L’Arma dei Carabinieri e il suo Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno ritrovato un prezioso ovale di una pala d’altare del 1700, trafugata dal 1992 in Campania.
Encomiabile il prezioso lavoro dell’Arma dei Carabinieri e del suo Nucleo Tutela Patrimonio Culturale -che è doveroso ringraziare- perché a poche settimane dalla pubblicazione del “Bollettino delle opere in Ostaggio”, che ha fatto registrare buoni progressi nel numero di pezzi d’arte e d’antiquariato ritrovati, ancora buone notizie dal Nucleo Tutela Patrimonio culturale. Notizie che arrivano questa volta dalla Campania, dal Comando locale del Nucleo Tutela Patrimonio Regione Campania.
I carabinieri hanno infatti ritrovato un ovale risalente al ‘700 che, in realtà, faceva parte della pala d’altare della Chiesa di San Michele a Gete, in provincia di Salerno, trafugata nel 1992. La piccola frazione di Gete a Tramonti ha salutato con grande soddisfazione il ritrovamento del quadro trafugato 25 anni fa. Anche se la tela rinvenuta è solo una parte di quella originaria. L’opera, una Madonna con Bambino e Santi dallo stile tipicamente tardo barocco di area meridionale, è stata rintracciata attraverso una attenta comparazione tra le informazioni inserite nella banca dati del Nucleo dei Carabinieri e il catalogo di una casa d’asta. L’attenta ricerca dell’opera nella banca dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Tpc di Roma, ha consentito di identificare il bene. Gli investigatori hanno svolto un complesso lavoro di confronto tra l’opera originale e quella in vendita, in considerazione del fatto che quest’ultima aveva subito interventi pittorici successivi. Confrontando il catalogo di una casa d’asta con la banca dati, i carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio culturale di Napoli di sono accorti che un ovale con Madonna con bambino era in realtà la parte centrale di una pala d’altare fatta a pezzi. Valore 200 mila euro -ma da “perito” quale sono ritengo che la cifra debba essere almeno raddoppiata, ossia 400.ooo mila euro-, la base d’asta partiva invece da circa 30 mila euro. Sull’opera “si vedono i tagli e il restauro praticati per camuffare il furto e ricavare di più dalla vendita di singoli pezzi” spiega il capitano Gianpaolo Brasili, comandante del nucleo. “Per capire il lavoro che c’è dietro basta vedere le differenze tra l’ovale e la pala originale”. L’ovale é stato così modificato, sul quale sono visibili numerosi interventi per camuffare la provenienza, come tagli e coperture con pittura a piombo, la parte superiore della pala altare raffigurante i puttini è stata tagliata e cucita accanto al bambino cancellando il volto della Santa domenicana , mentre la mano del Santo accanto alla Vergine è stata cancellata e coperta con pittura a piombo.“Siamo felici di questo risultato, il nostro lavoro è restituire le opere d’arte alla pubblica fruizione, non solo per il valore economico ma anche per quello simbolico”, ha detto il Capitano Giampaolo Brasili che ha coordinato l’operazione consentendo il recupero di un’opera del valore di centinaia di migliaia di euro; ed ha ancora aggiunto “Abbiamo una banca data fornitissima. Nel caso della Madonna con Bambino abbiamo ritrovato l’opera sul sito di una nota casa d’asta. Base d’asta 30 mila euro, ma stimiamo il valore reale in circa 200 mila euro. Le opere appartengono molto spesso a piccole comunità che si ritrovano in chiese di provincia, in paesi molto piccoli che a volte, senza le opere d’arte, quelle a cui fanno riferimento e che vengono trafugate, si sentono smarrite». Infatti, nella chiesa di San Michele, alcuni anni fa, venne riprodotta sulla scorta di una vecchia fotografia una immagine che riproduce quella primordiale, risalente al 1700, e in cui sono presenti San Domenico de Guzman e Santa Caterina da Siena. Dunque, chi trafugò quella tela probabilmente pensò bene di modificarla.
“Del ritrovamento abbiamo avuto notizia almeno una settimana fa sia dalla Curia di Amalfi, che dal parroco, don Gennaro Giordano – spiega il sindaco di Tramonti, Antonio Giordano – Fui proprio io ad interessarmi su sollecitazione del parroco dell’epoca, don Pasquale Gentile, della riproduzione della tela effettuata da una foto rinvenuta in archivio”. Infatti quella che è presenta nella chiesa di San Michele al momento è solo una riproduzione. Quella invece messa illecitamente all’asta prima di essere recuperata dai carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio artistico culturale è frutto di un procedimento di ricostruzione iconografica dell’opera concretizzatosi in attività di collage e in interventi pittorici alterativi.
Dunque il dipinto, olio su tela, raffigurante “Madonna con bambino”, non solo venne asportato nel 1992 dalla chiesa di San Michele a Gete (parroco dell’epoca era padre Renato del convento dei frati di Polvica) , ma addirittura tagliato e successivamente modificato così come è stato appurato dagli investigatori nel confronto fatto tra il dipinto rubato e quello presente sul mercato.“Ora stiamo formando una delegazione che affiancherà il parroco per il riconoscimento del reperto a Napoli – spiega il sindaco di Tramonti – Dopo quest’ultimo atto prepareremo il ritorno a Tramonti della tela. E sarà una grande festa perché l’intera città non vede l’ora di poter riavere quanto le fu tolto 25 anni fa. Come accaduto 70 anni fa per la statua della Madonna di Fatima, faremo il giro delle 13 frazioni. Per quanto mi riguarda, prima ancora che da sindaco, sono molto affezionato a quella tela perché ha accompagnato la mia infanzia nella chiesa di Gete”.
Carlo Franza