“Caravaggio sarà piuttosto il primo dell’età moderna […]. Il pubblico cerchi dunque di leggere ‘naturalmente’ un pittore che ha cercato di essere ‘naturale’, comprensibile; umano più che umanistico; in una parola, popolare”. Così scriveva Roberto Longhi.  

01_frl_78_ca65b9e80e7d8a4dac224ae2f6194e1bDopo lo straordinario successo della mostra dedicata a Steve McCurry nell’estate 2016, il Comune di Otranto e Civita Mostre hanno organizzato fino al 24 settembre 2017, nei suggestivi ambienti del Castello Aragonese una mostra dedicata a Caravaggio e ai pittori caravaggeschi che hanno operato nell’Italia meridionale. Ed è il caso di dire che finalmente il Salento squaderna mostre di grande impegno, bellezza e storicità. Tutte le opere esposte provengono dalla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, che custodisce il lascito  di quello che è stato uno dei  più importante storici dell’arte italiana ma anche uno straordinario collezionista.  07_frl 168A questo punto devo subito dirvi che la mostra otrantina è a dir poco spettacolare; potrei includerla fra le dieci più belle d’Italia.  Roberto Longhi (Alba 1890 – Firenze 1970) è una delle personalità più affascinanti della storia dell’arte del XX secolo. Uno storico dell’arte d’eccellenza. Alla pittura del Caravaggio (Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, Milano 1571 – Porto Ercole 1610) e ai suoi seguaci, i cosiddetti caravaggeschi,  ha dedicato una vita di studi, a partire dalla tesi di laurea sul Caravaggio del 1911. 02_frl 127Si trattò, a quella data, di una scelta pioneristica, tanto all’epoca il pittore era uno dei “meno conosciuti dell’arte italiana”. Longhi seppe da subito riconoscere la portata rivoluzionaria della pittura del Merisi, così da intenderlo come “il primo pittore dell’età moderna”.

Nella sua dimora fiorentina – villa Il Tasso –, oggi sede della Fondazione che gli è intitolata, raccolse un numero notevole di opere dei maestri di tutte le epoche, che furono per lui occasione di ricerca e di studio. 05_frl 175Tra queste il nucleo più importante e significativo è senza dubbio quello che comprende le opere del Caravaggio e dei caravaggeschi, formatosi attorno al Ragazzo morso da un ramarro del Merisi, da lui acquistato verso il 1928. Il dipinto, che risale all’inizio del soggiorno romano di Caravaggio, all’incirca nel 1596-1597, colpisce innanzitutto per la resa del brusco scatto con cui il giovane si ritrae improvvisamente per il morso di un ramarro, quasi come in una istantanea fotografica, ma anche per la “diligenza” con cui ha reso il brano della natura morta con la caraffa e i fiori, un genere pittorico riportato a dignità autonoma proprio dal Caravaggio. 03_frl 74

Nella mostra, curata da Maria Cristina Bandera, direttrice scientifica della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, accanto al Caravaggio sono esposti i dipinti dei suoi seguaci meridionali o attivi nell’Italia del Sud, che fanno parte della stessa collezione e offrono una efficace testimonianza  del significato storico della sua pittura. 04_frl 130Grandi capolavori possono ritenersi cinque tele che raffigurano gli Apostoli, del giovane Jusepe de Ribera e la Deposizione di Cristo di Battistello Caracciolo, il principale caravaggesco napoletano. Il profondo radicamento dell’esempio del maestro nell’arte napoletana è 08_frl 133attestato dal David di Andrea Vaccaro e dal drammatico San Girolamo del Maestro dell’Emmaus di Pau. Nelle opere di Matthias Stom, a lungo attivo in Sicilia, si materializza una perfetta sintesi tra la cultura nordica di partenza –  legata al caravaggismo olandese – e la pittura italiana. 06_frl 106Sono inoltre presentate  inoltre opere di Lanfranco, del Maestro dell’Annuncio ai pastori, di Filippo Napoletano e di Giacinto Brandi.  Il percorso si conclude con due capolavori di Mattia Preti, l’artista che più di ogni altro contribuisce a mantenere per tutto il Seicento la vitalità della tradizione caravaggesca. Da non tralasciare  la proiezione del film di Mario Martone dal titolo L’ultimo Caravaggio (durata 40‘), realizzato nel 2004. La cinepresa del grande regista scompone e riassembla dettagli rubati ora ai dipinti di Caravaggio, ora ai quartieri popolari e alle estreme periferie di Napoli, ricostruendo così, con un linguaggio che parla anche al nostro tempo, la vicenda artistica ed umana del Caravaggio nei suoi ultimi anni, vissuti nell’Italia meridionale.

Ai vacanzieri del salento, a quanti in visita in Puglia, dico di non  tralasciare questa mostra, ne rimarrete entusiasti, per via di taluni capolavori un pò nascosti fino ad oggi nel meridione d’Italia.

Carlo Franza

 

Tag: , , , , , ,