Enzo Cucchi. Cinquant’anni di grafica artistica in mostra allo Spazio Officina di Chiasso.
Inaugurata allo Spazio Officina di Chiasso la mostra “Enzo Cucchi, cinquant’anni di grafica artistica”. Sono appena tornato dall’aver visitato la mostra e mi pare che il mondo complessivo di Cucchi continua a stupire e a far ringiovanire per le tematiche fresche e intrise di stupore fanciullesco. Per la prima volta la mostra ripercorre cinquant’anni di attività grafica del più visionario tra gli artisti del movimento della Transavanguardia, attraverso ben 180 libri d’artista, acqueforti, litografie, serigrafie e disegni, fra cui quelli che decorano la “Chiesa Santa Maria degli Angeli” progettata da Mario Botta sul Monte Tamaro. Nell’abside della chiesa Cucchi(Morro d’Alba – Ancona, 1949),ha proposto il tema delle mani in gesto offerente. La mostra – a cura di Alessandro Cucchi, figlio dell’artista e curatore dell’Archivio di Enzo Cucchi, e Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina di Chiasso – presenta così per la prima volta i passaggi fondamentali della ricerca grafica di Enzo Cucchi su un ampio arco temporale che va dai primi anni Settanta sino al giorno d’oggi; pone altresì l’accento sul percorso creativo e sulle soluzioni sorprendenti adottate dall’artista, quali il molto grande e il molto piccolo.
I formati seguono regole imperscrutabili, fedeli alle immagini contenute; spesso diversi metodi di stampa convivono. I caratteri e le scritte a mano si alternano alle immagini di eroi delle campagne marchigiane, agli animali (cani, galli ecc.), alle colline e alle case che si nascondono tra le pieghe dei leporelli, negli angoli delle pagine e dei risvolti. La grafica che si fa ricerca artistica consente di mettere a fuoco la volontà di Enzo Cucchi di cercare continuamente nuovi segni e una nuova metodologia dell’immagine. I libri sono da sempre la sua passione; Cucchi tradizionalmente segue tutti i dettagli dei suoi libri (anche dei cataloghi delle sue mostre), compresa la realizzazione artigianale degli stessi a piccola tiratura, la scelta dei materiali, le carte, la stampa finale. Questa è per Cucchi un’occasione mirata a livello tematico-antologico per mostrare la bellezza espressa nelle varie tecniche di stampa dagli anni Settanta a oggi, il tutto fatto di carte, inchiostri, acidi e pietre: un aspetto esperienziale, quasi alchemico, nel senso della trasformazione, dove i materiali traducono la complessità che sottende alla ricerca grafica.
Enzo Cucchi, il più visionario tra gli artisti del movimento della Transavanguardia, sostiene che “se un’opera vuole definirsi come nuova allora deve contenere tutto il vecchio già prodotto, pensato, sofferto e digerito e, rifiutandolo, deve prodursi da quella cenere, che è solida però come fondamenta”. Ecco allora che nascono le sue grafiche, cariche di echi provenienti dalla sua terra d’origine, dalla cultura popolare, e al contempo impreziosite da un’esperienza di caratura artistica internazionale. Il tratto è a volte nervoso, a volte sinuoso, ondeggiante, appeso a fili sottili di un’esistenza intensa, sconnessa, come racconta la recente biografia scritta da Carlos D’Ercole, ma anche attenta a non dimenticare che la fragilità, la precarietà, quando coniugate con la radice forte della “cenere solida” del passato, diventano forza espressiva, energia siderale che trasforma l’uomo in artista e interprete di quell’incertezza che anche Ettore Sottsass riteneva necessario ingrediente per coloro che, da creativi, non vogliono mai smettere di capire. .In occasione della mostra di Chiasso sono presentate 21 incisioni inedite realizzate appositamente per l’esposizione e 6 sculture mai mostrate al pubblico. L’esposizione è costituita da una lunga “spina dorsale” che si snoda al centro dell’Officina; da qui si diramano le grafiche, anche di grandi dimensioni, come pure le 21 piccole grafiche inedite realizzate appositamente per la mostra di Chiasso e stampate dallo Studio Lithos di Como (2017). Si tratta di disegni con cui Enzo Cucchi ha voluto sperimentare nuove tecniche di collage: grafiche sulle quali sono stati applicati piccoli foglietti di carta in un gioco di sovrapposizioni: una vera e propria ricerca sulla grafica, con immagini che rimandano al sacro e che serviranno anche allo sviluppo dell’iconologia di una futura chiesa che dovrebbe sorgere a Ferrara. All’ingresso, ad accogliere i visitatori, come grandi segni grafici, sono collocate 6 nuove sculture mai mostrate al pubblico, ovvero 5 dischi di metallo e cemento (“Senza titolo”, 2015) e un bronzo (“Senza titolo”, 2014) che rappresenta la costellazione dell’Orsa Maggiore. In quanto metalli che provengono dal calco, le nuove sculture ben si accompagnano alle grafiche presenti nell’esposizione, rievocano l’idea di multiplo. In mostra anche grafiche ad acquaforte, litografia, serigrafia di grande e stupefacente formato e disegni. Inoltre presenti un telero e delle ceramiche, come riferimento alla sfera artistica di Cucchi. La mostra, nella modalità di “progetto integrato”, dopo la tappa allo Spazio Officina di Chiasso (fino al 23 luglio) sarà ospitata ad Ancona presso la prestigiosa Mole Vanvitelliana, nella Sala Vanvitelli ( dal 15 ottobre al 15 dicembre 2017).
Carlo Franza