Grande evento in via Margutta a Roma con 14 sculture monumentali, da Arturo Martini a Maraniello.
Roma ritrova l’aria degli anni Sessanta, quando tra Piazza del Popolo con la Scuola Italiana Pop e Via Margutta era tutta una festa di arte, cene, incontri, affari, ecc.Ricordo bene quegli anni, perchè li ho vissuti da laureando e da giovane professore alla Sapienza. Ora è accaduto qualcosa di miracoloso nel perimetro di via Margutta, pieno centro storico di Roma, con il posizionamento all’aperto di ben 14 sculture monumentali, dove resteranno per un mese. Quattordici sculture dei più grandi scultori del Novecento, ovvero di Arturo Martini, Antonietta Raphaël, Francesco Messina, Giacomo Manzù, Pericle Fazzini, Pietro Consagra, Arnaldo Pomodoro, Augusto Perez, Eugenia Albini, Giuliano Vangi, Floriano Bodini, Renato Mambor, e Giuseppe Maraniello. Il titolo della mostra è “Via Margutta scolpisce il contemporaneo”,è promossa da Galleria Monogramma con la Fondazione Terzo Pilastro – Italia Mediterraneo, ed è a cura del collega Gabriele Simongini. “Sono particolarmente lieto“, dice Emmanuele Emanuele, “di aver contribuito in maniera significativa alla realizzazione di questo progetto. Via Margutta negli Anni Sessanta era l’epicentro della vita culturale della città, come ho spesso ricordato quando ho realizzato nella sede di Palazzo Cipolla la mostra ‘Gli Irripetibili Anni ’60’, popolata dagli artisti a me cari divenuti nel tempo anche miei amici quali Schifano, Angeli, Festa, Mambor e altri”
Spiega il gallerista Giovanni Morabito: “Sono molti anni che penso a questo grande evento: arricchire per un mese intero la strada con opere monumentali di alcuni fra i più importanti scultori del Novecento, due dei quali, Fazzini e Consagra, hanno operato proprio in via Margutta. Mi auguro sia il primo di una serie di eventi culturali che servano ad un serio rilancio di questa bellissima strada che conta centinaia di anni di storia artistica”.
Così, fino al 16 ottobre, è possibile passeggiare accanto a un secolo di statuaria, attraversarlo nella ridefinizione degli stili della scultura “classica”, in un luogo che – ricorda il Presidente di Terzo Pilastro Emmanuele Emanuele “era l’epicentro della vita culturale della città”.
Evento da non perdere. Ripeto miracoloso,perchè l’arte dà speranza, crescita culturale, e Roma può e deve ritrovare il cuore del mondo che gli appartiene.
Carlo Franza