van-gogh-napoli(1)                                                  Che la mafia, la camorra, la sacra corona unita e la ‘ndrangheta, investissero  in patrimoni immobiliari, si sapeva da tempo, o anche in esercizi aperti al pubblico (bar , ristoranti, ecc.) sparsi nelle grandi città italiane; anche la dottoressa Boccassini del Tribunale di Milano ne individuò taluni  proprio a Milano in Piazza del Duomo. Da qualche tempo circola voce su più fronti che questi  malavitosi investono sulla bellezza, sul commercio di opere d’arte, sull’acquisizione di opere importantissime e già storicizzate,  come pure su artisti di chiara fama che oggi hanno un mercato fiorente. Occorre usare mille cautele nella compravendita  sia all’interno delle gallerie che presso taluni mercanti; i pericoli sono tanti e sarà bene munirsi di tutte le precauzioni possibili, sulla provenienza, sui passaggi,  e sulle effettive destinazioni che devono essere chiare a tutti, specie per dipinti e opere di chiara fama. E non ci si dimentichi mai della consulenza di qualche storico dell’arte di chiara fama.   Ad esempio qualche mese fa  il Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli, nell’ambito di indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha eseguito un sequestro patrimoniale nei confronti di un’associazione camorristica dedita al traffico internazionale di cocaina.

Volete sapere che cosa c’era tra i tesori? Due Van Gogh, trafugati da un museo di Amsterdam nel dicembre 2002,  ma anche svariati milioni di euro. I due quadri di Vincent Van Gogh, del valore di oltre  50 milioni di euro ciascuno, già  inseriti dall’Fbi nella “top ten art crimes” erano “La chiesa riformata di Neunen” e “Vista dalla spiaggia di Scheveningen”.  L’operazione  era collegata all’inchiesta che a gennaio scorso ha portato all’arresto dei vertici degli scissionisti di Scampia e anche in quell’occasione furono sequestrati beni immobili per il valore di oltre 10 milioni di euro, ma già all’epoca gli inquirenti sottolinearono che si trattava solo di una piccola parte dei beni nella disponibilità dell’associazione mafiosa. Le dichiarazione del pentito Mario Cerrone, portarono poi a questo ritrovamento. Le tele, nascoste in una delle abitazioni di un capo  del narcotraffico internazionale,  certo Raffaele Imperiale, alleato di uno dei clan più potenti di Scampia, sono state ritrovate avvolte in un grande telo -pareva un lenzuolo-  nella cittadina  di Castellammare di Stabia. Già allora il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ebbe a dire di quanto  “le organizzazioni criminali siano interessate alle opere d’arte che vengono utilizzate sia come forma di investimento che come fonte di finanziamento”.

Ora, tornando al nostro discorso iniziale, è sollecito invito ai galleristi tutti, agli artisti, e a chi tratta di arte e di mercato dell’arte, comprese anche le aste disseminate in tutta Italia, di procedere nelle operazioni sempre con cautela e dopo i necessari e dovuti riscontri.

La lotta al traffico illecito di opere d’arte è in atto, l’Italia sta facendo molto in tal senso, ma deve essere chiaro a tutti, agli esperti del settore e alle Forze dell’Ordine che operano nel campo dei Beni Culturali  di   quanto  interesse ci sia da parte di mafiosi e malavitosi  nell’investire  su taluni nomi dell’arte  antica, moderna e contemporanea.

Carlo Franza   

 

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