Il water d’oro di Cattelan in mostra al Guggenheim Museum di New York.
Il nome di Cattelan mette in subbuglio gli storici dell’arte contemporanea. I suoi eventi e le sue opere hanno da sempre fatto parlare molto, in tutti i sensi. Di una cosa sono certo, che Cattelan è artista a tutti gli effetti, duro, graffiante, mirato, fa storia. Era da un pò che non tornava alla ribalta, come qualcuno dice, con qualche “trovata”. So solo che le sue trovate sono tutte vicine ai problemi della storia quotidiana e all’esistenza umana. Per quest’ultima opera, il “WATER” d’oro, già qualche tempo fa ne era stata annunciata la consegna e la destinazione, poi qualche complicazione relativa ne aveva ritardato il tutto e rimandato il ritorno di Maurizio Cattelan al Guggenheim Museum di New York a data da destinarsi. Ma i benpensanti, i detrattori e altri favorevoli e non vedevano in questo ritardo una sorta di messa in scena dell’artista padovano, che in realtà aveva fatto credere essersi ritirato dalla vita artistica già qualche tempo fa, al culmine di una carriera travolgente. E invece non è stato così, perchè Cattelan c’è e la sua ultima provocazione è proprio un “cesso” d’oro, a seguire proprio la “merda d’Artista” di Piero Manzoni. L’ultima opera di Cattelan infatti è un “gabinetto d’oro” che in inglese si dice “gold toilet”, cesso per il popolino. Un cesso d’oro 18 carati, proprio un gabinetto a tutti gli effetti e come tutti i gabinetti si trova in un bagno che nei prossimi mesi sarà affollatissimo. Un cartello indica che l’opera si chiama “America”, un titolo che non bada alle sottigliezze e diventa parte dell’installazione tanto quanto la tavoletta. Qualcuno potrebbe obiettare che già Duchamp si era mosso con un “orinatoio”, è vero, ma qui Cattelan rimane dentro la storia intima dell’uomo e del suo vivere; il problema in questo caso si aggroviglia proprio nel rapporto tra il pubblico e l’opera d’arte che si cala ancora una volta sul piano dell’intimità, e non in senso figurato, ma reale. Eccessi dell’arte? No. Il water sarà infatti utilizzabile nella sua canonica funzione –occorrerà fare la fila- e sarà sorprendente scoprire che l’esperienza non offrirà rilevanti sorprese rispetto alla pratica quotidiana, anche se si immagina che in un posto dove tutti torniamo ad essere uguali e umani sarà abbastanza logico mettersi a riflettere sul concetto di ineguaglianza economica che ha ispirato così artisticamente Cattelan. Secondo le dichiarazioni rilasciate al “New Yorker” dal direttore del museo, la difendibilità intellettuale di “America” e il coinvolgimento di un grande pubblico di affezionati dell’artista in un intenso scambio di idee sono le ragioni che in effetti hanno spinto il Guggenheim ad integrare nella propria offerta il gabinetto-gioiello. Nel frattempo, rappresenta un grattacapo in più per gli addetti alle pulizie: “Stiamo cambiando i prodotti e abbiamo iniziato a usare delle salviette mediche senza alcol, colori o fragranze. Usiamo un pulitore a vapore e tra qualche tempo dovremmo trattare l’opera per farla tornare alla sua brillantezza originale” ha spiegato Nathan Otterson, responsabile della conservazione degli oggetti del Guggenheim. Dimenticavo, l’opera sarà pulita con prodotti speciali ogni 15 minuti e rimarrà sorvegliata da una guardia il cui principale compito sarà assicurarsi che la gente non porti -come spesso usa fare- via con sè preziosi frammenti proprio come souvenir. Fu così per il “muro di Berlino”, lo fanno ancora oggi molti turisti con il Colosseo di Roma, ciò potrebbe essere ripetuto con il cesso d’oro di Cattelan.
Carlo Franza