La storia delle Assicurazioni dal Medioevo ad oggi. Una mostra alla Sormani di Milano scava tra fortuna, sventura e calcolo.
La mostra è oggi più che mai attuale alle luce del quadro Inps nazionale, delle pensioni affamate date a molti italiani, e delle corsa di tanti a mettere in piedi dei fondi pensione assicurativi. L’esposizione ricostruisce le tappe salienti di questa avventura lunga 700 anni, attraverso libri, polizze, targhe-incendio, manifesti provenienti dalla Fondazione Mansutti che conserva una collezione specialistica, unica al mondo, sulla storia dell’assicurazione. Fino al 9 aprile 2016, lo Scalone Monumentale della Sala del Grechetto, alla Biblioteca Sormani di Milano, ospita una mostra che ripercorre 700 anni di storia dell’assicurazione, dal Medioevo a oggi. L’esposizione, dal titolo Scacco al rischio! Fortuna, sventura, calcolo nell’assicurazione dal Medioevo ad oggi, curata da Marina Bonomelli e Claudia Di Battista, organizzata da Fondazione Mansutti e Biblioteca Sormani, con il contributo di Fondazione Cariplo, presenta rari materiali come libri, polizze, targhe, manifesti, provenienti dalla Fondazione Mansutti di Milano, che conserva una collezione specialistica unica al mondo.
La rassegna ripercorre le tappe fondamentali di un viaggio che dalla Firenze di Giotto e Petrarca, passa dalla Spagna per arrivare alla fine del 1500 in Olanda e in Inghilterra, da dove l’assicurazione si è infine diffusa in tutto il mondo, per giungere alla contemporaneità.
Il percorso si sviluppa seguendo tre aree cronologiche.
La prima – Il Medioevo – si apre con la polizza di assicurazione più antica a noi pervenuta, stilata da un notaio genovese il 18 febbraio 1343, proveniente dall’Archivio di Stato di Genova. Nel Trecento, il ceto mercantile aveva raggiunto una notevole potenza economica e politica, fino ad allora sconosciuta. I rischi dei viaggi oltremare con l’Estremo Oriente e con le ricche colonie levantine si erano così sviluppati che si riteneva indispensabile trovare il modo di non annullare il guadagno ottenuto con trasferimenti così avventurosi. L’intuizione dei grandi mercanti fiorentini e genovesi portò alla creazione di uno strumento che potesse trasferire il rischio della perdita di un carico o della stessa nave ad altri che fossero disposti a prenderlo su di sé al fine di ottenere, a loro volta, un’analoga copertura per le loro spedizioni. Questa pratica si diffuse rapidamente per tutto il Quattrocento, al punto da diventare vitale per il commercio, nonostante la Chiesa e suoi illustri teologi cercassero di definire i confini tra liceità dell’assicurazione e pericoli di usura.
Nella seconda sezione – L’età Moderna – si analizza quanto la diffusione della pratica dell’assicurazione necessitasse di una sistemazione unitaria realizzata attraverso leggi organiche e con l’apporto di giuristi che hanno dedicato a questa materia interi trattati. Sarà esposto, ad esempio, il Consolato del mare nell’edizione veneziana del 1549, il Tractatus De assecurationibus nella rara prima edizione di Pietro Santerna del 1552, il De mercatura di Benvenuto Stracca del 1622. Molto interessante è anche l’Ordonnance de la Marine, promulgata da Luigi XIV nel 1681. Tra le sue norme, ad esempio, vi è quella che vieta l’assicurazione sulla vita delle persone ma dà la facoltà di assicurare la vita degli schiavi che erano trattati alla stessa stregua delle merci trasportate sulla nave. Di importanza fondamentale per lo sviluppo della tecnica assicurativa è stato il contributo dato da importanti scienziati quale Jakob Bernoulli, autore del primo trattato sul calcolo delle probabilità, esposto in mostra nella rara edizione del 1713.
L’età Contemporanea, oggetto d’indagine della terza sezione, segna la definitiva affermazione dell’attività assicurativa, ora non più in mano a singoli mercanti, ma a compagnie dotate di elevate disponibilità finanziarie che si dedicarono alla copertura di rischi diversi da quelli marittimi. Dopo l’assicurazione contro l’incendio e sulla vita, la prassi si è estesa ad altri rami assicurativi destinati a coprire i nuovi rischi determinati dalla società in continua evoluzione tra cui il furto, gli infortuni, le malattie, la responsabilità civile, i trasporti. Nel Novecento, la nuova forma di comunicazione pubblicitaria non lasciò insensibili le compagnie assicuratrici che coinvolsero, per reclamizzare i loro prodotti, alcuni dei maggiori artisti dell’epoca. La mostra offre un’ampia selezione di manifesti, creati da autori quali Boccioni, Dudovich, Metlicovitz, Hohenstein, Mucha e un centinaio di targhe-incendio originali di compagnie di assicurazioni. Tra le rarità si segnalano il manoscritto membranaceo De contractibus et usuris di San Bernardino da Siena del 1470, polizze manoscritte e a stampa delle principali piazze italiane (Firenze, Venezia, Genova) strumenti di navigazione antichi, portolani e atlanti tascabili provenienti dalla Fondazione Mansutti e da collezioni private.
Con la mostra si rivive parte della storia italiana del secondo millennio, dove l’economia è stata proprio vissuta tra fortuna, sventura e calcolo.
Carlo Franza