Bagnanti. In mostra in una copisteria, “Piscina Comunale”, una carrellata di opere da collezione.
Piscina Comunale è uno spazio d’arte milanese aperto in una copisteria, anzi una copisteria che si movimenta in uno spazio espositivo. Da anni conosco Adriano Pasquali che fa vivere questo spazio a gran parte degli studenti universitari che in Città Studi a lui si rivolgono per tesi e fotocopie. Vi assicuro che qui trovate spesso intellettuali di significativo spessore, giornalisti, scrittori, critici d’arte, artisti, tutti a vivere scambi e confronti. Ebbene, alla Piscina Comunale mensilmente espongono con una “personale” sulle bianche pareti artisti italiani e stranieri. In questi giorni la mostra in corso ha per titolo “Bagnanti” e fa già pregustare le prossime vacanze e ferie, anche il mare visto il titolo mirato. Ma il titolo parte proprio da un’opera in mostra, ovvero da una bellissima incisione che ha per titolo “bagnanti” di Carlo Carrà datata 1924. Eppoi la collezione di Piscina Comunale (ovvero di Adriano Pasquali) si allarga sulle intere pareti con opere grandi e piccole, di artisti emergenti o addirittura già storicizzati. Penso a Paolo Barrile, alle sue scritture, alla sua arte-natura, alla suo fare arte concettuale. E ancora William Xerra e la sua “poesia visiva”, il poeta Giò Ferri, Valentina D’Amaro con i suoi magici racconti sulla natura e sull’universo, Laura Giardino e il suo linguaggio del corpo, il russo Dmitry Babenko attivo nella Mail Art, Alberto Casiraghy che ha fatto il giro del mondo con i suoi illuminanti libretti di Pulcinoelefante unendo arte e poesia in pochi esemplari, Renè Pascal che è il nome d’arte di Adriano Pasquali con i suoi lavori di ricerca tra materia e colore e taluni bellissimi monocromi, Mirek Antoniewicz con la sua figurazione surreale, Buga che fa vivere in pittura la serialità del consumismo e i marchi di fabbrica, Mirko Baricchi con i suoi reportage di viaggi e gli stupendi ritratti disegnati di tori neri, Andrea Cereda con i suoi intarsi informali, riquadri di colore che fanno vivere terra e cielo.
Il viaggio fra le opere in mostra potrebbe continuare, e se l’esposizione non riuscite a vederla prima delle vacanze, rimandate la visita a settembre, ne vale proprio la pena.
Carlo Franza