La notizia di Dasha Zhukova razzista perchè fotografata su una sedia raffigurante una modella negra nuda, con solo con lo slip e vera scena da bondage, ha fatto il giro del mondo. Ma la notizia se disgustosa perchè pubblicata sulla rivista russa “Buro 24/7” e ripresa dall’ Huffington Post proprio nel giorno delle celebrazioni per il Martin Luther King Day, va approfondita nel senso che la bellissima Zhukova, trentaduenne compagna del magnate russo Roman Abramovic è una gallerista di eccezionale livello. E’ direttrice della famosissima rivista russa d’arte e moda “Garage”. Già “Garage” quando uscì per la prima volta fece scalpore perchè la copertina era stata affidata a Damien Hirst che aveva applicato sullo scatto di un pube di una modella di grido una farfalla colorata,indicando sulla cover di “staccare lentamente e osservare” per vedere che la stessa farfalla era stata tatuata direttamente sulle vere zone intime della giovane. Ora la sedia dello scandalo è ispirata da una collezione disegnata dall’artista inglese Allen Jones nel 1967 ed esposta alla Tate Gallery di Londra. La sedia non deve essere vista se non come un pezzo di arte contemporanea. Certo scioccante, ma anche in altre epoche scioccarono sia la “merda d’artista” di Piero Manzoni, che l’esposizione del “mongoloide” di Gino De Dominicis alla Biennale di Venezia del 1972. Quello che ha ignorato l’Huffington Post nel diffondere la notizia è che tali sedie hanno fatto parte di un’esposizione d’arte che recentemente è stata allestita anche al Maxxi di Roma. Le donne-sedia erano quasi tutte bianche. Né vi era alcun intento razzista o “femminicida”. Le sedie ricordano le provocazioni del sesso estremo e del bondage, possono non piacere a tutti, ma l’intenzione non è certo quella di sminuire la figura della donna. Si tratta solo della rappresentazione di un ruolo in un gioco sessuale estremo. La scultura incriminata è opera dell’artista norvegese Bjarne Melgaard(1967), e fa parte di una serie di reinterpretazioni di Jones per commentare le politiche di genere e razziali; c’è da dire che è ovvio che sia l’uso della sedia nella session fotografica che l’uso dell’opera fuori dal contesto è stata deplorevole. Ma vi assicuro che Bjarne Melgaard è un grande artista,ed io stesso presentai una sua mostra di livello qualche anno fa alla Galleria Borgogna di Milano.

Carlo Franza

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