La prima volta che ebbi modo di conoscere il lavoro di Staccioli è stato  nel 1974, in occasione della mostra a Milano “Presenze e tendenze nella giovane arte italiana” alla Biennale di Milano al Palazzo della Permanente; mostra divisa in dieci sezioni e Mauro Staccioli vi figurava accanto ad Adami, Dangelo, Del Pezzo, Nespolo, Plessi, Pozzati, Trubbiani, Baratella, Umberto Mariani, Isgrò, Carrino, Paradiso, Pardi, Coletta, Marchese, Aricò, Barbanti, Colombo, Bonalumi, Castellani, Pinelli, Verna, Matino, e altri ancora. Poi il suo percorso artistico, umile, colto, profondo, geometrico e razionale, minimale, monumentale pur sfuggendo all’effetto tutto effimero  del monumentalismo, innervato sulle direzioni […]