L’Expo 2015 è un flop per l’Italia e Milano.
Il Presidente del Consiglio, tal Renzi, ha sempre tuonato che l’Expo 2015 doveva dare l’avvio forte alla ripresa italiana. Ma di ripresa non c’è neppure l’ombra, figurarsi il corpo. E l’Expo non incide affatto su nessun capitolo dell’economia italiana. Una fotografia sbiadita: è l’identikit dei primi mesi di Expo, tracciato anche da due dei maggiori quotidiani italiani, Corriere della Sera e Repubblica.
I visitatori calcolati al primo mese e mezzo variano – secondo le stime – da 1,9 ad almeno 2,5 milioni, come annunciato dal Commissario Giuseppe Sala. Poco importa però, perché i conti sono presto fatti: se questa sarà la media a ottobre altro che 20 milioni di visitatori: saranno poco più che la metà. Sala e la società, dal canto loro, hanno continuato a garantire che il grosso dei turisti non è ancora arrivato e che avrebbe cominciato ad affollare il sito da metà di giugno, dopo la fine delle scuole. E una domanda sorge lineare: è stato puntato tutto sugli “zainetti” ovvero sulle scolaresche italiane? Parrebbe proprio così. Senza dimenticare che i dati di luglio dei visitatori sono veramente, ma veramente bassi, a motivo anche del caldo infernale che sta infuocando Milano e l’Italia. Dove sono tutti i turisti provenienti dal resto del pianeta?
Poi c’è il caso della presunta evasione fiscale della Presidente Diana Bracco: il sindaco Pisapia ha dichiarato che “potrebbe esserci un danno di immagine grave”, mentre i grillini hanno tuonato con un “Lasci la carica”.
E chi ci doveva guadagnare, da questo Expo, come oggi si presenta? Repubblica nella sua inchiesta cita tutte le categorie: gli albergatori dell’area registrano un più 20 per cento dei pernottamenti, ma si parla di maggioranza di “pubblico locale”, come in effetti si vede passeggiando sul Decumano; mentre per i ristoratori di Milano va pure peggio: Expo attira visitatori specialmente per la cena, con il risultato che le sale della città registrano un meno 30 per cento di clienti. Idem per i taxi e i tassisti che dichiarano il flop e dividono “turisti di Expo” da “turisti di affari”. C’è di più, l’Expo 2015 è un fallimento rispetto agli Expo che l’Italia ha avuto in altri decenni; per l’Expo 2015 a Milano era stato promesso la riapertura delle vie d’acqua, la biblioteca internazionale, un grandissimo centro polisportivo, una zona botanica con la piantagione di 7000 alberi, 80 km di pista ciclabile. Niente di tutto questo è stato fatto, e quando Expo sarà finito, non rimarrà niente di niente se non due o tre padiglioni che non fanno neppure un quartiere, anche se lontanissimo da Milano. Pensate, stanno dibattendo dove collocare l’Albero della Vita, se a Piazzale Loreto o in Stazione Centrale. Ma questi signori hanno idea di cos’è l’habitat?
E le mostre? Sotto le stime, sia Leonardo che Art & Foods ( conta ad oggi 45mila ingressi, mentre si pensava avrebbe attirato 2-3mila visitatori al giorno). Bene invece la Pietà Rondanini e la Fondazione Prada, ma indici bassi per il Mudec e anche per il Silos di Giorgio Armani, per non parlare del Duomo, che conta solo 10mila visitatori al giorno. L’importante insomma, almeno stando ai dati che abbiamo a tutt’oggi, è continuare a crederci, in attesa che si materializzi il fenomeno. Speriamo, ci sono ancora tre mesi, e qualche santo, forse San Carlo o Sant’Ambrogio, potrebbero fare un miracolo. Forse.
Carlo Franza