Vandalizzata la tomba del Beato Angelico. Vandali in azione in Santa Maria sopra Minerva a Roma, su un monumento di Isaia da Pisa, capolavoro del Quattrocento.
“Uno sfregio gravissimo che denota una totale mancanza di rispetto per il luogo e per l’oggetto in sé”, sono le parole di Arianna Cajano, la funzionaria della Soprintendenza di Roma che dovrà redigere il progetto di restauro della tomba del Beato Angelico. Il monumento tombale è a Roma e qui riposa il grande pittore, il cui nome originario era Guido di Pietro (Vicchio- 1395 circa – Roma 1455), poi entrato in convento col nome di fra’ Giovanni da Fiesole. Il vandalico gesto è del 7 aprile 2018 e il sepolcro del grande maestro dell’arte italiana, che tentò di coniugare i nuovi valori rinascimentali con la religione cristiana, si trova nella chiesa domenicana di Santa Maria Sopra Minerva a Roma, al cui interno sono conservate, oltre alle spoglie di Caterina da Siena, anche un dipinto d’altare di Federico Barocci, un Cristo portacroce di Michelangelo e alcuni cenotafi attribuiti a Gian Lorenzo Bernini. La lastra tombale dell’artista è stata sfregiata in prossimità della testa ed anche sulla fiancata. Ma evidentemente le misure di sicurezza non bastano, visto che, nei giorni scorsi, ignoti hanno potuto agire indisturbati e colpire in più punti l’opera quattrocentesca, la lastra funeraria di marmo, realizzata da Isaia da Pisa, (documentato dal 1447 al 1464), grandemente specializzato nella realizzazione di monumenti simili; suoi sono anche il sarcofago di santa Caterina da Siena (sempre nella basilica di Santa Maria sopra Minerva), il monumento funebre di papa Eugenio IV in San Salvatore in Lauro (1447-1453), il monumento funebre del cardinale di Portogallo, Antonio Martínez de Chávez, della basilica di San Giovanni in Laterano. Dopo un primo sopralluogo, la Soprintendenza effettuerà un secondo check tecnico, per redigere il progetto di restauro che verrà finanziato dal Fec, il Fondo edifici di culto afferente al Ministero dell’Interno, proprietario del bene. E purtroppo non è la prima volta che nell’area agiscono i vandali. Nel novembre 2016, a essere colpito fu l’Elefantino di Bernini, di fronte alla chiesa, al quale fu staccata la zanna sinistra. Anche in quel caso, i colpevoli rimasero ignoti. L’insicurezza in Italia è ormai allargata a uomini , oggetti e monumenti. Italia nel caos.
Carlo Franza