Il Qatar è da amare, temere e odiare visto che ha appoggiato le rivolte della Primavera araba sia con la sua tv Al Jazeera che con soldi, diplomazia, forza militare e i controversi legami con i gruppi islamici ora al potere nella regione. Le rivolte arabe non hanno intaccato l’emirato ricco di gas naturale, che ha il reddito pro-capite più alto del mondo . Ma, attenzione, il motivo per visitarlo è che sta diventando un’interessante meta per gli amanti dell’arte. L’anno scorso il Qatar è stato il primo acquirente d’arte contemporanea al mondo, anche a detta dell ‘Art Newspaper . Musei che paiono sculture e sculture concepite come luogo d’incontro, creati dai più grandi artisti del globo; stanno emergendo uno dopo l’altro dalle sabbie del deserto, per modellare la giovane identità urbana del Paese. Jean Nouvel, architetto francese, sarà l’autore di uno dei progetti senz’altro piú affascinanti del Golfo: il nuovo Museo Nazionale di Doha (Qatar), che sarà inaugurato nel dicembre 2014. L’idea di partenza del progetto è stata ispirata alla rosa del deserto, un particolare minerale dalle forme sinuose composto da un aggregato di cristalli di gesso che si sviluppa nelle aree desertiche. A questo minerale s’è rifatta l’ ispirazione per il nuovo museo, composto da numerosi padiglioni a forma di dischi di varie dimensioni e adagiati in diverse angolazioni, intersecati tra di loro, su una superficie di piú di 150.000 mq. Una composizione originalissima e innovativa, che crea un effetto unico al mondo, un’ immensa rosa del deserto appena emersa dalla sabbia nel centro della città di Doha, sulla Cornish.Il valore simbolico del progetto richiama la cristallizzazione dell’identità dell’emirato, e va a celebrare un nuovo Rinascimento arabo, il patrimonio culturale e il futuro del Qatar e del suo popolo, intende poi riflettere la nuova era di prosperità del Qatar e il nuovo ruolo di primo piano del paese nella comunità del Golfo Arabico e nel mondo. “Il museo nazionale sarà la voce che narra la cultura del Qatar, consegnerà un messaggio sulla metamorfosi della modernità e di bellezza che si realizza quando il deserto incontra il mare”, ha commentato Jean Nouvel.
L’architetto francese Jean Nouvel ha realizzato a Doha anche un altro edificio diventato oggi uno dei simboli della città: il grattacielo Doha Tower, anche detto “cucumber” (cetriolo, nome che richiama la particolare forma arrotondata), interamente ricoperta da un involucro fatto di una maglia di acciaio con una texture che richiama le iconografie tipiche dell’arte islamica. Questa torre richiama la torre Agbar, realizzata dallo stesso Nouvel a Barcellona nel 2004. Il grattacielo di 45 piani si trova nella West Bay della capitale del Qatar ed è stata completata di recente e sarà inaugurata entro la fine del 2011. Sull’ estremità della torre svetta una guglia slanciata verso l’alto fino a 231,5 metri. Oggi la torre è parte integrante dello skyline di Doha. Nel resto della penisola del Golfo, Nouvel ha realizzato altri importanti progetti come nella capitale degli Emirati Arabi Uniti: il Louvre Abu Dhabi, situato nel complesso di Saadyat Island, dove sorge uno dei distretti culturali piu grandi al mondo, diventando il primo avamposto d’oltremare del famoso museo Louvre di Parigi. L’idea dietro questo museo è creare un ponte culturale tra arte orientale e occidentale e fa parte di un progetto tentennale tra la città di Abu Dhabi e Francia; Nouvel è stato chiamato a parteciparvi, e ricordiamo che lo stesso Nouvell ha progettato l’ Institut de Monde Arabe di Parigi. Il museo ha una struttura a cupola, apparentemente galleggiante, sormontato da un’arcata reticolata che lascia penetrare a tratti la luce del sole. L’effetto complessivo è inteso a rappresentare i raggi che passano attraverso le fronde di palma in un oasi. Anche in questo progetto, Jean Nouvel parte da un concetto tradizionale per svilupparlo in un connubio tra tradizione e modernità che egli prende in prestito da forme tradizionali, creando un edificio che si estende al di là dei vincoli convenzionali.

Ma torniamo al Museo che ha la forma della rosa del deserto, ovvero del Museo Nazionale del Qatar, che si aggiunge allo stadio a forma di vagina e all’aeroporto Hamad nuovi di zecca. Tra non molto i petali di rosa sbocceranno, saranno pareti sonore di un auditorium, intermezzi di ben dodici gallerie d’arte, e poi schermi per cinema, pavimenti per caffè, librerie, e mille altre forme e spazi dove la cultura e l’arte giocano con il tempo e la storia. 

Carlo Franza

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