Nella storica galleria L’Osanna di Nardò, di Riccardo Leuzzi, punto di riferimento significativo in Puglia per l’arte contemporanea per il  lavoro insostituibile svolto in una terra lontana e difficile dai centri nodali della cultura non provinciale, insieme alla galleria Bonomo di Bari, è possibile vedere la mostra del salentino Armando Marrocco, trapiantato giovanissimo a Milano, che ha messo in piedi l’esposizione dal titolo   “SOGNO UTOPIA IRREALTA’”  con  opere datate |Anni Sessanta – Settanta -Ottanta,  e soprattutto anche  11 sculture dell’artista italiano, vera riscoperta del mercato europeo dell’arte, provenienti da collezione privata. La mostra, che ha visto  la presenza dell’artista, rappresenta la sintesi di un percorso trentennale con cui l’artista ha  esplorato il rapporto tra arte e scienza, forse meglio dire tra arte e natura, attraverso la sua instancabile e rigorosa ricerca che lo pone in primo piano nel contesto artistico contemporaneo. Nello spazio di Nardò, familiare per Marrocco anche per la grande intesa artistica e umana con il gallerista Riccardo Leuzzi, sarà possibile riscoprire le sculture che hanno reso Marrocco protagonista
riconosciuto nell’arte della neoavanguardia fra anni Sessanta e Settanta e nell’effervescente dibattito culturale degli anni ’80 in Europa, tra l’emergente arte povera, lo spirito naturalistico ed antropologico e l’arte cinetica in auge a seguito anche della forte spinta da noi sostenuta nello Studio F22 di Palazzolo sull’Oglio(Brescia) con Hugo Le Parc,  Garcia Rossi   e Hugo De Marco. Ritroviamo in mostra  le opere che rappresentano le tappe fondamentali di Marrocco scultore, dai Cavalieri
Ardenti
al Giardino ludens, agli Intrecci. Ne va  dimenticato l’apprendistato artistico di Marrocco che vedeva Milano come centrale unica dell’arte italiana e internazionale con la frequentazione dell’artista pugliese di Piero Manzoni, Arturo Vermi, il gruppo di Cenobio, Lucio  Fontana, e altri  ancora. La mostra ripropone affinità e differenze tra sogno, utopia ed irrealtà, ripercorrendo l’esplorazione scientifica dell’artista quale metodo operativo nell’indagine tesa a cogliere quell’ideale di bellezza, quel codice naturale, quel modo innovativo di portare in arte le installazioni.

La stessa materia, nel percorso trentennale della mostra, riflette il concetto di scienza, ampliandone il significato nel suo divenire opera d’arte, per pervenire alle definizioni di arte programmata o cinetica e di esplorazione cromatica o rapporto aureo. Le categorie di sogno, utopia ed irrealtà si percepiscono nelle inconciliabili diversità di “Fluttuazione” (le calamite che si respingono), ma anche nelle affinità di “Messaggio ad una Supernova” o di “Andromeda”, e nel rimando all’irrealtà conclamata di “Multispazi illusori”. E’ un momento felice per l’artista pugliese che lavora a Milanoi con la galleria di Antonio Battaglia, con la galleria Lattuada  e con la galleria storica Il Milione dei Ghiringhelli. La mostra segna così un ritorno alle origini, al lavoro già svolto con anticipazione e innovazione, e a traghettare quei capitoli felici, che sono oggi resistenti, al nuovo in arte.

Carlo Franza

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