Il cibo in cartolina. Cartoline della collezione Sturani in mostra a Roma a Eataly
L’Expo milanese del 2015(dedicata proprio a “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”) è alle porte e una mostra dal titolo “Cibo di carta” che accompagna le iniziative sul tema dell’alimentazione si tiene a Roma a Eataly in Piazza XII Ottobre 1492. Ma la novità più vincente è che sono state selezionate 180 cartoline capaci di raccontare cosa e come mangiavano gli italiani dalla fine dell’Ottocento a Novecento inoltrato. Materiale proveniente da Enrico Sturani il più importante collezionista al mondo di cartoline( oltre 150 mila cartoline di tutti i Paesi). Cartolina vuol dire cultura, ma anche arte, storia, costume, economia. Storia d’Italia legata all’alimentazione, uno spaccato emozionante capace di farci rivivere secoli di produzione e commercio di beni alimentari. E’ la prima mostra monografica sul tema dell’alimentazione che utilizza solo cartoline illustrate. Cosa si legge in queste cartoline? Di forte colore i vivaci scugnizzi napoletani eppoi i venditori ambulanti, il pasto popolare dei contadini e ancora i ristoranti e i caffè d’Italia. Già i caffè d’Italia che sono stati anche luoghi di ritrovo e di cultura, dal Pedrocchi di Padova al Greco di Roma. Bambini,donne e uomini del Novecento, dal Nord al Sud tutti variamente rappresentati dal cibo, diverso e variegato. Un’esposizione inedita e destinata a sorprendere sia per la varietà e qualità del materiale che per gli aspetti culturali e di costume legati all’alimentazione. Una mostra di eccezionale livello. Le cartoline sono esposte in 25 sezioni, in bianconero e a colori che, come dice Alberto Capatti curatore, ci consegnano una mostra che “crea un gioco di corrispondenze e di rimandi, dal passato al presente, che porta a interrogarsi su quegli strani consumi di immagini appetitose che oggi imperterriti continuano a ripetersi con altri supporti”. Si insegue il pasto completo, pane, pasta, condimenti, salumi, pollame, pesce, formaggi, frutta, dolci, cioccolato, acqua, bibite, birra, vino e liquori, caffè, ecc.
Ma ci sono anche gli strumenti del mangiare(stoviglie e frigorifero), i
mestieri(i venditori ambulanti), i luoghi(la cucina popolare,i ristoranti e gli alberghi). Non mancano – e fanno veramente sorridere- cartoline galanti e dai doppi sensi erotici. Di grande effetto i “mangiamaccheroni”, quasi a riprodurre le vecchie litografie napoletane, che con le mani rivoltano gli spaghetti. Aperture sulla pubblicità e su ciò che una volta si chiamava “la rèclame” con panettoni di marca e coppe di spumante; con maiali travestiti da imbonitori e salumieri in cattedra. Ecco il cibo in cartolina, ritagliato, fotografato, disegnato, consumato con gli occhi, pronto per ogni palato, nobile, borghese o popolare.
Carlo Franza