Il Papa fa campagna elettorale in favore dei migranti. Vuole fare il Premier in Italia. Metà profughi li gestisce proprio il Vaticano.
Questo Papa inviso a molti italiani e cittadini del mondo entra a gambe tese nella campagna elettorale italiana. Predica, e arditamente, in favore dei migranti. Come mai, il Vaticano e il braccio mediatico che è Avvenire (tra l’altro finanziato con le tasse dei contribuenti italiani) sono così ‘entusiasti’ dell’ondata di presunti profughi?
E’ tutta una questione di delirio masochista oppure si nascondono anche cospicui interessi economici? Vediamo. Dei presunti profughi ospitati in Italia, 22 mila sono ospitati dal cosiddetto “Sistema SPRAR”, una rete di centri di accoglienza. Ovviamente sono esclusi i finti profughi ospitati negli hotel( vedi ad esempio Lucki Awelima – uno dei nigeriani coinvolti nell’assassinio di Pamela a Macerata- ospite dell’Hotel a quattro stelle Recina di Montecassiano).
La realtà interessante è che di questi, ben 10 mila – quindi quasi il 50 per cento – sono gestiti attraverso la rete del Cas (Centri d’accoglienza straordinaria) dalla Caritas ovvero dal Vaticano. Significa che il Vaticano “mangia” e fa sua circa metà della torta dell’accoglienza. L’altra metà tocca alle Coop e associazioni del PD. E si può anche fare un conto -certo rozzo- di quanto questa accoglienza “cristiana” garantisce a Mons. Nunzio Galantino e soci in termini di euro: 35 euro a clandestino, significa 350.000 euro al giorno. In un anno, sono 127.750.000 milioni di euro tondi-tondi. Una enormità. Tanto per dare un senso alla cifra, con 120 milioni di euro Mondadori comprerà RCS Libri. Un fatturato da multinazionale. Ecco la falsa carità, quella che Papa Bergoglio, Mons. Galantino e il Card. Parolin, recitano nelle loro omelie giornaliere.
Ora, cari amici lettori ed elettori, quando un Vescovo di Santa Romana Chiesa a parole o televisivamente vi dirà con l’acquolina in bocca che bisogna accogliere, ne sapete il perché. Il Vaticano possiede a Roma 5mila case per un valore di 4 miliardi di euro. La proprietà è dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica), che può contare anche su immobili in Gran Bretagna, Francia e Svizzera. Secondo i bilanci della stessa Apsa, nel 2013 le proprietà inglesi valevano 25,6 milioni, quelle svizzere 27,7 e quelle francesi 342. In “Avarizia” il libro del collega Emiliano Fittipaldi, si parla anche delle fondazioni intitolate a Ratzinger e a Wojtyla, che avrebbero in cassa oltre 15 milioni; e che le offerte dei fedeli attraverso l’Obolo di San Pietro, sono “ammucchiate su conti e investimenti che oggi valgono quasi 400 milioni di euro”. Non poteva mancare lo Ior, la Banca vaticana, che ha “quattro fondi di beneficenza” con utili “per decine di milioni”. Eppure nel biennio 2013-2014 il fondo della Commissione cardinalizia, scrive Fittipaldi, “non ha scucito un soldo bucato nonostante un saldo in attivo di 425 mila euro”; quello per le opere missionarie “ha in pancia 139 mila euro” e negli ultimi due anni ha elargito “solo 17 mila euro”; il Fondo nato per finanziare le Sante Messe, con un saldo di 2,7 milioni di euro, “nel 2014 ha girato ai sacerdoti di tutto il mondo appena 35mila euro”. Il Bambin Gesù, secondo lo stesso monsignore, che Fittipaldi nel suo libro fa parlare a lungo, “controlla allo Ior un patrimonio pazzesco da 427 milioni di euro”, l’ospedale di Padre Pio “ha 37 tra palazzi e immobili” per un valore di “190 milioni di euro”, “i Salesiani investono in società in Lussemburgo, i Francescani in Svizzera” e alcune diocesi “hanno comprato società all’estero proprietarie di televisioni porno”. In Germania un vescovo avrebbe “scialacquato 31 milioni per restaurare la sua residenza” e una volta beccato “è stato promosso con un incarico a Roma”. C’è di più, e si capisce perche Bergoglio entra a capofitto nella campagna elettorale. Nel libro di Fittipaldi “Avarizia”, è scritto anche che “per diventare beati bisogna sborsare denaro”, visto che, come rivela il monsignore “gola profonda” , i “cacciatori di miracoli sono costosi”. Parole di una gravità immensa. Povero Cristo. Così lo crocifiggono due volte.
Carlo Franza