Tourist-Information-Russia-The-Pushkin-Museum-of-Fine-Arts-Front-view-1024x683-1l43-berlusca-putin-150907174047_medium                                     Nina Moleva, collezionista russa, ha deciso di donare a Vladimir Putin la sua incredibile collezione d’arte. La raccolta del valore di 2 miliardi di dollari, includerebbe più di mille opere, di Leonardo da Vinci, di Michelangelo, di Rembrandt e altri artisti del Rinascimento e oltre.
I capolavori sarebbero stati accumulati dall’attore teatrale Ivan Grinyov, nonno del marito di Moleva, che negli anni avrebbe acquistato centinaia di lotti nelle aste europee. Secondo quanto dichiarato dalla collezionista, durante la rivoluzione russa Grinyov nascose le opere in una mansarda. Quando lei e suo marito tornarono nell’appartamento di proprietà della famiglia i quadri di Rubens, Valezquez, e van Dyck erano ancora lì.
Tuttavia l’intera collezione solleva molti dubbi riguardo la sua autenticità, alcuni esponenti della comunità artistica di Mosca sostengono infatti che Ivan Grinyov non sia mai esistito. Il suo nome non risulta in nessun documento e appare improbabile che un semplice attore potesse permettersi acquisti così onerosi. Moleva ha inizialmente tentato di donare la collezione al Pushkin Museum (nella foto in alto), ma l’istituto non ha accettato declinandone l’offerta, nella convinzione che molte opere siano purtroppo copie. Non sapendo a chi altro lasciare i presunti capolavori la collezionista ha deciso di indicare come erede, nel suo testamento, nientemeno che Vladimir Putin. Non si sa se il presidente russo ne sia già al corrente, se pertanto ne avrà accettato fin d’ora la paternità ereditaria, se ne avrà fatto un grande affare nell’accettarne l’eredità, e se pensa -una volta accertatane l’autenticità- di tenere per sé tutto o di donare a qualche museo questo immenso patrimonio artistico.

Carlo Franza

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