roberto Cecchi (governo Monti) il quale ha avuto anche la sfacciataggine di dire che “economia e cultura sono un tutt’uno, non a caso siamo il Bel Paese”. E infatti  l’Italia  oggi è in mutande. E intanto di danni irreparabili ce ne sono ogni giorno, dalla Pompei che crolla  a capolavori che con faciloneria si spostano e si perdono per sempre. E’ il caso del Canova distrutto.

 Carlo Franza

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