Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari. La mostra dislocata su tre sedi(Novara, Vercelli, Varallo Sesia)in Piemonte.
Finalmente una grande mostra su Gaudenzio Ferrari, un artista che nel Cinquecento venne ritenuto da Giovanni Paolo Lomazzo –insieme a Mantegna, Michelangelo, Polidoro da Caravaggio, Leonardo, Raffaello e Tiziano– uno dei sette “Governatori” nel “Tempio della Pittura”.
La mostra “Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari” coinvolgerà, fino al 1 luglio 2018, tre città del Piemonte – Novara (Castello), Vercelli (L’Arca) e Varallo Sesia (Pinacoteca e Sacro Monte) – estendendosi, al di là delle sedi espositive, in chiese ed edifici delle città e del territorio, dove sono presenti affreschi e altre opere del Maestro. Per la sede di Varallo è prevista la proroga fino al 16 settembre 2018. Il grande progetto culturale è promosso e sostenuto dall’Assessorato alla Cultura e Turismo della Regione Piemonte e dal Comune e Pinacoteca di Varallo, dai Comuni di Novara e Vercelli.
L’esposizione ha avuto la supervisione del collega Gianni Romano, a lungo Soprintendente del Piemonte, professore emerito dell’Università di Torino e massimo specialista dell’artista. “Questa mostra rappresenta una delle maggiori operazioni culturali promosse dalla Regione Piemonte negli ultimi anni – ha dichiarato Antonella Parigi, assessore alla cultura e al turismo della Regione Piemonte. Un’esposizione di valore, capace di riunire l’opera di un grande artista e di creare nuovi contenuti, e che potrà valorizzare un territorio ricco di un importante patrimonio storico e artistico”. “Il percorso di Gaudenzio Ferrari, nonostante gli studi passati e recenti, è ancora ricco di incognite”, affermano i curatori. “Un’esposizione ampia delle sue opere permetterà di scandire meglio cronologicamente la sua carriera, di risolvere alcuni problemi di autografia e di ottenere nuove informazioni sulle modalità di lavoro di Gaudenzio. Nella mostra non sono presenti solo sue opere ma anche dei suoi contemporanei: sia degli artisti che per lui sono stati importanti come Leonardo e Perugino, sia di chi sulla sua lezione si è formato”. A concedere le opere di Gaudenzio e degli artisti “di confronto” sono istituzioni territoriali quali la Diocesi di Novara, la Galleria Sabauda, il Museo Civico d’Arte Antica e l’Accademia Albertina di Torino ed importanti musei italiani e stranieri. Tra questi ultimi il Louvre, il Ringling Museum of Art di Sarasota, lo Städel Museum di Francoforte, il Szépművészeti Múzeum di Budapest, oltre che storiche collezioni private come quella dei principi Borromeo. Nelle tre sedi – da intendere come altrettanti atti di un’unica manifestazione – il pubblico potrà ammirare quasi un centinaio di dipinti, sculture e disegni.
In ciascuna sezione sono presentate, in ordine cronologico, le opere di Gaudenzio, dei suoi contemporanei e dei suoi seguaci. A Varallo sarà affrontato il primo tratto della carriera dell’artista: dagli anni di formazione alle prove del Sacro Monte; a Vercelli la stagione della maturità; a Novara gli anni estremi, dove il pittore è soprattutto attivo sulla scena milanese tra la marea montante del Manierismo. A integrare il percorso espositivo vivono anche le “opere immobili” presenti nelle diverse aree territoriali: i cicli di affreschi e le statue, opportunamente valorizzati in loco, riuniti a comporre un unico catalogo. Il volume, edito da Officina Libraria, è arricchito dalle immagini appositamente realizzate da Mauro Magliani. Nel catalogo è compreso un elenco ragionato, curato da Roberto Cara, di tutti i documenti noti su Gaudenzio. Le novità de “Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari” non sono solo scientifiche, legate alla più puntuale conoscenza di un artista tra i maggiori del XVI secolo. Molti sono infatti gli aspetti innovativi del progetto. Innanzitutto il forte coinvolgimento, accanto ai curatori, di giovani studiosi, usciti dalle Università piemontesi e lombarde. Poi la particolare attenzione ai diversi pubblici, grazie anche alla grande cura riservata alla didattica, sia nelle sedi espositive che online, aspetto per cui è stato coinvolto il Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino. Si è inoltre scelto di garantire al visitatore di ciascuna sede un’esperienza completa sull’artista, in modo che anche la fruizione di una sola, possa comunque risultare significativa. Speciali pacchetti permettono, a chi è interessato, una fruizione “slow” della mostra valorizzando le molte opportunità di visita e conoscenza che il territorio offre, valorizzando gli itinerari sul patrimonio gaudenziano a Vercelli e Novara, grazie al supporto offerto dalla Consulta per i beni ecclesiastici del Piemonte e dalla rete dei musei e dei beni culturali. Insomma un grande progetto di “rete” culturale che unisce una grande mostra all’arte, architettura, ambiente, tradizioni dei territori in essa coinvolti.
Gaudenzio Ferrari nasce a Valduggia verso il 1475. Gli studiosi tendono ad attestare la sua formazione nella bottega di Stefano Scotto, già noto nel cantiere del Duomo di Milano. Il periodo giovanile rimane, però, pressoché sconosciuto. Gaudenzio perfeziona le sue conoscenze grazie a due viaggi in Italia centrale e, in particolare, a Roma, compiuti presumibilmente tra il 1505 e il 1512. Grazie a queste esperienze l’artista può confrontarsi con Perugino, Raffaello, Bramante, Bramantino e molti altri, in un dialogo di assimilazione che troverà una feconda sintesi nella sua personale e originalissima produzione. La sua amabile e immediata capacità di comunicazione lo rendono richiestissimo fuori dalla Valsesia: si stabilirà a Milano dal 1539 e lavorerà anche a Novara, Vercelli, Arona, Saronno, Como, Bergamo. Molteplici i Musei che conservano sue opere, tra i quali la Galleria Sabauda di Torino, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Musée du Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra, oltre alle giacenze in collezioni private e negli Stati Uniti. Ma è la cittadina di Varallo a vantare la presenza delle opere più numerose: dai primi lavori, conservati nella Pinacoteca, alle cappelle del Sacro Monte, passando per la chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Collegiata di San Gaudenzio e l’Oratorio di Loreto. Gaudenzio Ferrari muore il 31 gennaio 1546 a Milano. Di lui si parla soprattutto come pittore e scultore, tralasciando per scarsità documentaria le dimensioni di uomo, padre, ma anche di musicista, ottico, poeta, filosofo della natura. Lui, perfetta incarnazione della cultura rinascimentale che si respirava nella Milano viscontea e sforzesca, lascia dietro di sé una lunga schiera di artisti del calibro di Bernardino Lanino, il suo più fedele imitatore, Fermo Stella da Caravaggio, Giovanni Battista Della Cerva, oltre a interpreti minori che non potranno più relazionarsi con gli strumenti del mestiere senza prenderlo come riferimento. Conoscere Gaudenzio significa celebrare un’artista che ha rivoluzionato un’intera comunità, dandogli un meritato posto di primo piano nel panorama artistico nazionale.
Carlo Franza