La figura di Papa Clemente XI collezionista e mecenate illuminato. Una mostra notevole presso il Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei Piceni a Roma ne svela la preziosa attività del suo pontificato.
La mostra dal titolo “Clemente XI. Collezionista e mecenate illuminato” aperta fino al 25 febbraio 2018 in mostra presso il Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei Piceni a Roma rende omaggio al grande Pontefice Clemente XI e alla sua prestigiosa famiglia. L’evento rientra nell’iniziativa “Il Pio Sodalizio dei Piceni per le Marche colpite dal sisma” mirata a tenere sempre viva l’attenzione dell’opinione pubblica sul dramma che ha colpito la Regione Marche nel 2016.
Il cardinale Giovanni Francesco Albani, urbinate, di famiglia facoltosa e riguardevole, salito al soglio Pontificio il 23 novembre del 1700 con il nome di Clemente XI, prima e durante il suo pontificato, rivelava un considerevole gusto estetico e collezionistico.
Partendo dal cospicuo fondo Albani la mostra racconta, in quattro sezioni per 40 opere complessive, il percorso collezionistico dell’illuminato Pontefice.
Notevoli sono le opere e i nomi degli artisti che fecero parte dell’entourage di Clemente XI, che vanno da Carlo Maratta a Procaccini, a Francesco Mancini. È una mostra singolare che illustra con opere pittoriche, disegni e stampe, opere di oreficeria, le arti secondo il mecenatismo di papa Albani.
La mostra è un’importante occasione di studio sull’arte del ‘700 proveniente da quell’alveo produttivo che fu Urbino. Il fondo Albani, a lungo dimenticato, è il fondo documentario della famiglia Albani risalente al 1818.
Tale fondo ha il pregio di registrare e catalogare tutti i beni presenti nelle case della città di Urbino e di quelle poste nell’immediato circondario. Da questo patrimonio censito dal Notaio Parenti – Inventario degli eredi del Principe C. Albani del 1818 – scaturisce una ricca elencazione di dipinti dove risulta la presenza di antichi pittori, verosimilmente raccolte dal nonno e dal padre di Clemente XI, ma anche e soprattutto una lunga lista di oli su tela realizzati da autori attivi nella seconda metà del Seicento.
Infatti, ai dipinti di Raffaello, Barocci e suoi allievi, di Giovanni Lanfranco, Guido Cagnacci, Guido Reni e di Simone Cantarini, solo per citarne alcuni, sono affiancate numerose tele realizzate da pittori protagonisti della prima ora della politica artistica di Clemente XI.
Clemente XI, illuminato mecenate e collezionista, durante il suo papato persegue una considerevole politica culturale.
La passione per l’erudizione determinò la fondazione di un’importante sezione orientale della Biblioteca Vaticana con il reperimento di numerosi e preziosi manoscritti; la sua sensibilità per la salvaguardia del patrimonio artistico-archeologico di Roma favorì l’azione meritevole di Francesco Bianchini e di Marcantonio Boldetti.
Il suo fu un mecenatismo costituito da innovazioni, da scavi archeologici e da restauri di chiese e monumenti, di cui furono principali protagonisti i Fontana e Carlo Maratta: famosi restano i restauri delle stanze di Raffaello, del Pantheon, della basilica di S. Clemente e la scoperta e l’erezione della colonna Antonina.
Carlo Franza