“Filippo Apostolo è qui”.Un’iscrizione riportata in luce conferma la tomba dell’Apostolo Filippo a Hierapolis.
“Doulos tou apostolou Philippou”, ovvero “servo dell’apostolo Filippo” è la scritta che il prof. Francesco D’Andria ha ritrovato poco prima della fine del 2015 nel complesso basilicale del IV-V secolo che serviva al culto di Filippo Apostolo. E’ questa scritta a certificare in modo inequivocabile il martirio e la tomba di Filippo Apostolo. Incredibile e santa scoperta. Già nel 2011 il sepolcro fu scoperto dalla Missione Archeologica italiana diretta dal Prof. Francesco D’Andria,un pugliese del ’43 laureato alla Cattolica di Milano in lettere classiche, specializzatosi in Archelogia; oggi docente di Archeologia all’Università di Lecce e direttore della “Scuola di Specializzazione in Archelogia ” nella medesima Università. Il luogo della scoperta è propriamente Hieraèpolis, in turco Pamukkale che vuol dire “castello di cotone”e luogo anche detto città di Apollo. La prova decisiva della scoperta è di questi giorni, dalle frasi greche riemerse dallo scavo. Molte invocazioni a Filippo nel luogo della basilica con la tomba a destra e il Martyrion a sinistra. Graffiti e scritte decifrati dall’epigrafista dell’Università La Sapienza di Roma Francesco Guizzi che testimoniano del luogo santo, e dei fedeli che lì arrivavano da ogni dove a implorare grazie e guarigioni. Filippo apostolo,l’apostolo guaritore, era un pescatore di Betsaida sul lago di Genezaret, citato nel Vangelo di Giovanni, il quale racconta che Filippo era entrato nel gruppo dei seguaci di Cristo fin dall’inizio, dopo Giacomo, Giovanni, Andrea e Pietro, chiamato proprio dal Maestro. Dopo la morte di Cristo Filippo svolse la sua missione in Scizia, nella Lidia, e negli ultimi anni della sua vita a Hierapolis in Frigia. Qui osò convertire molti e persino la moglie del proconsole, tanto da attirarsene l’ira di questi così da essere crocifisso a testa in giù come Pietro nell’80 d.C. a circa 85 anni.
L’ulteriore scoperta della scritta è prova inequivocabile del sito luogo di sepoltura del santo all’interno di questa vasta necropoli che circonda la basilica a tre navate con nartece e la tomba antica che occupa parte della navata sinistra. In data che non sappiamo il corpo venne portato prima a Costantinopoli, e in epoca medioevale nel sesto secolo per sfuggire a razzie, sotto Pelagio I Papa, trasferito a Roma e sepolto insieme all’Apostolo Giacomo nella Chiesa edificata per loro, che si chiama “ dei Santi Apostoli”.
E a volerlo vedere il Santo Apostolo raffigurato si può certamente fare riferimento al bellissimo ritratto di Rubens (San Filippo,1611).
Carlo Franza