Intrecci di Armando Marrocco e nodi di Jorge Eielson. Alla Galleria Il Castello di Milano l’affascinante ricerca concettuale di due pilastri dell’arte contemporanea.
Assolutamente da non perdere, alla galleria Il Castello Modern and Contemporary Art in Via Brera 16 a Milano, la mostra “Intrecci nodali” che propone 15 opere sui toni del bianco di Jorge Eielson (1924-2006) e di Armando Marrocco (1939). E’ una doppia personale di due figure di chiara fama, la cui arte si legge come uno stimolante dialogo tra due artisti innovativi e sempre pronti alla ricerca che, pur non avendo mai collaborato insieme, hanno tuttavia numerosi punti di contatto.Il testo in catalogo pone in evidenza l’interessante legame con uno dei più significativi colleghi della seconda parte del XX secolo, vale a dire l’amico critico d’arte francese Pierre Restany. Per i due autori la sua figura, i suoi scritti, hanno costituito un imprescindibile punto di riferimento.
Del peruviano Eielson, che ha passato buona parte della sua vita nel nostro paese, sono in mostra i “Nodi”, un lavoro complesso e semplice al tempo stesso, vigoroso ed essenziale, in grado di sottolineare le due componenti culturali dell’artista, una occidentale e l’altra orientale. Eielson aveva infatti studiato approfonditamente le origini e le tradizioni del suo paese, sicchè i nodi altro non sono che i “quipus” che i peruviani usano nella loro vita quotidiana per indicare ogni loro attività e pensiero; è un vero è proprio linguaggio da Eielson attualizzato e mitizzato. Dico questo, perchè di Eielson io stesso ho curato due sue mostre personali, nel 1992 e nel 1995, allo Studio F 22 di Palazzolo Sull’Oglio(Brescia) ed è stato ancora da me presentato nel 1994 alla Rassegna “Big and Great” a Palazzo Martinengo a Brescia e nel 1997 alla Rassegna “Geometrie dell’universo” al Convento dell’ Annunziata a Rovato-Brescia. Di Armando Marrocco è in mostra un lavoro realizzato attraverso materiali poveri,ovvero gli “Intrecci” degli anni Sessanta, un lavoro particolarmente amato da Lucio Fontana, al quale l’artista deve il consiglio di trasferirsi dalla Puglia a Milano, trasferimento che avrebbe profondamente modificato le sue scelte e l’andamento della sua carriera. Un lavoro questo di Marrocco, che lo colloca, a pieno titolo, nell’atmosfera artistica e culturale milanese della quale si è trovato a fare parte. Affascinante il tema degli “Intrecci”, da una parte l’artista ha colto l’elemento estetico dai “cannizzi” (intrecci di canne) salentini che i contadini usano d’estate per essiccare i fichi al sole; dall’altro, l’intreccio insegue un richiamo, un discorso più vitale e filosofico, ovvero, si intrecciano le vite, si intrecciano i corpi, si intrecciano le relazioni, si intrecciano i ricordi, si intrecciano le strade, si intrecciano i pensieri, e così via. In tutto ciò si capirà come i due artisti, Armando Marrocco e Jorge Eielson abbiano attivato la loro vita e la loro quotidianità per dare essenza a un pensiero forte, per dare un senso mirato a un capitolo importante del loro lungo lavoro.
Carlo Franza