Il minimalismo di Hong Hao fatto di bottoni
Eccola la Pace Gallery di Pechino, vi si accede tramite un ponte levatoio che attraversa il fossato d’acqua che circonda lo spazio museale. Qui espone fino al 27 aprile 2013 l’artista cinese Hong Hao (Pechino,classe 1965) che argomenta da sempre il suo percorso e la sua poetica con oggetti di tutti i giorni. Ha studiato laureandosi al Dipartimento di Incisione all’Accademia Centrale di Belle Arti di Pechino, nel 1989. Ha esposto nella grande mostra internazionale “Il global contemporanea:Art wordls dopo il 1989”; ed il suo lavoro ha toccato i più grandi musei del mondo,dal Moma al Paul Getty Museum di Los Angeles. Hong colleziona da più di vent’anni manuali sul tempo libero. C’è da dire inseguendo il motto latino “otium/ negotium”, che per lui vale la riflessione legata alla storia passata e presente. Oggetti raccolti, oggetti personali o oggetti di tutti, oggetti disusati, oggetti raccolti per categorie merceologiche, scatole, bottoni, ricevute, mappe, banconote, cibo, contenitori, libri, tappi, e mille altre cose. Tutto rientra in un minimalismo che cattura dal mondo consumistico, oggetti di nessun valore ma che danno idea della nostra quotidianità, del nostro vissuto, del nostro tempo e della nostra memoria. Ogni oggetto viene, dopo essere stato raccolto, catalogato, fotografato e riutilizzato in mille opere che l’artista ci consegna,anzi consegna a tutto il mondo. L’artista cinese ha messo in piedi una sorta di paradiso del presente con aspetti immateriali riguardanti il processo produttivo, industriale ed estetico. Hao Hong mantiene intatta la preziosità di uno stupore fanciullo che conserva grazie alla curiosità,all’assemblaggio, all’inscatolamento degli oggetti più disparati che diventano oro nelle sue mani.
Carlo Franza