Sei monumentali sculture di Anish Kapoor nei giardini della Reggia di Versailles; una, solleva scandalo in Francia.
Sei monumentali installazioni aggiungono il nome di Anish Kapoor al prestigioso elenco di maestri dell’arte contemporanea che dal 2008 hanno dialogato con la Reggia di Versailles. Da allora l’antica residenza del Re Sole mette infatti a disposizione i suoi spazi per l’installazione di sculture dei più grandi maestri dell’arte. L’onore, già toccato a Jeff Koons, Takashi Murakami, Giuseppe Penone e Lee Ufan, spetta questa volta allo scultore inglese di origine indiana Anish Kapoor, che con le sue opere sa generare forti contrasti estetici e grande clamore. Una tradizione rispettata anche in questa occasione dell’esposizione che si snoda nei giardini della reggia alle porte di Parigi. In questo caso le sculture conferiscono instabilità al paesaggio controllato del parco attraverso stupori, straniamenti, distorsioni, relazioni, riflessi e vertigini. La mostra ha appena aperto i battenti, ma in Francia sta già suscitando polemiche. A suscitare particolare sconcerto la scultura “Dirty Corner”, opera astratta in acciaio e pietra già esposta alla Fabbrica del Vapore di Milano nel 2012 all’epoca della giunta Moratti che l’aveva commissionata, il cui aspetto cavernoso, dai connotati implicitamente erotici, ha guadagnato l’attenzione dei media internazionali. Al di là delle polemiche, l’esperienza percettiva dell’esposizione che gioca con il monumentale contesto stupirà i visitatori di Versailles. E’ pur vero che la Francia appare fin troppo perbenista tutte le volte che si parla di sesso o sensualità; dopo l’emblematico caso del sextoy di Paul McCarty, installato nella celebre Place Vendome lo scorso autunno, in occasione della sua mostra alla Monnaie, ora tocca ad Anish Kapoor, le cui opere -una in particolare- stanno turbando i sonni borghesi della Francia illuminata.
La sua “Queen’s Vagina” (Dirty Corner) installata nel giardino e lunga 60 metri per 10 di altezza, è stata imbrattata di vernice sere fa. Distruggerla, in effetti, sarebbe stato piuttosto problematico. La gestione del celebre castello che attira cinque milioni di visitatori l’anno ha già ripulita tutto, ma quel che non si riesce a cancellare è la macchia di un Paese che dall’Illuminismo sembra stia passando al bigottismo più crudo, prendendosela con quell’arte di cui è sempre stato sostenitore vivace. Paese laico la Francia che ci ha fatto innamorare dei suoi grandi musei, dei suoi artisti e di una grande cultura che ora sembra perdere qualche colpo. Tanto clamore e scandalo per “Dirty Corner”, una scultura monumentale, posizionata sul giardino di fronte al castello. Si tratta di un lungo tunnel ‘acciaio ricoperto di terra e di pietre, pesante oltre 1000 tonnellate, che secondo l’artista “è simile ad un enorme corpo disteso su un prato con le gambe aperte, di cui non si comprende la sessualità. Dotato di un orifizio interno, come un orecchio o una vagina, non lo sappiamo. Un lungo tubo che potrebbe essere maschile, un fallo/vagina”- ha dichiarato Kapoor in conferenza stampa. Le polemiche attorno a “Dirty Corner” sono nate quando l’artista anglo-indiano ha spiegato che l’opera potrebbe avere una connotazione sessuale “la vagina della regina, che prende il potere”. È bastata questa semplice dichiarazione per allarmare una parte della critica, ma soprattutto la presidente del partito cristiano Christine Boutin, che ha scritto su Twitter “il nome ‘la vagina della Regina’ trasforma le donne in cose e insulta Maria Antonietta”. Ma la storia segue solo un vecchio copione. Gli stessi contestatori di oggi criticavano nel 2010 Takashi Murakami per aver installato le sue opere ispirate ai manga giapponesi nelle gallerie e nei giardini della Reggia. E due anni prima, gli stessi avevano cercato di impedire l’installazione dell’americano Jeff Koons a Versailles, dichiarando che “l’arte contemporanea non rispetta niente”.
Carlo Franza