Piero Addis esporta in Australia i suoi teleri in blu. All’Istituto Italiano di Cultura di Sidney la preziosa e innovativa figurazione italiana .
L’Istituto Italiano di Cultura di Sydney ha ospitato fino a qualche giorno fa la mostra di Piero Addis dal titolo “Blue Codes blue”, un’esposizione curata da David Galloway, e che ha lasciato benevolmente sbalorditi studiosi e collezionisti incettatori del nuovo non solo in Europa ma anche in più parti del mondo. I dieci teleri, grandi opere che lasciano trasparire una sorta di affresco nuovo, absidale, sono stati realizzati in tecnica mista su tela, e si leggono in un racconto le cui immagini traghettano una monocromia da sogno, in quando caratterizzati, è vero, da una dominante cromatica blu, ma si rapportano a una rilettura estetica e innovativa fortemente storica in quanto lasciano trasparire soprattutto i grandi capolavori del Tiepolo (quel blu tipicamente veneto) e anche del Tiziano (Venere e Adone, Noli me tangere, ecc.) e non solo, con agganci a tutta quell’area pittorica veneta che ritroviamo nelle grandi ville affrescate del Brenta. Lo sguardo innovativo di Piero Addis è consistito nel riannodare in modo brillante -direi illuminante- passato e presente; e la grande arte del passato, immagini di putti, ancelle e regine, e mitologie varie, si trova a sorvolare come nuvole su stesure monocrome alla Klein, in un blu che si stempera in tonalità che sanno di paradiso.
Sintomatico il titolo “Blue codes” (codici blu), si riferisce a voli che l’artista ha fatto in questi ultimi anni: “LH3959” per un viaggio da Milano a Francoforte, “AF511” per Damasco-Parigi, o “SU279” per Mosca-Milano, per esempio. Da lassù, ad alta quota , durante questi viaggi, Piero Addis ha fotografato il cielo osservato minuziosamente dal finestrino dell’aereo, raccogliendo materiale visivo che in seguito ha fuso con scene “celesti” dei dipinti di Giambattista Tiepolo.
Ha scritto David Galloway: “Il lavoro finito è lontano dall’essere un semplice “composite”. Un’intera sequenza di immagini è sovrapposta, modificata, stampata sulla migliore carta a mano, trattata con acquerello o inchiostro, nuovamente sottoposta a scansione, ristampata e infine montata su tela. Anche questa fase finale, talvolta, è ulteriormente lavorata e trattata con foglia d’oro, nello spirito del Tiepolo. L’illusione fluido-spaziale creata dal maestro veneziano è tradotta in un linguaggio contemporaneo da Piero Addis, il quale impiega non solo i media elettronici, ma anche strumenti classici come pennello, matita e penna”. Ecco come sono nati i “codici blu” di Piero Addis e come sono stati tradotti poi quegli appunti, come se il nostro artista contemporaneo si ritrovasse a vivere o a rivivere, specchiandosi, altri tempi quando nel “grand tour” settecentesco gli artisti dell’epoca appuntavano le bellezze d’Italia. Va ricordato che anche Tiepolo è stato un viaggiatore che non solo ha realizzato lavori su commissione in tutta Italia, ma che ha prodotto alcuni dei suoi affreschi più belli a Würzburg e Madrid. Il colore blu fortemente riutilizzato da Klein eppoi da Fontana, Bonalumi e da tutti gli artisti della pittura analitica ed estroflessa nel secondo novecento, fa reggere ancor più la lettura di Addis oggi che accosta iconologia e racconto con un colore essenza, che fa guardare al cielo. Dai viaggi di Addis è scaturito tutto ciò, l’essere in viaggio fra cielo e terra è significato per il nostro artista avvertirsi in un mondo dove è proprio il colore blu a evocare spazi che sono oltre l’orizzonte fisico.
Piero Addis ha studiato alla Nuova Accademia di Belle Arti a Milano, sotto la direzione di Emilio Tadini. Dopo la laurea, ha iniziato la carriera di Art Director presso agenzie di pubblicità internazionali di importanti capitali europee contribuendo alla realizzazione di campagne di successo e conseguendo un master post-graduate tra New York e Tokyo. Nel corso degli anni ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Ha tenuto lecture e seminari in prestigiose università in Italia e all’estero: Milano, Roma, Berlino, Barcellona, Praga, Caracas, Città del Messico, etc. Dal 2003 al 2006 ha ricoperto il ruolo di Head of Arts and Culture per le Olimpiadi di Torino 2006 coordinando un cartellone culturale con oltre 250 eventi artistici in relazione allo sport. Come direttore artistico ha curato l’ideazione e la realizzazione di prestigiosi eventi durante il Festival di Cannes per circa 5 anni, oltre ad aver curato altri eventi internazionali come la presentazione a Parigi della candidatura di Milano all’Expo 2015, Bollywood directors & producers a Bombay, la partecipazione della Regione Lombardia all’Expo di Shanghai 2010. Dal 2009 collabora con Regione Lombardia per gli eventi d’arte dove ha realizzato diverse mostre come direttore artistico tra cui La Regione dà luce all’arte con proiezioni delle opere sulla facciata del Grattacielo Pirelli su una superficie di oltre 7000 mq. Dal 2002 ha ripreso una regolare attività di artista con personali e collettive in gallerie private e spazi museali pubblici a Parigi, Miami, Boston, Klagenfurt, Buenos Aires, Caracas, in Messico e Guatemala. Vive e lavora a Milano.
Carlo Franza