Milo Moiré al vernissage senza nulla sotto. L’artista svizzera ha esposto, nel Canton Ticino, anche le opere realizzate con uova espulse dalla vagina.
L’artista performer svizzera Milo Moiré di cui abbiamo spesso parlato su Il Giornale.it (SCENARI DELL’ARTE) in occasione di eventi pubblici messi in piedi da lei e certamente anche osè, non ha tradito il suo stile in occasione del vernissage della sua nuova mostra, la prima realizzata in collaborazione con il partner Peter Palm. Qualche mese fa la sua ultima mostra in Ticino, dove ha accolto collezionisti, amici, artisti e critici, con una svolazzante vestaglietta e con sotto proprio nulla. Sì, sotto proprio nulla, perché essa stessa, performer, era un’opera d’arte. In mostra anche le opere d’arte realizzate attraverso la sua particolare tecnica delle uova colorate espulse dalla vagina. Una forma d’arte che taluni hanno già battezzatto “eggpressionismus”. E’ certo, che come spesso accade, più che sulle opere d’arte realizzate dalla 34enne, l’attenzione dei partecipanti al vernissage si è rivolta soprattutto al vestito da lei indossato, una sorta di vestaglia aperta sotto la quale non si è vista traccia di biancheria intima. Vi assicuro, tutto con molta naturalezza, e opere andate a ruba dai collezionisti. Vi dirò di più. Se poi volete incontrare personalmente Milo Moiré e magari anche scattare un selfie con lei nuda, ora la richiestissima artista svizzera ve ne offre la possibilità. La performer 32enne ha infatti lanciato un’originale iniziativa intitolata artistica che così detta nel titolo “Meet Milo Moiré in your city” (“Incontra Milo Moiré nella tua città”). Come fare? La partecipazione è semplice. Basta andare sul sito https://stagelink.com/milo-moire, scrivere il nome della propria città o di quella in cui si vorrebbe vedere Milo e proseguire nelle indicazioni che vengono richieste. Vi assicuro che ormai da tutto il mondo, proprio da ogni parte del mondo, tutti a gara per incontrare Milo Moirè; da Melbourne, Atene, Milano, Los Angeles e persino Kabul, la fila è già lunga e forse c’è anche l’imbarazzo della scelta per la stessa Milo.
Di origine slovacca e spagnola, Milo Moiré è nata nel 1983 in Svizzera, dove si è diplomata in disegno e pittura nel 2002 e si è laureata in psicologia nel 2011 all’ Università di Berna. Ha iniziato come valletta televisiva e modella e poi come pittrice d’ispirazione espressionista e surrealista, sulle orme di artisti – perlopiù di area nordeuropea – come Francis Bacon, Hans Ruedi Giger,Fradda Kahlo, Kathe Kollwitz, Maria Lassnig, ed Edvard Munch; finché, nel 2007, durante una vacanza a Tenerife, l’ascolto di un’intervista radiofonica alla celebre performer Marina Abramovic non l’ha indotta a esibirsi a sua volta, già pochi mesi dopo, come artista performativa, attività che ha intrapreso a tempo pieno nel 2011. Attualmente vive e lavora a Dusseldorf in Germania, insieme al suo compagno ed agente, il fotografo P. H. Hergarten (alias Peter Palm), di cui è anche musa ispiratrice, collaboratrice e modella. Oltre che dall’esempio della Abramovic, la Moiré sostiene di aver tratto ispirazione soprattutto dalle idee e realizzazioni del movimento Fluxus e in particolare di Joseph Beuys, che era attivo proprio a Düsseldorf, mentre, per quanto riguarda i contenuti pornografici delle sue performance, le sue fonti d’ispirazione dichiarate sono anglosassoni: le “ragazze perdute” ( Lost Girls) dei fumetti di Alan Moore e i lavori di Paul McCartthy, Valie Export e Carolee Schneemann. Nel 2015 a Parigi è stata trattenuta per alcune ore dalla polizia per essersi offerta di farsi fotografare nuda con chiunque volesse fare un “selfie” con lei in Place du Tracadèro. Nel giugno 2016 a Londra è stata sottoposta a fermo di polizia per 24 ore, processata e multata per “atti osceni in luogo pubblico” perché, per eseguire la sua performance “Mirror Box”, si lasciava tastare il seno e masturbare dai passanti in Trafalgar Square.
Carlo Franza