Giorgio Bevignani e Kazumi Murose al MOA(Museum of Art) di Atami in Giappone che presenta l’Intervista “Dialogues in Paradise”.
Il 20 novembre 2017 registrata un’intervista con l’artista italiano Giorgio Bevignani e l’artista giapponese Kazumi Murose, dal titolo “Dialogues in Paradise”, nella prestigiosa cornice del Moa Museum of Art – MOA美術館 di Atami in Giappone, a cura di Silvia Zimmermann, direttore esecutivo del Capitolo argentino del Club di Roma e docente di semiotica e filosofia presso l’Università di Buenos Aires. L’intervista mette a confronto la tradizione artistica giapponese con quella occidentale. In questa occasione un’opera di Giorgio Bevignani è entrata a far parte della collezione permanente del MOA. Con la sua eccezionale produzione artistica, Giorgio Bevignani è stato selezionato dalla curatrice per incarnare questo brillante ruolo, che lo vede ancora una volta nei panni dell’“instancabile viaggiatore – come lo ha definito lo Storico dell’Arte Contemporanea Carlo Franza – pronto a cogliere le spinte e le sollecitazioni che gli arrivano dai contesti più diversi. E’ così che orchestra il suo fare arte, nell’operare e costruire ambienti, attraverso nuovi linguaggi così come espresso dalle neoavanguardie”.
Scultore e pittore unico nel suo genere, Giorgio Bevignani vive e lavora in Italia, in provincia di Bologna, dove modella, plasma e assembla diversi materiali trasformandoli in vere e proprie opere d’arte. Esse provengono da una ricerca artistica basata su scienze contemporanee, mitologia, filosofia e matematica, le quali rappresentano le sue ispirazioni di partenza per lavorare la materia. “Questa sua contaminazione creativa – osserva Carlo Franza – acquista un’immagine mutevole, una presenza costante nell’orizzonte quotidiano, talvolta cambia persino lo skyline metropolitano: un paesaggista visionario, che cerca così una risposta dagli ambienti esterni, per svelare o rivelare le profonde e nascoste verità di un luogo. Disciplina progettuale, forme e colori, elementi simbolici, funzionalismo, tutto muove al servizio del “genius loci”, lo spirito del luogo”. In questo senso, il lavoro di Bevignani sfugge da uno stile preciso, rinuncia a oggetti e ready-made, in un’evoluzione continua, sia da un punto di vista materiale che concettuale, che dà vita a nuove interazioni e profondità sempre diverse. Come scrive il critico d’arte Niccolò Moscatelli, “non si ferma alla realtà, ma coglie lo spettro della luce primordiale che l’ha generata. Materializza gli atomi luminosi di una radiazione cosmica di fondo in particelle di materia sospesa, reinventando il linguaggio formale”. Così, l’artista installa le sue opere come vere e proprie irradiazioni, “architetture di luce, monumenti votati ad abitare un luogo, a occupare lo spazio vissuto dall’uomo. Non afferma qualcosa di autonomo, che quasi s’impone allo spazio, ma arricchisce il luogo che ospita l’installazione, fondendo in modo organico il progetto ad una storia preesistente”. A partire dai quadri che precedono l’installazione scultorea, Bevignani vuole tramandarci la verità della materia: un mondo atomico, dove emergono agglomerati cromatici e dove le parti si attirano e si addensano in ammassi, costellazioni, installazioni di grande fascino. Questo geniale universo è stato approfondito e raccontato dall’artista in persona per la BBC il 20 novembre ad Atami, in uno degli scenari più suggestivi del panorama artistico giapponese.
L’evento. Giorgio Bevignani e Kazumi Murose sono stati accolti presso il MOA dal direttore Yasu Saito e accompagnati in un tour esclusivo della collezione storica del suo fondatore Mokichi Okada, fra dipinti classici, pergamene, sculture, porcellane e lacche cinesi e giapponesi. Successivamente, i due sono stati introdotti dal direttore e intervistati dalla curatrice Silvia Zimmermann nell’incontro “Dialogues in Paradise”, dove è stata approfondita la funzione svolta dai musei nel mondo moderno per gli artisti e dell’arte nei luoghi pubblici. Durante gli interventi, sono state anche proiettate le immagini delle opere dei due artisti, quali esempi straordinari realizzati, appunto, per musei o spazi pubblici. Il secondo topic dell’incontro ha riguardato il tema dell’arte e della bellezza dove, partendo dalle opere classiche del MOA, si è parlato della nozione di bellezza e di come essa è contemplata nel lavoro dei due artisti. La conversazione è proseguita affrontando il focus dell’evento, che ha visto due artisti provenienti da culture diverse a confronto. Quali influenze coesistono fra loro? Il tema dell’influenza interculturale ha aperto la strada per parlare della contemplazione e della sensibilità dell’artista, attraverso il racconto di Bevignani e di Murose e della loro straordinaria ricerca artistica.
GIORGIO BEVIGNANI. Giorgio Bevignani nasce a Città di Castello nel 1955, vive e lavora a Castel San Pietro Terme, Bologna (Italia). Maestro d’Arte all’Istituto d’Arte San Bernardino di Betto di Perugia nel 1979. Maturità in Arte applicata (scultura) all’istituto d’Arte Duccio di Buoninsegna di Siena nel 1981. Frequenta l’Accademia di Bologna da 1984 al 1986, e l’Accademia di Brera (Milano) dal 1986 al 1988. Membro della Royal British Society of Sculptors dal 2013. Le sue opere si trovano in collezioni private a Città di Castello, Milano, Siena, Bologna, New York City, Roma, Brescia, Bergamo, Reggio Emilia, Cesena, Modena, Ancona, Imperia, Bogotà, Nizza, Basilea, e Strasburgo.
Carlo Franza