La lunga e movimentata esistenza di Hans Richter è strettamente intrecciata alle vicende storiche e artistiche del secolo scorso, che lo hanno visto collaborare e dialogare con alcuni tra i principali esponenti dell’arte di quel tempo, da Marcel Duchamp a Kazimir Malevic, da Theo van Doesburg a Kurt Schwitters, da Max Ernst a Sergej Ejzenštejn.Dopo gli esordi espressionisti nella Berlino dei primi anni dieci, tra il 1916 e il 1918 Richter è stato, accanto a Tzara, Ball, Arp e Janco, uno dei protagonisti della straordinaria stagione del Dadaismo zurighese e negli anni immediatamente successivi uno dei pionieri del cinema astratto, tanto da divenire nella seconda metà degli anni Venti una figura chiave delle sperimentazioni filmiche in ambito artistico. Costretto a rifugiarsi negli Stati Uniti dopo l’avvento del nazismo, nel dopoguerra Richter è diventato, grazie alla sua attività di insegnante, un punto di riferimento per la nascita del cinema indipendente americano e, attraverso libri e mostre, ha contribuito in maniera decisiva a scrivere la storia delle avanguardie del primo Novecento. Ora, dopo Los Angeles, Metz e Berlino al Museo d’Arte Lugano è in corso una grande e ampia retrospettiva dedicata all’artista tedesco Hans Richter (Berlino 1888 – Minusio 1976),, ricca di quasi 200 opere, le cui ricerche tra pittura e film costituiscono un capitolo fondamentale nella storia delle avanguardie del Novecento. 200 opere tra pitture, disegni, fotografie, film, libri e riviste, sicchè la mostra va vissuta come un’occasione unica per riscoprire l’opera di questa importante figura dell’arte del XX secolo che ha trascorso gran parte dei suoi ultimi venti anni di vita a Locarno e di cui il Museo Cantonale d’Arte conserva alcune opere capitali, tra di esse la versione originale del grande rotolo Rhythmus 23. L’esposizione segna un’ulteriore tappa nel percorso verso il nuovo centro culturale LAC (Lugano Arte e Cultura) la cui apertura è prevista a settembre 2015. Dalla fusione dei patrimoni artistici del Museo d’Arte Lugano e del Museo Cantonale d’Arte, già oggi uniti sotto un’unica direzione, nascerà il museo del LAC che si avvia a diventare un importante centro espositivo a livello europeo. L’artista, figura di spicco dell’avanguardia del secolo scorso, ha esercitato il suo talento e la sua creatività in un’infinita varietà di campi –dalla pittura al disegno, dal cinema alla scrittura, dall’editoria all’insegnamento– battendosi sempre strenuamente per affermare i valori di quella rivoluzione modernista che ha segnato in maniera indelebile la prima metà del Novecento.

 Carlo Franza

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