A arte Invernizzi di Milano ha inaugurato una mostra personale dell’artista inglese Alan Charlton (British 1948) dal titolo “Triangle Paintings”, che ha specificamente ideato un percorso espositivo pensato in relazione agli spazi della galleria. Alan Charlton, secondo la propria dichiarazione: “I am an artist who makes a grey painting”, indaga sin dal 1969 le diverse potenzialità dei monocromi grigi ponendoli in relazione con l’ambiente circostante e con eterogenee modulazioni di luce. In questa occasione l’artista espone lavori che, proseguendo un percorso iniziato con i Pyramid Grid Paintings ed i Triangle Grid Paintings presentati in galleria nella personale del 2011, nei quali tele di formato rettangolare venivano disposte secondo direttrici ortogonali per definire forme piramidali, divengono archetipi triangolari, non più suggeriti ma definiti e compiuti in se stessi. Al piano superiore della galleria sono esposte tele triangolari di piccolo formato ognuna con una diversa modulazione di grigio. La volontà d’indagine e conoscenza, perseguita con coerenza artistica e razionale, trae maggior forza dal dialogo con le opere di grandi dimensioni installate al piano inferiore della galleria, monocromi triangolari caratterizzati da una fisicità preponderante. In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo con la riproduzione delle opere esposte, una poesia di Carlo Invernizzi e un apparato bio-bibliografico. Alan Charlton ha affermato di essere un artista che dipinge quadri grigi. In questa che è una delle poche dichiarazioni che ha rilasciato nel corso della sua carriera, è sintetizzata tutta la coerenza della sua ricerca linguistica. Formatosi alla scuola d’arte di Sheffield si è perfezionato alla Royal Academy a Londra. Nel 1968, nel corso dell’annuale esposizione degli studenti dell’accademia, realizza il suo primo quadro grigio che verrà rifiutato e non sarà presentato nell’ambito della mostra. Questa esperienza anziché distoglierlo dal suo linguaggio espressivo lo esorta a proseguire con coerenza nel cammino intrapreso. Nel 1972 la sua prima mostra alla galleria Konrad Fischer a Düsseldorf dove espone solo quadri grigi operando una scelta radicale in favore di questa componente cromatica. Il grigio è l’unico colore utilizzato da Charlton nel corso della sua carriera e l’unico colore che contempla nella sua tavolozza, e la stesura monocroma l’unico modo in cui lo tratta.L’intero sistema della pittura è ridotto al monocromo e l’intero repertorio linguistico limitato a una stesura uniforme e compatta. L’artista compie una scelta consapevole in favore di un’assoluta impersonalità del linguaggio attraverso un radicale azzeramento di ogni componente espressiva. Lo spazio, l’attesa e il silenzio sono all’origine della sua pittura e i suoi quadri, rifiutando di aspirare a una condizione trascendente, sono fortemente radicati nella realtà. L’arte di Alan Charlton vibra nell’intensità del ritmo e delle battute, vive nello scambio e nel rapporto dialettico che instaura con l’ambiente e lo spazio circostante. La coerenza intellettuale dell’artista vive proprio nel quadro grigio in continua metamorfosi, si connatura alla struttura interna del dipinto ma anche ai moduli elementari e basilari quali paiono essere rettangolo, quadrati, e in questo caso triangoli. Spazialità, essenzialità, serialità, equilibrio, e colore -il grigio- nelle differenti tonalità, ne fanno di Alan Charlton un mistico dell’arte.

 Carlo Franza

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