FuturBalla. Alla Fondazione Ferrero di Alba una mostra capitale su una colonna dell’arte italiana d’avanguardia.
Non solo grandi prestiti internazionali, ma addirittura molte opere mai prima viste in Italia, per raccontare Giacomo Balla. Dall’apprendistato torinese al realismo sociale, alla sperimentazione della tecnica divisionista, al grande momento futurista. La Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero di Alba rende così omaggio con una mostra di altissimo livello e di risonanza internazionale a Giacomo Balla (Torino 1871 – Roma 1958), figura straordinaria di pittore e fondamentale raccordo tra l’arte italiana e le avanguardie storiche.
In linea con la storia ventennale delle proprie esposizioni d’arte, legate allo sviluppo della cultura del territorio, la Fondazione Ferrero si avvale della collaborazione scientifica della GAM di Torino e della Soprintendenza Belle Arti del Piemonte per la realizzazione della mostra e delle attività educative ad essa collegate.
Il progetto dedicato a Giacomo Balla fa leggere un’esposizione articolata in sezioni tematiche: il realismo sociale e la tecnica divisionista; le compenetrazioni iridescenti e gli studi sulla percezione della luce; l’analisi del movimento e il futurismo. Nelle opere che seguono il primo apprendistato torinese, lo sguardo penetra la realtà dolorosa e crudele delle classi ai bordi della società. Un ampio numero di opere documenta questa fase – tra fine ottocento e primi novecento – durante la quale, in parallelo a temi tra sofferenza e alienazione, l’artista sviluppò un’altissima sensibilità tecnica, le cui origini affondano nel divisionismo piemontese. La pennellata ricca di filamenti luminosi, il forte contrasto tra chiari e scuri, la scelta di tagli prospettici audaci ed estremi ha rappresentato per i futuri aderenti al Manifesto del Futurismo un modello unico e straordinario da seguire.
La mostra di Alba evidenzia poi l’adesione alla poetica del Futurismo. Dal realismo dei primi dipinti si assiste alla trasposizione dei precedenti principi compositivi nella materia dinamica e astratta delle “Compenetrazioni iridescenti” a larghi tasselli cromatici, alla ricomposizione della nuova realtà in movimento nelle “Linee di velocità”. In un progressivo avvicinamento ai segni matematici puri, verticale, diagonale, spirale, il linguaggio di Balla scopre nuove categorie della rappresentazione nei suoi parametri primari, nell’amplificazione del fenomeno fisico, isolato, sezionato e inquadrato in tutta la sua verità di materia vibratile. Una visione capace di attingere alle massime profondità, ma di sfondare anche i limiti della cornice, in un gioco di rilancio verso la vita.
Le opere del percorso appartengono a prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane ed estere ed è così possibile ammirare capolavori straordinari, difficilmente concessi in prestito, come “il Polittico dei viventi”, nella sua completezza, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e dall’Accademia di San Luca di Roma, “La mano del violinista” dalla Estorick Collection di Londra, “la Bambina che corre sul balcone” dal Museo del Novecento di Milano, il “Dinamismo di un cane al guinzaglio” dalla Albright-Knox Art Gallery di Buffalo, il “Volo di rondini” del Museum of Modern Art di New York, la “Velocità astratta + rumore” in prestito dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, accostata alla “Velocità astratta.L’auto è passata” della Tate Modern di Londra, e ancora “un’Automobile in corsa” proveniente da The Israel Museum of Gerusalemme.
Mostra considerevole,capace ancora una volta di far luce seria su una delle figure capitali dell’arte d’avanguardia italiana.
Carlo Franza