L’Italia dell’ignoranza. Con la crisi della scuola ecco il declino del Paese Italia.
La scuola pubblica sta crollando, tra dirigenti sceriffi neoassunti che scazzottano con docenti e personale Ata in istituti liceali e non sanno nulla di comunicazione, e insegnanti di religione -ormai di ruolo nello stato- che in classe hanno solo due allievi e invitano “imam” a presentare la sharia, voi capite che il povero filosofo “Gentile”, quello della gloriosa riforma del Ventennio, si rivolta nella tomba nel vedere che disastro hanno portato le riforme di questi anni, compreso la riforma renziana (la cosiddetta Buona Scuola) che ha messo in cattedra incompetenti e tappabuchi. Mai si era vista cosa del genere in cinquant’anni di scuola democristiana. La scuola è diventata un carcere, e difatti così hanno scritto sulle mura del loro liceo milanese alcuni studenti in zona Lambrate. La scuola italiana non offre nulla, né insegnamento, né cultura, né linguaggio, né lingue straniere, né carta igienica, niente di niente. E’ un luogo che si ostina a non produrre più consenso. Giovani soli, isolati, nessun ascolto, i docenti vecchio stampo sono in parte quasi tutti andati in pensione o stanno per andarci. E i giovani allo sbando. Sentite cosa ha scritto la collega Graziella Priulla che insegna “Sociologia dei processi culturali” nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania: “ L’Italia ostenta la propria collocazione tra le nazioni più ricche del mondo, ma non c’è una strategia che sostenga la crescita culturale dei cittadini, anzi si fa in modo che si riduca il consenso sociale intorno alla cultura. Tra le cose “sdoganate” ci sono la rozzezza e l’ignoranza. Si rottamano intellettuali, scrittori, artisti come pericolosi rompiscatole. Si tagliano a man bassa i fondi per la scuola, per l’università, per la ricerca. I nostri giovani sono “i nuovi poveri”, e non solo sul piano materiale. Ne è prova il fatto che intere generazioni hanno deficit culturali inauditi, dispongono ormai solo di una versione rattrappita della lingua italiana. Meno del 20% dei quindicenni è in grado di leggere correntemente. Molti neo-diplomati decifrano con difficoltà i titoli di un quotidiano, non sanno produrre senza errori un testo elementare. Sviluppare un’argomentazione ragionata esula ormai dalle capacità medie degli studenti, alle superiori come all’università”. Ci sono statistiche e indagini nazionali e internazionali che presentano quadri pietosi di come è ridotta la scuola italiana inferiore e superiore, d’altronde non è forse vero che la scuola italiana è lo specchio della nostra società e soprattutto dell’era renziana?Il nostro Presidente del Consiglio Renzi, toscano di Rignano, è uno che parla tanto, ma proprio tanto, anzi è il politico dello 0,1 o dello 0,0000000. Osservatelo nelle sue prediche. Dice: “ L’Italia si sta riprendendo dello 0,000; alla Cultura abbiamo assegnato lo 0,000; con il Jobs Act abbiamo eliminato la disoccupazione dello 0,000. Vale a dire non ha fatto nulla. La sua politica non costruisce, disorienta. I giovani sono spacciati. L’Italia oggi non dà più valore all’istruzione. Di giovani poi al Sud ne sono rimasti ben pochi. Tutti emigrati, o al Nord o all’estero. C’è posto per gli immigrati. Questa è la qualità dell’Italia in cui vivono i nostri figli. Sistema educativo in crisi, la democrazia è diventata un panno di lino logoro, trasparente, ma talmente trasparente che ne ha perso la corporatura, quella voluta dai Padri Costituenti ad iniziare da Calamandrei. La depressione avanza smorzando idee, creatività e coraggio. Spallucce e indifferenza danno un vestito all’Italia spaventoso. E intanto sventola il Tricolore, per un’Italia che forse – non voglio ancora crederci- non c’è più.
Carlo Franza