sir-peter-paul-rubens-lot-and-his-daughers-590x505La notizia è di quelle forti. Christie’s ha annunciato che Rubens sarà uno dei primi grandi nomi su cui poggerà la prossima stagione delle aste. La fortuna della illustre Casa d’Asta durante la prossima primavera estate è in mano anche a Peter Paul Rubens. E non si tratta di un quadro qualsiasi. Dipinto al culmine della sua carriera, Lot e le sue figlie (1613-1614), è un capolavoro eccezionale della prima maturità dell’artista, e uno dei più importanti dipinti del maestro ad essere in mani private.L’opera non è stata esposta al pubblico per oltre un secolo e misura oltre due metri di larghezza. Rimasta nascosta per oltre un secolo l’opera andrà all’incanto, secondo Bendor Grosvenor del Financial Times, per circa 20 milioni di sterline durante la vendita Old Master & British Paintings prevista per il prossimo 7 luglio a Londra. Sarà esposta durante la Classic Week di Christie’s a New York (dall’8 al 12 aprile 2016) e a Hong Kong (dal 26 al 30 maggio 2016), e andrà all’incanto a Londra durante la Evening Sale dedicata ai Dipinti Antichi in calendario il prossimo 7 luglio.

frans-francken-ii-and-attributed-to-cornelis-de-vos-interior-scene-also-called-rubens-salon-590x388“Lot e le sue figlie” vanta una provenienza illustre, perché il suo primo proprietario registrato era nientemeno che un ricco commerciante di Anversa, tale Balthazar Courtois, che morì nel 1668, ed incluse il dipinto nell’inventario della sua proprietà come un “chimneypiece” ovvero pezzo da camino. Non sappiamo con sicurezza se sia stato Courtois a commissionare la tela, ma si sa con certezza che era esposta nella sua casa di Anversa anche grazie a un dipinto attribuito a Frans Francken II (1581-1642) e Cornelis de Vos (1584/85-1651) dove la si vede con chiarezza appesa sopra il caminetto in quello che era noto anche come “Il salone di Rubens”. Quando Peter Paul Rubens (1577-1640) ha dipinto “Lot e le figlie” era già uno dei pittori più importanti di Anversa ed anche a livello europeo. Ed è stato durante questo periodo che Rubens ha prodotto alcune delle sue opere più famose, incluse due monumentali pale d’altare: “L’innalzamento della Croce” commissionata nel 1610 per la chiesa di St Walburga e “La deposizione” dipinta per la cattedrale di Anversa tra il 1611 e il 1614. Oltre a queste commissioni pubbliche, ne ha avute molte anche private spesso di soggetto religioso, come in questo caso. L’episodio del dipinto che andrà in asta quest’estate è tratto dall’Antico Testamento ed è stato un soggetto molto amato dagli artisti del Nord Europa fin dal Rinascimento.

La tela nel 1668, fu poi ereditata dal figlio di Courtois, Jan Baptist, prima di essere venduta al ricco mercante di Anversa Ghisbert van Colen. Nel 1698, fu acquistata dal comandante militare e appassionato collezionista, il Governatore Generale dei Paesi Bassi spagnoli. Successivamente Il dipinto è stato dato a John Churchill, primo duca di Marlborough (1650-1722) nel 1706 da Joseph I d’Asburgo Imperatore del Sacro Romano Impero (1678-1711), come un pegno forte, in segno di gratitudine per aver contribuito alle vittorie a Blenheim e Ramilies.
L’opera è stata nella collezione Marlborough per circa un secolo, poi fu acquistata da un personaggio oculato, ossia l’imprenditore, filantropo e collezionista Barone Maurice de Hirsch de Gereuth. I suoi eredi l’hanno affidata alla casa d’asta per la vendita. Non va dimenticato che l’attuale record d’asta di Peter Paul Rubens risale al luglio del 2002 quando “La strage degli innocenti” è stato venduto da Sotheby’s a Londra per 49,5 milioni di sterline; allora, l’olio, del 1608 /1609, 142 x 182 cm, era stato aggiudicato a un prezzo di quasi dieci volte superiore la stima in catalogo.
E ora dopo diversi passaggi di proprietà troviamo l’opera pronta ad essere venduta al miglior offerente. Partenza d’asta 20 milioni di sterline, ma a quanto sarà aggiudicata? C’è chi parla già di cifre astronomiche. E’ questo un segnale forte per il mercato internazionale, bene sperando che con il nuovo acquisto e il nuovo passaggio questo capolavoro rimanga in Europa. Lo sperano gli studiosi e lo spera il mercato dell’arte.

Carlo Franza
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