Domenico Gnoli. Disegni per il Teatro (1951-1955). Al Palazzo del Comune di Spoleto una capitolo pittorico di valore dell’artista romano.
Organizzata e prodotta dalla Fondazione Marignoli di Montecorona, in collaborazione con l’Archivio Domenico Gnoli di Roma e il Comune di Spoleto, e con il patrocinio della Regione Umbria, la mostra su Domenico Gnoli nell’ambito del 60˚ Festival dei Due Mondi, è certamente da non perdere presso il Palazzo del Comune di Spoleto, a cura di Michele Drascek e Duccio K. Marignoli.
L’esposizione, rientra nella serie di progetti espositivi ed editoriali che la Fondazione Marignoli di Montecorona promuove e che hanno le caratteristiche di uno “studio”.
“DOMENICO GNOLI. DISEGNI PER IL TEATRO. 1951-1955” è infatti una mostra che presenta e indaga un periodo specifico della produzione di Domenico Gnoli (Roma, 1933 – New York, 1970), uno dei più importanti artisti italiani del Novecento, ovvero la creazione di disegni di costumi e di scenografie per il teatro realizzati dal 1951 al 1955.Tale lasso di tempo è antecedente alla fase in cui l’artista si dedicherà esclusivamente alla pittura e al disegno.
Nella mostra spoletina sono presenti circa 70 disegni. Le opere in mostra provengono tutte dall’Archivio Domenico Gnoli di Roma e includono:
- i disegni per i manifesti della versione teatrale di Chéri di Colette prodotta dalla Compagnia Andreina Pagnani e andata in scena al Teatro Eliseo a Roma (1951);
- i disegni per l’opera di Carlo Gozzi Re Cervo (1953);
- le scenografie per La Belle au Bois di Jules Supervielle richieste all’artista da Jean-Louis Barrault (1954);
- i disegni per lo scenario e i costumi di As you like it di William Shakespeare diretto da Robert Helpmann all’Old Vic Theatre di Londra (1955);
- gli schizzi per una scenografia del balcone di Romeo e Giulietta (1955).
Il catalogo dell’esposizione, pubblicato da Editoriale Umbra per la Fondazione Marignoli di Montecorona, a cura di Michele Drascek (curatore dei progetti della Fondazione Marignoli di Montecorona), contiene una brillante prefazione del collega professor Bruno Toscano dell’Università La Sapienza di Roma e i contributi dello stilista, scenografo e costumista Quirino Conti, di Michele Drascek e di Duccio K. Marignoli (presidente della Fondazione Marignoli di Montecorona).
DOMENICO GNOLI (Roma, 1933 – New York, 1970). Nato a Roma, Domenico Gnoli, figlio dello storico dell’arte Umberto Gnoli e della ceramista Annie de Garrou, è stato avviato sin dall’infanzia al disegno, per poi dedicarsi da autodidatta alla pittura. Frequenta da giovanissimo i corsi di incisione e disegno di C.A. Petrucci, direttore della Calcografia Nazionale di Roma. Nel 1951 partecipa alla mostra Art graphique italien contemporain presso la Galerie Giroux di Bruxelles; tiene la prima personale alla galleria La Cassapanca di Roma e disegna il poster per la versione teatrale di Chéri di Colette, prodotta dalla Compagnia Andreina Pagnani al Teatro Eliseo di Roma.
Nel 1952 si è iscritto al corso di scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma. Già a vent’anni disegna scene e costumi per il Re Cervo di Carlo Gozzi e per Il Mercante di Venezia per la Compagnia di Cesco Baseggio per lo Schauspielhaus di Zurigo. Nel 1954 si trasferisce a Parigi, dove Jean-Louis Barrault lo invita a disegnare le scenografie per La Belle au Bois di Jules Supervielle. Lo stesso Barrault lo presenta a Londra, dove, nel 1955, all’Old Vic Theatre realizza scene e costumi per As you like it di Shakespeare, diretto da Robert Helpmann. Malgrado il successo ottenuto come scenografo, decide di abbandonare il teatro per dedicarsi alla pittura e al disegno. Nel 1956 va ad abitare a New York dove partecipa alla mostra Contemporary Italian Painters alla Sagittarius Gallery, dove l’anno successivo tiene una mostra di quadri e disegni. Nel 1957 espone disegni e dipinti in una personale alla galleria Arthur Jeffress di Londra e l’anno successivo tiene la prima personale di dipinti in Italia, alla galleria l’Obelisco a Roma. Dalla seconda metà degli anni ’50 trascorre molto tempo a New York, dove si dedica più intensamente alla pittura pur continuando a collaborare con illustrazioni per alcuni libri pubblicati in America e per diversi periodici, facendo reportage che lo portano a fare lunghi viaggi. Frequenta vari artisti tra cui il grande amico Ben Shahn. Scrive e illustra una lunga favola, Oreste or the Art of Smiling, pubblicata da Simon and Shuster a New York e da Collins a Londra. Ma, sempre più preso dalla pittura, decide di stabilirsi nell’isola di Mallorca. Nel 1964, dopo una personale alla Galerie Schoeller di Parigi, i galleristi Jan Krugier di Ginevra e Mario Tazzoli di Torino, lo mettono sotto contratto per alcuni anni. Seguono mostre personali a Torino, Napoli e Roma, al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, alla Kestner-Gesellschaft di Hannover. Nel 1968 prepara una mostra di 40 quadri e cinque sculture in bronzo per la Sidney Janis Gallery a New York. Muore a New York il 17 aprile 1970.
In seguito, sono state organizzate numerose retrospettive in vari musei e importanti gallerie (Ginevra, Bruxelles, Darmstadt, Rotterdam, Parigi, Francoforte, Roma, Madrid, Venezia, Palma de Mallorca, Modena, Prato).
Carlo Franza