L’arte privata diventa pubblica nella cattedrale di Sheffield(Regno Unito). Uno schiaffo al sacro.
Un progetto di arte d’avanguardia è partito a Sheffield, portando le opere provenienti dalle collezioni di quattro collezionisti privati internazionali nelle gallerie e negli spazi pubblici in tutta la città.
La mostra sparsa in tutta la città, dal titolo “Going Public”, ha visto raramente pezzi di artisti quali Marcel Duchamp, i fratelli Chapman e Sol LeWitt, tutti appartenenti a collezionisti europei, esposti nelle università, in biblioteche, gallerie e anche nella cattedrale di Sheffield. Il progetto è il primo del suo genere nel Regno Unito, e si pone su come difendere la filantropia e come essa può lavorare con il settore pubblico per assicurare la sopravvivenza e la prosperità della cultura, a fronte dei tagli ai finanziamenti delle arti.
Ogni sede ospita le opere di un collezionista diverso coinvolto nel partenariato. Fino a dicembre, Sheffield Cattedrale sarà sede di numerose opere della collezione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, un collezionista italiano che ha iniziato la raccolta di arte contemporanea nel 1992.
“Un sacco di arte classica mostra immagini di violenza spaventose, come la crocifissione. Ma non ce ne accorgiamo, perché in realtà le vediamo come illustrazioni di una storia. Alcune di queste opere ci invitano a riflettere sulla violenza e il contesto religioso non deve essere escluso da questo nuovo dibattito”. A parlare così è David Bradley, decano dei reverendi della Cattedrale di Sheffield, edificio che da oggi ospita “Going Public. International Art Collectors in Sheffield”, rassegna di arte contemporanea che, appunto, porta nella città inglese alcuni dei pezzi più famosi e controversi di cinque collezioni provenienti da Francia, Regno Unito, Germania e dalla collezione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.
Ecco un vasto arazzo politico da parte dell’artista Goshka Macuga che è drappeggiato alto sopra la navata, e raffigura i volti dei leader del G20 così come le barche piene di profughi. Altre opere in mostra sono pezzi di video di Douglas Gordon e Fiona Tan, e più controversa, la scultura “Cyber Iconic Man”(1996) dei fratelli Chapman, che è un manichino mutilato a testa in giù e collegato a un tubo di sangue che sprizza continuamente verso il basso. L’opera è stata collocata nella cappella dello Spirito Santo nella Cattedrale di fronte a un bronzo raffigurante San Sebastiano e altri martiri cristiani che tengono gli strumenti della loro tortura. Una specie di strano Cristo, senza sesso, che si prevede farà parlare e non poco la comunità locale, anche se il reverendo mette le mani avanti e assicura che questo “schiaffo al sacro” sarà compreso. “Sheffield attrae solo una piccola parte di un contributo nazionale e dobbiamo trovare nuovi modi di lavorare per mantenere un impegno vivace con l’arte contemporanea nella città”- ha detto Bradley – “Siamo interessati al significato dell’arte contemporanea alla luce della fede cristiana”. “Alcuni dei pezzi hanno una molto particolare risonanza a Sheffield”, ha aggiunto ancora. “Sheffield più di ogni altro delle città nucleo ha un minor numero di donne in ruoli di leadership e più donne sono destinatarie di violenza in casa, e penso che il Fiona Tan, con le sue straordinariamente potenti immagini di giovani ragazze che decidono di diventare donne adulte, parlerà potentemente nella nostra città. Ed è anche il caso anche dell’arazzo di Goshka Macuga, che parla direttamente e si inserisce in un grande dibattito nazionale intorno ai migranti ed è un pezzo che non può essere evitato in questa cattedrale”.
La mostra che durerà quattro mesi è stata il frutto di quattro anni di lavoro per Mark Doyle, ex capo del Contemporaneo Arte Society, e Sebastien Montabonel, specialista in arte contemporanea che ha lavorato con entrambi i collezionisti e musei. La coppia ha detto di credere che pur nel difficile clima di finanziamento, ha trovato il modo di coinvolgere la filantropia e collezionisti privati nel campo dell’arte pubblica; tutto ciò è stato essenziale, e questi hanno detto che le conversazioni generate da “Going Public” si sono già rivelate fruttuose per il mondo delle arti a Sheffield per il futuro. Montabonel ha detto: “Uno degli obiettivi era davvero di connettersi alla comunità locale; stiamo mostrando solo una piccola frazione di ciascuna di queste collezioni, ma l’impatto che stanno per avere è estremamente potente, sia visivamente che politicamente. Penso ancora che sottovalutiamo il potere dell’arte.” Oltre ai Chapman in scena vi saranno anche Maurizio Cattelan, Douglas Gordon, Goshka Macuga e Susan Philipsz.
Certo, dalla mostra se ne esce un po’ sconvolti, per la crudezza, per le scenografie che sottendono le opere stesse, e perché la cattedrale fondamentalmente porta a confondere l’arte contemporanea, l’ arte sacra e l’arte profana.
Carlo Franza